Dopo un pomeriggio un po’ povero di ospiti a causa del buco lasciato dall’assenza dello youtuber Francesco Sole, arriva sul palco del Festival per l’ultimo incontro della giornata Fabrizio Biggio, componente del duo comico de I Soliti Idioti (anche Francesco Mandelli avrebbe dovuto prendere parte al Festival ma ha dovuto dare forfait a causa di problemi di salute).
Ma come nasce quello che ormai è un duo comico famosissimo nel nostro paese? A spiegarcelo è proprio Biggio: “Ci siamo incontrati a MTV dove avevamo entrambi due programmi diversi. Abbiamo provato a fare un progetto insieme e sin da subito è sembrato che ci conoscessimo da sempre, è stato come in una storia d’amore, come quando incontri una donna e capisce sin dal primo momento in cui le parli che c’è una sintonia totale”.
L’attore ha poi continuato il suo discorso spiegando le basi su cui si fonda il programma: “Ci paragonano sempre a qualcuno, ma con Francesco il nostro unico intento artistico è la libertà di poter fare quello che vogliamo come lo vogliamo fare. Quando abbiamo iniziato ‘I soliti idioti’ c’hanno detto che avevamo la terza serata, che quindi il programma non l’avrebbe visto nessuno e che potevamo fare qualsiasi cosa: bellissimo, ci siamo sentiti liberi. Dopo aver fatto la prima puntata ci siamo messi a riguardarla e non abbiamo riso per nulla: c’erano troppi tempi morti e anche i produttori di MTV erano spaventatissimi da questi silenzi, che però si sono rivelati essere la chiave del successo del programma: pensate ad esempio alla gag della postina. Certo, vai un po’ controcorrente rispetto alla comicità moderna in cui devi avere sempre le battute pronte, ma a noi piace così”.
Un lavoro completo, che non finisce alla recitazione, ma che comprende anche le fasi di scrittura e montaggio come spiega lo stesso Biggio: “Facciamo tutto da noi. Quando iniziano a censurarti poi inevitabilmente riescono a condizionarti così tanto da spingerti all’autocensura, cosa che noi abbiamo sempre cercato di evitare cambiando anche un po’ gli standard della comicità del nostro paese”.
Spazio per parlare anche delle due ‘maschere’ forse piu’ famose del duo, Ruggero e Gianluca De Ceglie: “La cosa incredibile di Ruggero è che abbiamo preso un personaggio e gli abbiamo messo tutti i difetti possibili ma alla gente sta comunque simpatico. Se è ispirato un po’ a De Laurentiis? No comment (ride ndr). All’interno del programma era comunque protetto dal contesto, mentre col film abbiamo rischiato un po’ di piu’ forse ingenuamente perché abbiamo puntato solo su questi due personaggi. Ma del resto si sa, siamo sempre divisi tra chi ci ama e chi ci odia. Certo potrebbero evitare di augurarmi la morte e dirmi “non mi fai ridere” però fa nulla!”.
Il terzo film si è invece “staccato” da quel programma che ha dato ai due comici la notorietà ma ha forse subito i lavori precedenti dei due: “E’ quello che volevamo fare sin dall’inizio, però è stato vittima dei nostri film precedenti perché chi amava quei due personaggi è rimasto deluso e non l’ha visto, chi invece non li amava ha iniziato a non ridere piu’ nemmeno con noi e quindi l’hanno evitato pure. Se è stato piu’ difficile girare film o fare Sanremo? Sanremo senza dubbio, perché quando recitiamo aldilà del contesto facciamo qualcosa che ci viene naturale“.
Infine si parla di futuro e Biggio spiega: “Se continueremo ancora? Una volta la maestra di mia figlia, che non mi conosceva, mi disse: “Senta… Sua figlia mi ha detto che lei per lavorare si veste da donna…” e lì ho iniziato a farmi qualche domanda, quindi non so dirvi dove mi vedo tra 5 anni. Siamo una coppia ma ognuno fa ciò che gli piace, anche da solo, vedi Francesco che ha fatto ‘Squadra Antimafia’ e vederlo così serio mi ha fatto troppo ridere. Io lavorerei con Francesco anche tra 20 anni, il tutto però è avere delle idee valide per poter continuare bene e anche la capacità di sapersi fermare quando queste idee non ci sono”.
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