Kate Macer (Emily Blunt), esperta agente dell’FBI, viene inserita dal proprio capo Matt Graver (Josh Brolin) in una task-force d’èlite per gestire le criticità al confine tra Stati Uniti e Messico relative al traffico di droga e al nuovo cartello instauratosi al di là della frontiera. Costretta a lavorare con Alejandro (Benicio Del Toro), enigmatico consulente dal passato più che controverso, Kate arriverà a rimettere tutte le sue convinzioni in discussione, compresa la sua considerazione della sottile divisione tra bene e male.
Considerando che l’ultima esperienza della maggioranza degli spettatori con narcotraffico e cartelli sudamericani della droga risale probabilmente ai tempi di Breaking Bad, è possibile che il ricordo della tematica in questione sia più che positivo. A livello cinematografico l’ultimo tentativo, risalente al lontano 2012 con il poco fortunato Le Belve di Oliver Stone (sempre con Benicio Del Toro, tra l’altro), non desta invece sensazioni incoraggianti. Ma Sicario è diametralmente differente rispetto agli esempi citati, catapultandoci solo apparentemente in quella che sembra un’operazione su larga scala all’interno del narcotraffico. Sia a livello di trama che di sceneggiatura infatti la prima ora abbondante è una vera e propria copertura di ciò a cui realmente ambiscono i protagonisti e la pellicola stessa.
Ciò che immediatamente evidente è la solita e puntuale cura registica di Denis Villeneuve, arrivato al settimo lungometraggio con la potente spinta di essere stato presentato a Cannes 68. Anche stavolta, dopo Prisoners (con Hugh Jackman e Jake Gyllenhaal) il regista canadese arruola l’ormai fedelissimo Roger Deakins alla fotografia (12 nomination agli Oscar), ed i risultati sono più che visibili. Alla direzione ordinata ed elegante di Villeneuve si aggiungono movimenti di macchina, angoli di campo e inquadrature eccellenti, particolari, capaci di cogliere l’inaspettato e l’insolito in scena.
Come detto però, il film tenta di nascondersi per più di un’ora per non rivelare il suo vero fine. Ne risente fortemente sia lo sviluppo dell’intreccio che l’attenzione dello spettatore. Il film procede lento e compassato per oltre la metà del suo runtime per subire una brusca accelerata solo nel finale. I personaggi non sembrano distaccarsi troppo dallo stereotipo iniziale che viene loro affibbiato: Emily Blunt diviene irrimediabilmente l’agente FBI ignaro di tutto e di tutti, costantemente sopraffatta dal susseguirsi delle vicende, così come Del Toro non è altro che il burbero sudamericano (ben interpretato, non c’è che dire) che già da un po’, o forse da troppo, sta continuando a riproporre.
A Sicario manca la capacità di coinvolgere, l’empatia capace di avvicinare lo spettatore alla vicenda, manca una vera e propria sceneggiatura. Alcune scene dall’apparente aspetto significativo si rivelano non essere altro che riempitivi che trovano sfogo in epiloghi che non ne giustificano l’inserimento nella pellicola, ma soprattutto le vicende tra FBI e narcotraffico non sembrano davvero mai decollare, spostando nell’ultima ventina di minuti gli equilibri dell’opera su Del Toro e sulla sua questione personale. L’impressione è che la prima parte del film sia stata costruita per occultare un finale estemporaneo, completamente slegato rispetto alla vicenda, ed inevitabilmente sono proprio il finale e la vicenda di Alejandro a risvegliare l’entusiasmo e l’attenzione ormai sopiti dello spettatore. Di fronte al suddetto epilogo, il resto del film sembra quasi un riempitivo, sicuramente ben girato, indubbiamente bello a vedersi, ma estremamente vuoto e fine a se stesso.
Scheda film
Titolo: Sicario
Regia: Denis Villeneuve
Sceneggiatura: Taylor Sheridan
Cast : Emily Blunt, Benicio Del Toro, Josh Brolin, Victor Garber, Jon Bernthal, Jeffrey Donovan, Raoul Trujillo, Maximiliano Hernández
Genere: Azione, Drammatico, Thriller
Durata: 121′
Produzione: Black Label Media, Thunder Road Pictures
Distribuzione: 01 Distribution
Nazione: USA
Uscita: 24/9/15
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