Nella splendida cornice della Casa del Cinema, immersa nel verde di Villa Borghese a Roma, noi di MyReviews abbiamo avuto l’occasione di intrattenere una piacevolissima conversazione con il paleontologo, divulgatore scientifico, scrittore e giornalista italiano, nonché voce narrante fuori campo in Minions – Il film, Alberto Angela. La pellicola di animazione targata Universal Pictures che arriverà nelle sale italiane dal 27 agosto.
Cosa chiedere ad Alberto Angela? Ovviamente un’introduzione scientifica ai Minions. Veniamo subito accontentati – I Minions agiscono in gruppo, un po’ come noi. L’unico modo per sopravvivere era ed è rimasto il gruppo, per contrastare la paura ancestrale di rimanere soli. Sono un’armata Brancaleone.
L’attenzione si sposta subito sulla prima esperienza al doppiaggio E’ stato un fulmine a ciel sereno, – esordisce – ho chiesto ai miei figli se andava bene e ho accettato questa avventura. Ho imparato a modulare la voce, come un accompagnamento all’immagine, durante le mie esperienze televisive. Ciò mi è servito sicuramente nel doppiaggio. Mi sono divertito molto, non avevo mai fatto un doppiaggio di un cartone animato. Si sofferma poi sull’importanza della voce, fondamentale sia nel suo lavoro di tutti i giorni, che in questa particolare esperienza – Qui non ti si vede, hai solo la voce. E’ una bella sfida. Mi piace dare una sensazione, un risultato emotivo, solo con la mia voce. Essa è un veicolo per l’immagine. Devi usare la voce in maniera particolare, bisogna adattarla all’immagine: se l’immagine è seria la voce dovrà essere esagerata, quasi arrivare al paradosso. Mi divertivo tantissimo a riguardare le varie scene che doppiavo. E prosegue con il suo processo di adattamento alla parte di narratore d’eccellenza della storia dei Minions – la voce è una via di mezzo tra il serio ed il caricaturale. Deve stare al gioco, si tratta di un serio con il sorriso, per lanciare la battuta che sta arrivando. C’è stata inoltre la necessità di adattare all’inglese. Non avendo molta esperienza ho utilizzato una tecnica tutta mia, non ho usato quasi mai le cuffie, ma ho seguito le immagini, un po’ come faccio solitamente con i miei programmi.
I Minions sono ormai un fenomeno globale. Anche Alberto Angela ne è rimasto piacevolmente colpito, insieme ai suoi figli, e ne approfitta per raccontarci anche del suo rapporto con i film d’animazione – Dei Minions mi piace l’ironia, le parole che, anche se inventate, sono esilaranti. Quell’ingenuità e quell’entusiasmo che sprigionano. Il loro obiettivo è far stare insieme genitori e figli e ridere assieme. E’ un bell’aspetto quello di questi film, di riunire spesso persone che passano separati gran parte della giornata. Da piccolo adoravo “Fantasia”ma in passato era la nostra immaginazione ad aggredire l’immagine, ora è l’immagine che prende noi.
Sottolinea inoltre l’importanza del racconto e del saper raccontare – Mi piace molto l’idea di poter raccontare – e aggiunge – il racconto è importante, è nato nella preistoria, insieme al fuoco. E’ importante avere delle capacità narrative, il nostro passato è fatto di racconti. Sul recente metodo di raccontare la storia attraverso ricostruzioni sceniche e con attori di eventi realmente accaduti, i reenactment, precisa – Esistono vari modi di raccontare la storia. La grande storia è fatta di piccole storie, storie personali. Spesso ci avvaliamo nelle nostre puntate di collaborazioni con gruppi storici in cui ricreiamo le battaglie, lo abbiamo fatto anche per una prossima puntata su Annibale in cui abbiamo ricostruito la battaglia del Lago Trasimeno. I reenactment sono degli archeologi sperimentali, che vivono la storia in ogni aspettano e raccontano l’archeologia in un modo particolare.
C’è spazio anche per il tema dell’emotività e della cura dei dettagli, sia nelle divulgazione scientifica che al cinema – L’animazione ha due varianti, quella del divertimento dei Minions e quella che usiamo noi (Bozzetto, nello stesso Quark). E’ molto importante stimolare un’emozione nello spettatore, passeranno sempre in secondo piano quei dati raccontati senza passione ed emotività, come gran parte delle cose insegnate a scuola. E aggiunge – Molti film storici potrebbero raccontare le cose come realmente accadute. Ci sono film straordinari da questo punto di vista, Il Gladiatore ad esempio, che magari sbagliava su alcuni piccoli dettagli come la fattura dell’elmo, che non era quello, ma è molto importante che i film storici siano il più possibile basati sulla realtà. Interstellar spiega la relatività in modo particolare, ma comprensibile. Lancia delle pillole che la gente può approfondire a livello storico e tecnico-scientifico. E’ finita l’epoca del peplum, quando si fa un film si cerca di essere il più precisi possibile sulle ricostruzioni, si punta sulla vita quotidiana.
Sulla trasposizione del documentario dal piccolo al grande schermo e sulle recenti esperienze dei documentari e dei docu-film al cinema, Angela sembra avere le idee molto chiare, e richiama ad un recente documentario su Pompei prodotto dalla BBC e uscito nelle sale statunitensi – Si poteva fare meglio. Da italiano se vado a Pompei non mostro cose tipo i gladiatori o i lupanari, ma la vita quotidiana del fornaio e come egli faceva il pane croccante. Pompei è piena di luoghi comuni: non si vedeva il vulcano, la data è sbagliata, eravamo ad ottobre e non ad agosto, trovi le noci, i fichi secchi e la gente vestita pesante, non è arrivata una sola goccia di lava, non vi era acqua, non funzionavano le terme. Questa è cattiva informazione. Abbiamo la grande possibilità di spiegare le cose come potrebbero essere spiegate, senza spettacolarizzazione tramite cliché. In televisione ciò funziona, abbiamo un Paese che una specie di Louvre del mondo, tutte le epoche della storia racchiuse nei nostri confini, dalla Preistoria al Rinascimento e all’Illuminismo. Abbiamo tante potenzialità, mi piacerebbe fare una cosa del genere. Solo attraverso la conoscenza possiamo proteggere il nostro patrimonio, noi lo facciamo in televisione, che ha una portata che ci garantisce efficacia. Il cinema ci fa vivere una magia diversa, più concentrati e più immersi.
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