Alla sessantottesima edizione del Festival di Cannes Sorrentino presenta Youth, suo secondo film in lingua inglese (dopo This must be the place) che genera reazioni contrastanti tra la stampa ed esalta il pubblico che lo tributa con quindici minuti di applausi. Non resta che aspettare il responso della giuria…
Volendo brevemente soffermarci sull’impianto narrativo dell’opera, Youth ci introduce alla lussuosa e rilassante vacanza di due vecchi amici in un hotel sperduto tra le Alpi svizzere (per mera curiosità ricordiamo che lo Schatzalp Hotel di Davos – dove è avvenuta la maggior parte delle riprese – è lo stesso citato da Thomas Mann ne La montagna incantata). Fred Ballinger, interpretato da un magistrale Michael Caine, e Mick Boyle (Harvey Keitel) sono rispettivamente un compositore e direttore d’orchestra ormai in pensione (e in nessun modo intenzionato a riprendere alcun tipo di attività lavorativa) e un regista anch’esso affermato e pieno di riconoscimenti che invece è intento a scrivere la sceneggiatura del suo ultimo film, il suo testamento spirituale.
I due ottantenni sono contornati da altri personaggi che, chi con maggiore rilievo chi con meno, accompagnano le loro pacate giornate estive. Tra tutti accenniamo a uno pseudo-Maradona e a Miss Universo che nelle loro brevi comparse generano godibili momenti di ironia. Ironia, leggera e briosa ironia, perché Youth è anche questo.
Sorrentino ancora una volta dopo La grande bellezza riesce a rendere indissolubile quella sintesi tra forma e contenuto che quasi vanifica gli sforzi di chi ormai critica la sua estetica e il suo formalismo; verrebbe da dire che sono così in unità e così armoniosamente avvolti l’una all’altro che solo a posteriori è possibile scindere i due aspetti. Youth è inquadrature raffinate, è la superba e ricercata fotografia di Luca Bigazzi, è la colonna sonora che accompagna con piena presenza il susseguirsi delle scene.
Che poi Youth sia una riflessione sui grandi problemi che l’uomo si è posto sin da quando ha iniziato a riflettere su di sé, a prendere coscienza della propria natura, è evidente; e dunque Sorrentino parla di vita, di morte, di tempo, di giovinezza e di vecchiaia… che poi possiamo dire essere tutti lati della stessa poliedrica figura che è l’esistenza.
La giovinezza ha in sé la vecchiaia e la vecchiaia la giovinezza, ma non è tanto questo il cardine, a parere di chi scrive, dell’opera di Sorrentino. Premettendo che i piani di lettura del film sono molteplici, perché molteplici sono gli spunti e le possibilità di approcciarsi a un’opera che resta a tratti ineffabile e con una valenza che si conforma allo spettatore (e questo è uno dei maggiori meriti dell’opera di Sorrentino, quello di essere un film che non detta leggi o interpretazioni che siano legate al qui e ora, è un film che sfugge al particolare, che rappresenta l’universale) quello che si presenta prepotentemente sullo schermo non è tanto la storia di Fred e Mick, quanto una presa di consapevolezza della vecchiaia che non è quell’entità estranea che da giovani sembra così impenetrabile e così lontana. È la storia della costanza del sé, dell’io che si conserva protagonista della propria vita e che finché lo fa rimane, se così vogliamo dire, proprio.
Youth è la presa di coscienza che i vecchi non sono la vecchiaia, non sono la saggezza, la nostalgia o la malattia. Sono come tutti noi, come i bambini, i giovani, gli adulti, persone che scalano quella montagna che è la vita e che hanno un passato alle loro spalle molto più esteso del loro futuro.
Ma, contro la tendenza degli ultimi anni del cinema d’autore ad occuparsi di quel binomio di vecchiaia e morte, il messaggio del regista rimane positivo. Finché ci sono gli affetti, finché ci sono le passioni, finché c’è l’emozione e il desiderio c’è la vita e anche agli anziani non resta che trascorrere il tempo presente, senza troppo angosciarsi del futuro.
Il film di Sorrentino emoziona e se, come riflette Mick Boyle in una battuta del film, “le emozioni sono tutto quello che abbiamo” è bene che si dedichino due ore del prezioso tempo che è la nostra vita a questa opera.
Scheda film
Titolo: Youth
Regia: Paolo Sorrentino
Sceneggiatura: Paolo Sorrentino
Cast: Michael Caine, Harvey Keitel, Rachel Weisz, Paul Dano, Jane Fonda, Paloma Faith, Madalina Ghenea, Sumi Jo
Genere: drammatico
Durata: 118′
Produzione: Indigo film
Distribuzione: Medusa film
Nazione: Italia
Uscita: 20 maggio 2015
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