Larry “Doc” Sportello (Joaquin Phoenix – Il Gladiatore, The Master, Her) è un investigatore privato della Bay Area, ancora ancorato alla fase hippie benché l’America sia ormai entrata nei mitici anni 70. Un giorno la sua ex-fidanzata Shasta (Katherine Waterston), divenuta amante di un miliardario imprenditore dell’edilizia, Mickey Wolfmann (Eric Roberts), torna da Larry in cerca di aiuto: vuole infatti sventare il piano che la moglie di Wolfmann ed il suo amante stanno architettando per internare il ricco costruttore ed impossessarsi di tutti i suoi averi. Larry sarà trascinato, a sua insaputa, in un cammino che lo vedrà frequentare i luoghi più improbabili ed incontrare i personaggi più bizzarri e particolari di tutta la Los Angeles.
Cavalcando l’onda delle due nomination ricevute agli Oscar 2015 (Miglior Sceneggiatura non originale, Migliori Costumi), Vizio di Forma (Inherent Vice) arriva nelle sale italiane e si presta immediatamente ad una serie di molteplici interpretazioni, a testimonianza del fatto che il “vizio di forma” potrebbe risiedere proprio nella determinazione del genere. La pellicola infatti non mostra quasi mai il fianco allo spettatore, nascondendosi tra veli di giallo e dramma, bruscamente spezzate da segmenti di forte ironia, che spaziano dal sarcasmo alla risata, senza disdegnare qualche punta di grottesco. A fare da collante all’evidente pluralità di generi, una sceneggiatura (tratta dall’omonimo romanzo di Thomas Pynchon) avviluppante, coinvolgente, non lineare ma assolutamente chiara, che opera un sottile spaesamento solo quando necessario e che ci ripropone ciclicamente i suoi personaggi, da un Owen Wilson che, in fuga dalla famiglia, vaga tra feste private e sedute spirituali in centri di sanità mentale, ad un Josh Brolin che tra un “pancake giapponese”, facce da duro e tagliente ironia non fa nulla per nascondere la sua palese omosessualità.
I personaggi infatti sono, all’interno della suddetta sceneggiatura, cardine e motore del film. Gli innumerevoli spinelli di Doc ci trascinano con lui in una storia che non può non essere definita un vero e proprio trip in cui, annebbiati da marijuana e cocaina, si alternano personaggi grotteschi, esagerati, quasi a stemperare quel clima simil-noir che aleggia sulla pellicola. E se tutto ciò rappresenta quasi la pietra angolare del film, è infine lo stesso Paul Thomas Anderson a terminare nel modo migliore possibile l’intera costruzione, inserendo quelle due componenti che legano ciò che abbiamo citato: un continuo susseguirsi di annosi misteri e quel montaggio lento, disteso, rilassato, quelle inquadrature fisse su dialoghi che durano minuti e che vorremmo durassero un’eternità. E infine quel “tocco al neon”, un po’ retrò e malinconia, un po’ sesso, droga, Radiohead, Neil Young e Johnny Greenwood.
Benché lo stesso Anderson abbia citato le sue fonti e ispirazioni, individuate in Un bacio e una pistola, Il grande sonno (di cui c’è molto) e Il lungo addio, Vizio di forma deve essere considerato come entità a se stante, forse unico nella sua sagace commistione di generi, quanto nel suo intreccio volutamente mistico e appositamente contorto, testimonianza di un filone cinematografico rispolverato e rinnovato, stravolto, ma nelle componenti giuste, così da poterci consegnare una pellicola intensa e fresca nella sua straniante diversità. Il binomio Anderson-Phoenix funziona ancora una volta, dopo The Master, con il secondo che ci regala una performance straordinaria dimostrando le assolute capacità recitative, di adattamento ed espressive che gli permettono di inanellare l’ennesima grande soddisfazione personale.
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Scheda film
Titolo: Vizio di Forma
Regia: Paul Thomas Anderson
Sceneggiatura: Paul Thomas Anderson, Thomas Pynchon
Cast : Joaquin Phoenix, Josh Brolin, Owen Wilson, Katherine Waterston, Reese Witherspoon, Benicio del Toro, Jena Malone
Genere: Commedia, Giallo, Drammatico
Durata: 149′
Produzione: Ghoulardi Film Company, Warner Bros.
Distribuzione: Warner Bros. Italia
Nazione: USA
Uscita: 26/2/15
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