Se con la band statunitense Black Keys e le loro canzoni (ricordo Gold on the Ceiling e Lonely Boy appartenenti all’album El Camino del 2011) la scena rock internazionale aveva iniziato a riabilitarsi nel panorama musicale dei primi anni 2000, in un periodo di torpore creativo, con la band inglese Royal Blood si può dire che il genere sta andando incontro ad un completo rinnovo senza però perdere di vista l’ineccepibile tradizione che lo ha reso celebre, e quindi artisti come Led Zeppelin, Black Sabbath, Nirvana e tanti altri.
Domenica 29 marzo, all’Alcatraz di Milano si respirava un’aria frizzante. Vagheggiava ancora il ricordo della data di novembre 2014, sempre a Milano, annullata per motivi di salute di uno dei componenti della band, ma l’attesa si faceva palpabile.
Band nata a Brighton in Inghilterra, i Royal Blood sono un duo formato dal cantante/bassista Mike Kerr e dal batterista Ben Thatcher.
Il concerto inizia alle 21.35, preceduto dall’esibizione quantomai povera di inventiva e troppo monotona dei Bad Breeding che non riescono ad andare oltre la prestazione urlata del cantante.
Il pubblico non aspetta altro che sentire il suono graffiante, duro ed esplosivo della band inglese che non tarda ad arrivare ed inizia, come da scaletta, con la canzone Hole.
Bastano due canzoni di saluto per il duo, che incorona con la tanto attesa Figure it out un successo che partiva ben prima del loro arrivo sul palco.
Energici, insaziabili e coinvolgenti sono un misto tra il suono tipico delle band Garage rock (chiamate così perchè formatesi spesso nei garage delle proprie abitazioni) e il genere post-grunge caratterizzato da riff distorti (nel nostro caso un basso e non una chitarra) derivati dal grunge puro.
E così, sulla scia di band come Nickelback, Alter Bridge e Foo Fighters, il cui leader Dave Grohl ha espressamente definito i Royal Blood “una delle sue band preferite nel panorama musicale contemporaneo”, il duo si pone lontano da ogni schema e dà libero sfogo ad un’intensa seppur breve esibizione, dato l’unico album pubblicato.
Saranno le ultime canzoni Ten Tonne Skeleton e Out of the black a far diventare l’Alcatraz una bolgia e ad incorniciare il talento di due ragazzi che fanno della musica dal vivo un momento per divertirsi e far divertire.
Intensità, passione e determinazione sono le parole d’ordine dei Royal Blood che fanno tornare a sperare in un genere che ha vissuto un’epoca d’oro, difficile da replicare, e che è forse troppo spesso accantonato dall’inesauribile e quantomai giusta necessità di vendere dischi che soddisfino il cambio generazionale.
I giovani inglesi però hanno dato prova della loro potenza e dirompenza sul palco, due animali da palcoscenico che non faranno fatica a mostrare il loro talento e daranno sicuramente un contributo fondamentale al genere più puro per eccellenza.
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