Deon Wilson (Dev Patel), ingegnere della ditta Tetravaal, ha sviluppato dei formidabili automi in grado di ristabilire l’ordine pubblico in una città finita nella turbolenta spirale della criminalità organizzata. Dopo lunghe ricerche Deon riesce addirittura a sviluppare un programma che dia una coscienza ai robot, rendendoli unità senzienti che, come bambini, apprendono giorno dopo giorno, provano sentimenti ed emozioni. Costretto ad operare in segreto in seguito al veto aziendale sull’applicazione del nuovo progetto, egli lo testa su un robot danneggiato e destinato alla distruzione: CHAPPiE è il suo primo esperimento, curioso e incontrollabile, in bilico tra il mondo del suo “creatore” e quello tetro ma affascinante della malavita di Johannesburg. Sullo sfondo, un ingegnere-militare rivale, Vincent Moore (Hugh Jackman), il cui progetto MOOSE è stato scartato proprio per promuovere quello di Deon.
Neill Blomkamp è un regista che ha sempre vissuto a pane e fantascienza, collezionando un acclamatissimo esordio come District 9, per poi cogliere un terribile fallimento con il criticatissimo Elisium. Ciò a conferma che Humandroid poteva e doveva rappresentare per il regista sudafricano la direzione da intraprendere in un crocevia che lo poneva davanti alla strada del successo e a quella del fallimento. Blomkamp, con la collaborazione della moglie Terri Tatchell, rispolvera un suo vecchio corto datato 2004, Tetra Vaal, adattandolo ai canonici 120 minuti del film medio. Il risultato è un lavoro di riempimento e di filling cinematografico non certo impeccabile. Il film presenta infatti numerosi passaggi di transizione in cui è in costante evidenza lo sviluppo e l’apprendimento di CHAPPiE. Il robot infatti comincerà anche a sviluppare pensieri interessanti sia sulla natura umana, che sulla vita e la morte, ma prima dovrete sorbirvi almeno quattro o cinque scene di apprendimento base, da asilo-elementari che, benché accelerate dalle straordinarie capacità cognitive del robot, innervosiscono lo spettatore e ne distolgono l’attenzione da quello che è lo snodarsi degli eventi.
Le trovate di Blomkamp inoltre, che punta fortissimo sull’ironia destata dal comportamento di CHAPPiE, hanno una data di scadenza ben precisa. L’automa risulta infatti simpatico e divertente, ma le gag non si rinnovano e sono inoltre estremizzate ai limiti del patetico tanto da risultare alla lunga snervanti. Come nel caso dell’apprendimento, la serietà emerge quando ormai è davvero troppo tardi per riparare ciò che di disastroso viene fatto nella prima parte. Senza contare il fatto che molto spesso ciò che si prova a fare per contenere i danni molto spesso non fa altro che peggiorarli.
C’è una linea sottile infatti tra il fantascientifico e l’inverosimile tendente al ridicolo. Blomkamp amoreggia abbastanza con la seconda, per poi lasciarcisi cadere completamente partorendo un finale che potremmo definire ai limiti del malato e dell’insano. A lungo infatti ci si sofferma sul come poter trasferire la coscienza umana (già inverosimile, ma ci può stare) e robotica (come fa ad esistere, se deriva da un programma progettato da un calcolatore?) in altri robot. L’errore è però alla base di quella che vuole essere la definizione di coscienza: Humandroid vuole convincerci che sia possibile racchiudere l’ANIMA umana all’interno di una chiavetta USB. Non i nostri pensieri, scientificamente riducibili ad impulsi elettrici e quindi ipoteticamente individuabili, ma la nostra anima, quel “soffio vitale” (o essenza divina, a seconda del credo) che ci rende umani. CHAPPiE sarebbe potuta essere l’occasione per compiere una critica del mondo in cui viviamo attraverso un robot che cresce e vede con occhi estranei la società, fatta di sofferenza, dolore e brutalità in cui si trova a crescere un robot “diverso” dagli altri, impaurito e spaesato in un mondo crudele. La pochezza e la tardività dei contenuti veri della pellicola non fanno altro che rendere però vana la suddetta occasione.
Se a ciò si aggiungono due criminali pret-a-porter come Yolandi Visser e Watkin Tudor Jones, perfettamente calati nel loro stereotipo di rifiuti della società, viste le loro esperienze nel mondo del rap sudamericano, e una Sigourney Weaver e un Hugh Jackman sostanzialmente sprecati in ruoli marginali e con segmenti ridotti all’osso, lei imprenditrice senza scrupoli ed interessata esclusivamente al mero lucro, lui cattivo poche parole e tanta rabbia così poco abbozzato da non avere neanche un profilo psicologico credibile, viene da chiedersi se sia davvero una saggia mossa affidare il proseguo della saga di Alien (previsto per il 2016), ad un regista così pericolosamente altalenante (e almeno per ora, molto verso il basso).
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Scheda film
Titolo: Humandroid (CHAPPiE)
Regia: Neill Blomkamp
Sceneggiatura: Neil Blomkamp, Terri Tatchell
Cast : Sharlto Copley, Hugh Jackman, Sigourney Weaver, Dev Patel, Yolandi Visser, Josè Pablo Cantillo, Watkin Tudor Jones
Genere: Azione, Fantascienza
Durata: 120′
Produzione: Sony Pictures Entertainment, TriStar Pictures
Distribuzione: Columbia Pictures, Sony Pictures Entertainment
Nazione: USA, Sudafrica, Messico
Uscita: 9/4/15
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