Spesso ci si dimentica che dietro un film non c’è solo cast e regia, ma è necessaria anche una solida produzione che sostenga ed indirizzi in modo puntuale un progetto destinato al grande pubblico. Il progetto, in questo caso, è Pitch Perfect 2, nelle sale italiane dal 28 maggio e distribuito da Universal Pictures. Abbiamo scambiato qualche opinione a tu per tu con il produttore, nonché marito della regista Elizabeth Banks, Max Handelman in un’elegante stanza dell’Hotel De Russie.
Tra le sue produzioni ricordiamo il celebre The Surrogates (Il mondo dei replicanti) con Bruce Willis e Rosamunde Pike. Com’è stato passare da una produzione fantascientifica di questo tipo ad un film completamente diverso e molto particolare come Pitch Perfect?
Beh, è diverso, molto diverso. Penso che quando sei coinvolto in una produzione Sci-Fi e con delle grandissime star come Bruce Willis, il lavoro è sicuramente più grande. Con Pitch Perfect, in confronto, c’è stato sicuramente meno da fare ma allo stesso tempo era molto coinvolgente. Abbiamo lavorato ogni singolo giorno in maniera molto specifica e dettagliata. Con una produzione come Pitch Perfect ciò su cui bisogna rimanere concentrati è sicuramente il tono, perché se il tono cambia o se perdi di vista il tono di un film di questo tipo, la commedia inevitabilmente cambia, tutto cambia.
Immagino sia molto diverso lavorare con attori come quelli di Pitch Perfect, che vengono da un ambiente attoriale completamente diverso, rispetto a quelli con cui era abituato. Per lei Pitch Perfect è una sorta di sperimentalismo della musical comedy, un genere completamente diverso da illustri precedenti come High School Musical che non hanno un aspetto di commedia tanto quanto Pitch Perfect 2. C’è molta ironia, un’ironia forte, un sottile e simpatico razzismo nei confronti di diverse etnie e nei confronti degli stessi americani.
Si, la prima cosa che bisognerebbe chiarire è che Pitch Perfect si differenzia dal musical perché lo abbiamo sempre visto come una commedia con della musica, non un musical con della commedia, un musical divertente. Il tipo di humor che abbiamo usato, a volte irriverente, altre oltraggioso e magari offensivo è il modo che riteniamo le persone di quell’età parlino l’una con l’altra, come i ragazzi interagiscano, perché è autentico, spontaneo.
Considerando ciò che è venuto prima di Pitch Perfect come musical TV series di cui Glee potrebbe essere l’esempio più rappresentativo, e considerando l’importanza delle serie TV e dei talent show musicali come X-Factor e The Voice, potrebbe avere successo e potrebbe tramutarsi in realtà una serie su Pitch Perfect?
La verità è che siamo veramente concentrati sul rilascio di Pitch Perfect 2 e sul suo successo che non abbiamo nessun tipo di progetto in alcun modo. Speculando, potrebbero esserci sicuramente varie opzioni per il brand, ma penso sia un po’ presto pensarci ora come ora, magari riparlandone tra sei mesi potrei avere un’idea più chiara.
Ciò che salta all’occhio di Pitch Perfect 2 è sapersi porre come un social-movie. Nel primo capitolo la canzone Cups (When I’m Gone) divenne un fenomeno straordinario tanto da entrare alla seconda posizione della Billboard 200 e guadagnarsi oltre 200 milioni di visualizzazioni su YouTube. Pitch Perfect 2, con la sua nuova canzone Flashlight inserita dalla produzione e cantata da Jesse J, può porsi in maniera altrettanto social?
Beh, vedremo. Non immaginavamo che la Cups Song avesse un successo tale dopo il rilascio del film. Siamo molto contenti per Flashlight, scritta da Sia e interpretata da Jesse J, due grandi nomi nell’industria musicale. Non forzeremo nessuno a considerare Flashlight come la nuova Cups Song, ma sono convinto che molti adoreranno questa canzone e riponiamo in essa grande fiducia.
Rinnovo i complimenti per il film, e la ringrazio per il tempo concessoci
Grazie a voi.
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