Se nella MasterClass con Richard Gere si era anche parlato di cinema indipendente, l’occasione per parlare in maniera piu’ approfondita dell’argomento è stato l’incontro con un’attrice che è riuscita a coinciliare in maniera splendida i suoi lavori in questa tipologia di produzioni con i successi ottenuti davanti al grande pubblico: stiamo ovviamente parlando di Patricia Arquette.
Vincitrice di un Academy Awards per la sua intepretazione nel film ‘Boyhood‘, l’attrice ha parlato proprio del lavoro svolto con Richard Linklater per un progetto tanto atipico quanto eccezionale, durato 12 anni: “Mi chiamò Richard (Linklater, regista del film ndr) chiedendomi: “Che progetti hai per i prossimi 12 anni?” Mi ha parlato di questo film, gli ho chiesto piu’ informazioni sul ruolo e ho detto subito di sì. La struttura del film era molto chiara sin da subito, però i riferimenti al mondo reale li abbiamo inseriti man mano che passavano gli anni per rendere il tutto piu’ vicino ai cambiamenti che avvenivano. Richard ci chiamava per una settimana ogni anno, in quei 7 giorni giravamo tutto ciò che dovevamo girare e poi ci rivedavamo dopo un altro anno. E’ stata una fantastica esperienza perché siamo cresciuti insieme e perché col tempo siamo diventati praticamente una famiglia. Ho capito sin da subito che era qualcosa di magico, ma avevamo paura delle critiche soprattutto per i ragazzi piu’ giovani, ma la pellicola è stata accolta benissimo sin dalle prime proiezioni. Il regista? Richard ha praticamente fatto un film sugli esseri umani. E’ la persona piu’ lontana da Hollywood che conosco, mette sempre da parte il proprio ego, l’unica cosa che gli interessa è raccontare le sue storie”.
Un film che, come abbiamo detto, ha portato l’attrice a vincere il Premio Oscar nella categoria ‘Miglior attrice non protagonista’ che a Los Angeles ringraziò con un discorso toccante: “Il discorso agli Oscar? Ho pensato al personaggio di ‘Boyhood’ e a tutte quelle donne che lottano nella vita di tutti i giorni e che avrebbero una vita piu’ facile se avessero una sicurezza economica tale da poter garantire delle certezze ai propri figli. Oggi il 50% delle famiglie americane è composto da madri single che crescono i figli da sole e questo ha un impatto fortissimo sulla società“.
Ma come è nata la passione per la recitazione? Ce lo spiega la stessa attrice: “Vengo da una famiglia che amava l’arte e quindi i miei genitori mi hanno insegnato molto. Non ho mai sognato di diventare un’attrice cinematografica a essere sincera anche se sono piu’ che grata di esserlo diventata. Il mio desiderio era solo quello di lavorare con gente che rispetto e ho sempre voluto accettare ruoli che mi facevano paura perché significava che probabilmente erano parti difficili e ne valeva la pena”.
Prima di ‘Boyhood’ l’attrice ha conosciuto la fama mondiale anche grazie alla serie TV ‘Medium’: “Mi ha dato la possibilità di sperimentarmi in qualcosa di nuovo. Mi è piaciuta l’idea della serie TV perché è una forma di intrattenimento democratico che arriva a tutti quanti visto che non ha praticamente costi per lo spettatore. E poi per certi versi si ricrea ciò che avviene con le compagnie teatrali visto che lavori per tanti anni con le stesse persone. Un’esperienza davvero molto positiva”.
Si parla poi del suo rapporto con l’Italia e l’attrice Premio Oscar spiega: “Il cinema italiano è sempre stato qualcosa che ti avvolge e ti coinvolge, ho imparato ad amare l’arte anche grazie ai vostri film perché, a differenza del cinema americano, anche i film ad alto budget hanno un contenuto artistico davvero importante che li rende simili ai film d’autore. Non ero mai stata in Sicilia e sono davvero grata di essere in un Festival che è conosciuto in tutto il mondo visti i nomi che sono passati di qui. Spero di poter tornare presto qui per visitare meglio anche questa splendida isola”.
Infine domanda di rito sui progetti futuri su cui la Arquette dice: “Mi sono arrivate diverse sceneggiature per nuovi film che però non mi hanno del tutto convinto. Dovrebbe uscire però a breve il film che ho fatto con Martin Scorsese e sto lavorando alla nuova serie di CSI che si concentra sui crimini informatici: per la prima volta questa serie ha una protagonista femminile e credo che il tema trattato sia uno dei piu’ rilevanti del nostro tempo”.
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