Fuggire dal proprio passato, scappare dai vacui e lontani ricordi di un trascorso glorioso che, cosi come un incubo si presenta nei sogni tranquilli e desta colui che dorme, entra prepotentemente in quel presente ormai abbandonato al più inevitabile dissapore e alla più cruda sconfitta personale.
Riggan Thomson, attore cinematografico in declino e reso celebre per aver vestito i panni di un supereroe sul grande schermo, Birdman appunto, cerca di abbandonare per sempre i panni della figura che lo ha reso famoso, cercando di riscattare la propria carriera a Broadway, dirigendo ed interpretando uno spettacolo teatrale tratto dall’opera What We Talk About When We Talk About Love di Raymond Carver.
Ma sebbene volare fosse una prerogativa di Birdman, non lo è per lui; troppo attaccato alle radici del suo personaggio cinematografico e attanagliato dalla paura di sfigurare, di non riuscire ad essere rivalutato dal pubblico andrà incontro a continue crisi nevrotiche e perdita di certezze dovute oltre che alla sua professione anche ad un contesto familiare ed economico precario e fragile che non gli permetterà di spiccare il volo.
Il regista messicano Alejandro González Inarritu (regista di ottime pellicole come 21 Grammi del 2003, Babel del 2006 e Biutiful del 2010) ritaglia un quadro distopico e assai grottesco come quello dello spettacolo e delle arti visive, dove ogni cosa non è come sembra ma cela una doppia verità. Una critica a quella società dove spesso basta poco per essere lanciati in un successo clamoroso, ma svoltato l’angolo della fama e della notorietà si può essere catapultati nel dimenticatoio e nell’abisso dell’ordinarietà. In una pellicola che molto prende dalla disciplina teatrale, per il lavoro svolto dagli attori e per la capacità tecnica del regista e degli sceneggiatori, il dialogo risulta essere di fondamentale importanza e di particolare impatto. Questa particolare incisività sul dialogo, sui punti di vista e sulle varie personalità (da quella ambiziosa e allo stesso tempo insicura di Edward Norton, nel film un attore talentuoso che vuole fare carriera, a quella depressa e sognatrice di Emma Stone, nel film la figlia di Thomson) è in grado di far emergere le diverse sfacettature di una realtà spesso così distorta, spesso cosi viziata dall’interesse personale e dall’emancipazione del proprio ego.
Grazie all’interpretazione del protagonista, Michael Keaton (proprio lui il protagonista di Batman di Tim Burton del 1989), il film si fa carico di un profondo contenuto umano e sociale dove, quasi paradossalmente, il protagonista per quanto si ponga l’obiettivo di vivere con la sua professione le vite dei suoi personaggi, non riesce a vivere la propria. Un presente in continua tensione tra la propria coscienza, il proprio passato e la voglia di riscattarsi in un mondo aperto alle etichette, al giudizio gratuito e ai pregiudizi. Una società dove forse è troppo facile scomparire (è il caso di Thomson) e troppo difficile risulta, invece, rinascere dalle proprie ceneri.
Grazie anche ad un ricercato ed unico piano sequenza, la pellicola ha fatto razzia di Oscar durante l’87^ edizione degli Academy Awards, tenutasi al Dolby Theatre di Los Angeles il 22 febbraio 2015, aggiudicandosi le statuette nelle categorie Miglior Fotografia, Miglior Sceneggiatura Originale, Miglior Regia e Miglior Film.
Scheda del film
Titolo: Birdman
Regia: Alejandro González Iñárritu
Cast: Michael Keaton, Zach Galifianakis, Edward Norton, Andrea Riseborough, Amy Ryan, Emma Stone, Naomi Watts, Merritt Wever, Natalie Gold, Joel Garland, Clark Middleton
Genere: commedia
Durata: 119′
Produzione: M. Productions, Worldview Entertainment
Distribuzione: 20th Century Fox
Nazione: USA
Uscita: 05/02/2015
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