Quando i precedenti custodi del Sole e della Luna lasciano il posto ai (più o meno motivati) giovani eletti, il male approfitta del distratto Mune per rubare il Sole e insinuarsi nel comando del mondo. La vendetta si scontra col destino di un improbabile eroe, tanto pronto a sviare le responsabilità quanto obbligato a risolvere quella più pericolosa mai esistita: il trionfo dell’oscurità.
La luna: sede di sogni satellitari e di ispirazioni poetiche, bussola di marinai e dimora di leggende, nominata all’Oscar nel cortometraggio di Enrico Casarosa o ambito bottino di un adorabile ladro (Gru di Cattivissimo Me) è da sempre protagonista indiscussa di particolari avventure o anche di suggestivi avvenimenti. Non c’è dubbio che i francesi Alexandre Heboyan e Benoît Philippon per raccontare la loro fiaba si siano rivolti alla regina del firmamento, esplorando, come fosse uno scrigno, la bellezza (e il pericolo) dei delicatissimi equilibri celesti. Armonie in cui la notte e il giorno sono energie imprescindibili per la vita, in cui il buio e la luce si alternano nel loro ciclo infinito, difesi nella storia da due valorosi guardiani minacciati dalle forze delle tenebre.
È “il grande buio” che vuole spegnere ogni linfa e ogni simmetria, che lentamente sgretola la Luna e che senza Sole non permette a niente di fiorire, né di sopravvivere.
Mune – Il guardiano della Luna si muove dentro una trama poco articolata e senza particolari slanci narrativi, tuttavia al netto di una conseguenza intrigante di eventi, la morale arriva forte e chiara, abbracciando nell’amore per la difesa degli astri l’importanza di proteggere e di rispettare i nostri ruoli, come la natura che ci ospita.
È una cornice nella quale si percepisce l’influenza di alcune eccellenze dell’animazione (alcuni scenari miyazakiani in primis) e che eredita dal fantasy personaggi mitologici e paesaggistici campi lunghi. Un popolo di fauni che domina la notte, una fragile, ma coraggiosa creatura di cera, un guerriero d’ambra, sfavillante e vitale, e un destino legato a due imponenti templi mossi da un disegno quasi divino.
Si poteva usare l’idea con più ingegno (per ciò che riguarda la storia), l’antagonista è più furbo che cattivo e più di una personaggio rimanda a volti già conosciuti (il saggio Guardiano della luna ad esempio ricorda l’Oogway di Kung Fu Panda).
Alla poca originalità di superficie si aggiungono però notevoli giochi di luce e di fluorescenze stile Avatar che fanno piacere alla vista. Anche se, divertendoci a pensare un personale epilogo di qualità, la sequenza nella cava dei sogni, disegnata con un tratto semplice di matita, batte in magia qualsiasi sfida estetica.
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Scheda film:
Titolo: Mune – Il guardiano della luna
Regia: Alexandre Heboyan, Benoît Philippon
Sceneggiatura: Alexandre Heboyan, Benoît Philippon
Cast: Michael Gregorio, Izia Higelin, Féodor Atkine, Omar Sy, Davide Perino
Musiche: Bruno Coulais
Genere: animazione
Durata: 87’
Produzione: Onyx Films, Mikros Image, Kinology
Distribuzione: Notorius Pictures
Nazione: Francia
Uscita: 05/01/2015.
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