Già campione olimpico nel 1984 a Los Angeles nella disciplina delle lotta libera, Mark Schultz (Channing Tatum) è deciso a fare di tutto per vincere sia i campionati mondiali del 1987 ad Indianapolis che quelli olimpici del 1988 a Seoul. Ingaggiato dal Team Foxcatcher, guidato e finanziato dal miliardario John E. du Pont (Mark Ruffalo), inizierà un difficile percorso che lo porterà prima al distacco dal fratello Dave (Steve Carell), 7 volte medaglia d’oro tra olimpiadi e mondiali, all’ombra del quale aveva sempre vissuto, e all’incrinarsi dell’inizialmente idilliaco rapporto con du Pont.
Dopo l’avventura olimpica di Louis Zamperini ai Giochi Olimpici del 1936, il grande schermo ci consegna un’altra storia vera di un atleta contemporaneo. Benché però l’esperienza di Zamperini fu solo accessoria in una vita che lo ha visto poi coinvolto in naufragi, guerre e prigionie, per Mark Schultz il discorso è ben diverso. La lotta libera è infatti nel DNA degli Schultz, plurimedagliati ed eccellenze statunitensi nella disciplina, con entrambi i fratelli che hanno dedicato gran parte della loro vita a questo sport.
Foxcatcher però non è semplicemente il racconto di un miracolo sportivo, ma è il drammatico discernere su una vita difficile e tormentata di un atleta che, suo malgrado, ha avuto a che fare con la persona sbagliata. John E. du Pont è infatti un miliardario che, giunto probabilmente alla conclusione di non aver mai avuto un vero scopo nella sua esistenza, si autoconvince di essere il più fervido sostenitore di un insensato patriottismo che si risolve nella malsana volontà di far raggiungere l’oro olimpico ai suoi atleti, quelli del Team Foxcatcher, ignaro del fatto che una medaglia dona gioia al proprio vincitore, non ad uno pseudo allenatore. Perennemente influenzato dal giudizio di una madre severa e rigida, egli non può che essere un danno per Mark, inducendolo ad un atteggiamento di alienazione e apatia piuttosto che motivarlo.
La sceneggiatura è semplice, lineare e non si distacca più di tanto dalla vicenda reale (benché si tratti di una sceneggiatura originale). Sia gli sceneggiatori che il regista Bennet Miller infatti non osano nè rischiano inserimenti romanzeschi o di mero intrattenimento. Preminenza assoluta è infatti destinata ai dialoghi, strutturati su profonde e lunghe inquadrature fisse che smorzano un ritmo del film in generale piuttosto lento. Lentezza che va a contrapporsi con il dinamismo, raro e occasionale, delle lotte di Mark, fatte di istanti e rapidità, gioia e sofferenza. Quella che potrebbe sembrare un’anonima quanto mediamente piacevole (ma sicuramente non esaltante) produzione, è “nobilitata” da due interpretazioni eccellenti, che ben si inseriscono in una sceneggiatura scandita da continui dialoghi che non fanno altro che esaltarne le doti, e che si prestano al tocco registico di Miller. Dave Schultz e du Pont sono infatti le figure più convincenti della pellicola, così tanto profondamente analizzate, caratterizzate e curate (da garantire ben 2 nomination agli Oscar agli attori, una per Carell e una per Ruffalo) da abbandonare al proprio destino il protagonista. Channing Tatum (già fortemente criticato in Jupiter, benché si tratti di una produzione agli antipodi con quella in questione) risulta ancora un attore incompleto. L’atteggiamento burbero, un’espressività decisamente da rivedere e una dialoghistica limitata a qualche monosillabo sparso rendono Mark un personaggio evanescente, vuoto e nel complesso poco credibile.
Non fatevi dunque ingannare dalle gigantografie pubblicitarie che campeggeranno fuori dai nostri cinema esponendo a caratteri cubitali la scritta “Candidato a 5 premi Oscar”. Considerato ciò che abbiamo espresso, il film ne meritava (o almeno, meritava di concorrere per) una soltanto delle statuette, quella di Miglior Attore non protagonista (senza togliere meriti a Carell, ma l’Eddie Redmayne di quest’anno era troppo anche per lui). Foxcatcher, in sostanza, non può essere additato con un brutto film. E’ il proseguo di un filone biografico-avventuroso dalle scadenti e sbiadite tinte thriller di cui non si sentiva la mancanza, ma che può regalare buoni spunti e portare a nuova gloria storie del passato ormai dimenticate.
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Scheda film
Titolo: Foxcatcher – Una storia americana
Regia: Bennett Miller
Sceneggiatura: Dan Futterman, E. Max Frye
Cast : Channing Tatum, Steve Carell, Mark Ruffalo, Sienna Miller
Genere: Thriller, Biografico, Drammatico
Durata: 134′
Produzione: Annapurna Pictures, Likely Story, Media Rights Capital
Distribuzione: BiM Distribuzione
Nazione: USA
Uscita: 5/3/15
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