Tre quarantenni insoddisfatti della propria vita decidono di unirsi per creare una impresa ed aprire un agriturismo. A loro si aggiungono un rude comunista ed una ragazza incinta. Le minacce di un camorrista metteranno a rischio la realizzazione del sogno.
Le interviste, le dichiarazioni, gli inviti ad immedesimarsi coi personaggi e a reagire ai soprusi hanno fatto crescere in maniera eccessiva attese ed aspettative… forse troppo! Mentre Noi e la giulia è puramente una commedia, che scherza sul nervo scoperto della difficoltà di aprire una impresa in Italia fra corruzione e malavita, che non nasconde l’insoddisfazione per il mondo del lavoro, che deride l’impreparazione e l’incapacità di una intera generazione abituata o al posto fisso e sicuro o costretta ad arrangiarsi con ogni mezzo. Una commedia leggera che prova a far riflettere col sorriso e certo, non intende analizzare o dibattere su camorra e pizzo. Proprio nella rappresentazione della camorra e dei criminali, il film sconta la sua debolezza maggiore, perché il ritratto è bonario e caricaturale, con il boss di paese che nonostante le ferite all’onore reprime la sete di vendetta e cede alla vita bucolica, con i due ragazzi in vacanza da una parodia di Gomorra, col criminale che preferisce tornare a casa dalla moglie, piuttosto che portare a termine il suo “lavoro”. Senza il peso del messaggio, il film è godibile, genuino, divertente, con trovate anche notevoli, come la musica della radio della Giulia sotterrata, che dal terreno si diffonde per il casale o le continue baruffe tra i protagonisti con gli inevitabili scontri caratteriali. Ottime poi, le caratterizzazioni degli attori, tutti adeguati e perfetti nei ruoli: Claudio Amendola finalmente credibile al cinema; la “conferma” comica Stefano Fresi (Smetto quando voglio, Ogni maledetto Natale); Edoardo Leo controllato ed equilibrato nonostante il personaggio sopra le righe; Luca Argentero fortunatamente “animato”; Anna Foglietta dolce, tenera ed indifesa; Carlo Buccirosso di puro mestiere.
Dunque una buona pellicola da proteggere dalle infezioni della nostra commediaccia e da pensieri reconditi che non persegue, ma suggerisce col sorriso della canaglia.
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Scheda del film
Titolo: Noi e la Giulia
Regia: Edoardo Leo
Sceneggiatura: Marco Bonini, Edoardo Leo
Cast: Luca Argentero, Edoardo Leo, Claudio Amendola, Anna Foglietta, Stefano Fresi, Carlo Buccirosso
Genere: Commedia
Durata: 115′
Produzione: Warner Bros. Entertainment Italia e Italian International Film
Distribuzione: Warner Bros. Italia
Nazione: Italia
Uscita: 19/02/2015
Anto dice
Un vero peccato. La trama era stimolante, il cast appariva di tutto rispetto, l’ambientazione lucana bellissima, ispiratrice. Invece l’italica montagna cinematografica ha partorito l’ennesima triste banalità, Una concatenazione di luoghi comuni e infantilismi, condita con retorica abbondante che mira ad un ben preciso target audience, i no global-chic, guarda caso forse involontariamente impersonati dai clienti nel film, con portafoglio pieno portato rigorosamente a destra. I personaggi, poi: Amendola per cercare di tratteggiare il suo poco credibile Sergio è costretto a recitare delle banali sentenze che farebbero contorcere lo stomaco a Ken Loach; Argentero, che di solito è bravo, qui è palesemente a disagio, piatto, poco credibile come l’accento artefatto che forse nemmeno lui sa quale vuole rappresentare. Unica vera eccezione è Buccirosso, a suo agio perchè gioca in casa ed è comunque bravo anche in circostanze difficili come questa. Anche i tentativi di dare qualche guizzo di vitalità alla retorica sono tristi: davvero si pensava di dare colore con la scena del WC da stappare? Trito e ritrito, prevedibile fino al decimo di secondo. Molto meglio i personaggi minori, tutti bravi e convincenti. Anche la lotta alla camorra, tema che comunque “ci stava”, diventa un mezzuccio fastidiosamente indifferente verso l’autentica drammaticità del fenomeno. Stessa cosa dicasi per l’immigrazione, ci vengono propinati personaggi concepiti come se fossimo nel ventennio (il principe guerriero del Ghana??? Ci manca solo l’esploratore cotto in pentola) . E che dire della lezioncina, anzi, del pippone retorico finale sul pugno chiuso? Meglio tacere, per rispetto di chi ci crede ancora veramente. Difficile avere fiducia sulla rinascita di un cinema autoreferenziale che premia un prodotto mediocre e infantile con 2 Nastri d’argento, 2 David di Donatello etc. etc. . Nessuno dirà che il re è nudo, che stiamo diventando imbarazzanti nel nostro essere niente, nel produrre sempre e solo il niente ben confezionato… anche se questo niente incassa 4 milioni di euro, portati rigorosamente nel portafoglio a destra. Buon per loro… e buona visione a tutti.