Italia paese di cantautori. Tra i tanti che negli ultimi anni si sono affacciati sul panorama musicale del nostro paese c’è anche Manuel Rinaldi. Era il 2001 quando con i Pupilla pubblica i singoli ‘Estate fantastica’ e ‘Sono in festa‘ e da allora il suo percorso musicale è continuato portandolo fino in Inghilterra dove il cantautore emiliano ha iniziato a lavorare al nuovo album da solista. Su queste fondamenta nasce ‘10minuti‘, un disco caratterizzato da una spiccata dose di provocazione e ironia con cui si affrontano i temi e le situazioni più diverse. Da questo album è stato estratto anche il singolo ‘Adele‘ che – ancora in rotazione radiofonica – ha riscosso un buon successo di critica e di pubblico grazie ad un sound energico ed accattivante. Noi di MyReviews abbiamo contattato in esclusiva Manuel Rinaldi per parlare con lui del suo disco e dei suoi prossimi progetti musicali.
Il brano ‘Adele’ – estratto dall’album ’10minuti’ – è sicuramente un pezzo molto particolare perché è capace di scatenare sentimenti ed emozioni diverse tra loro. Come è nato questo brano?
Stefano Leonardi, l’ autore che ha contribuito con me alla stesura di gran parte dei brani del disco, un giorno mi mandò una mail il cui il soggetto era “Adele”. Incuriosito dal titolo, il cui nome è proprio lo stesso della figlia di Stefano, iniziai a leggere e trovai quel testo geniale e profondo. In pochi minuti composi la musica e nacque “Adele” la canzone di cui stiamo parlando. E’ un brano in cui un padre parla alla figlia in maniera schietta e sincera mettendola in guardia su quello che potranno essere le difficoltà percorrendo la vita e, nello stesso tempo la incita a non mollare mai e di credere nei sogni perché in fondo, non costa niente sognare.
Parlando invece proprio dell’album ’10minuti’: qual è il processo creativo che si cela dietro a un tuo disco e in particolare ovviamente dietro a questo?
Il mio processo creativo parte tutto dalla mia chitarra; mi metto in casa a suonare e nasce una melodia solitamente. Il testo segue la musica e in quel preciso momento esprimo concetti a cui voglio dare voce. Non mi preoccupo di dire: “adesso scrivo una canzone”, ci ho provato ma con scarsi risultati. Le mie canzoni nascono perché devono nascere e non perché sono forzate. Ovviamente ci sono le fasi più o meno creative che per me vanno di pari passo ai miei stati d’animo. Da qui arriva una pre-produzione che solitamente compongo nel mio piccolo home-studio in cui la canzone prende già una forma abbastanza completa per quanto riguarda la stesura e le sonorità fino ad arrivare alla produzione vera e propria che viene confezionata in uno studio professionale. Per quanto riguarda l’album “10 minuti”, sono andato a ripescare canzoni di diversi anni fa e le ho riarrangiate e in più ho lavorato a brani in cui vi è la firma di Stefano Leonardi come autore. ’10 minuti’ è stato pensato in Inghilterra ma costruito in Italia. Quando sono rientrato dall’oltre manica ho preso la decisione che avrei fatto uscire un mio disco e così è stato.
C’è tra i brani che compongono il disco uno a cui sei più legato/dietro cui c’è una storia più particolare? Perché?
Il brano numero 10 “E continua a suonare” è una canzone che esisterà sempre. E’ stata scritta in onore di un Uomo scomparso e dedicata a Lui e alla sua Famiglia. Inizialmente era “la canzone numero 8” (Emi sa a cosa mi riferisco) poi è diventata “E continua a suonare” ma per qualcuno forse, rimarrà sempre la “canzone numero 8”. Ci sono anche “l’Alternativa” e “Se ci pensi”, 2 brani a cui sono particolarmente legato.
C’è qualcuno a cui ti ispiri – o a cui ti sei ispirato ai tuoi esordi – per lo stile di scrittura delle tue canzoni?
Ho sempre ascoltato parecchia musica fin da bambino e ne ascolto parecchia tutt’ora… non la radio (trasmettono sempre le stesse cose), mi vado a cercare personalmente la musica. Questo è un album che ha diverse influenze per quanto riguarda le sonorità e i testi. Diciamo che sono attratto da chi “esce un po’ dagli schemi”, lo hanno fatto in passato Vasco, Battiato e Battisti che sono riusciti a comunicare “alla loro maniera”, con il loro modo di interpretare la musica che li ha resi unici. Cerco di seguire questo filone, faccio quello che voglio alla mia maniera.
Hai continuato il tuo lavoro anche dall’Inghilterra. Come ti ha aiutato nella tua crescita musicale poterti confrontare con un contesto così diverso?
E’ proprio da lì che ’10 minuti’ è stato pensato. L’Inghilterra mi ha aiutato a essere libero di esprimermi come voglio, senza fermarmi a cosa può pensare l’uno o l’altro, questo sia nella vita che nella musica. Vivere in terra inglese è stato un percorso indispensabile per la mia crescita, devo molto a quella esperienza che mi ha aperto gli orizzonti. Ho acquisito un modo di relazionarmi con la musica che prima probabilmente non avevo e me lo sono portato dietro in Italia per fare il mio disco.
Cosa puoi dirci riguardo ai tuoi progetti futuri?
Uscirà un nuovo singolo e sto lavorando al mio nuovo disco che sperò uscirà entro la fine di quest’anno.
Lascia un commento