Classe ’48, pioniere della musica elettronica Jean Michel Jarre ritorna sulla scena internazionale con un nuovo album che sa molto di novità rispetto ai successi mondiali Oxygene ed Equinoxe che l’hanno consacrato come uno dei massimi esponenti del genere.
Electronica 1: The Time Machine, il nuovo progetto musicale, vede protagoniste numerose collaborazioni con artisti del calibro di Pete Townshend degli Who, Boys Noize, Laurie Anderson, Moby, John Carpenter, Vince Clarke (Depeche Mode), Fuck Buttons e musicisti come Armin Van Bureen, Massive Attack maggiormente legati al suddetto genere.
Una lunga gestazione quella dell’album che vedrà la pubblicazione della prima parte, grazie alla casa discografica Music Affair Entertainment Ltd (divisione Sony), il 16 ottobre 2015 e della seconda nel 2016.
Se da una parte c’è la voglia di rimettersi in gioco, dall’altra c’è la consapevolezza che in un genere quantomai difficile come questo è necessario rinnovarsi.
Nulla è lasciato al caso anche se la gestazione dell’album è partita senza sapere quale sarebbe stato il risultato finale, tanto che lo stesso artista dichiara che non si aspettava così tanti artisti a bussare alla sua porta per collaborare con lui.
Noi di MyReviews l’abbiamo incontrato all’Hotel De La Ville in occasione degli MTV Digital Days a Monza.
“L’Elettronica non è un genere musicale, Elettronica è un modo di fare musica che contiene tanti generi attraverso cui si esprime, ma definire Elettronica non è definire un genere musicale, ed è la ragione per cui la gran parte dei dj sono sound designer, più che musicisti. ” Jean-Michel Jarre
Ogni genere musicale si è portato dietro o è nato da una piccola rivoluzione, qual è la prossima?
La tecnologia ci porterà ad un punto in cui riusciremo a creare musica effettivamente in 3D, non come quella di adesso che è frontale.
Se mentre parlo la mia voce esce in mono e percepita in surround perchè c’è l’ambiente che la deforma e ne crea differenti onde sonore, per quanto riguarda la musica questo non è stato approfondito dal punto di vista tecnico e deve essere un’esperienza non soltanto per chi l’ascolta ma anche per chi la compone.
E’ nata una nuova tecnologia che permette di creare musica che ti dà l’impressione del 3d reale con un semplice paio di cuffie. Quattro delle tracce che ci sono nell’album sono state mixate con questo sofisticato algoritmo che ti avvolge completamente, non come la tecnologia “olofonica” che ha ancora problemi di phasing e di pratica dinamica.
Com’è nata la collaborazione con little boots e come mai è l’unica pop star che c’è all’interno delle collaborazioni?
Ho scoperto Little Boots su YouTube facendo una ricerca in cui l’ho trovata mentre suonava l’arpa laser, uno strumento spesso utilizzato nei miei concerti, e poi ho scoperto che ha una nota di elettro pop (che fa parte del genere dell’elettronica) che si sposava perfettamente col progetto. Poi seguendo un po’ come faceva musica mi è sembrato di vedere una versione di me stesso al femminile più giovane che sperimentava con la musica e che ha fatto un album intero da solo a casa con il suo equipaggiamento, iniziando a lavorare con i suoni, con gli strumenti in modo molto basilare.
Ultimamente Paul van Dyk e tanti altri anche a Tomorrowland stanno avvicinando il discorso delle orchestre al mondo della musica elettronica, fatta con il concetto elettronico. Cosa ne pensi e secondo te è una moda passeggera o può ritagliarsi un posto nel mercato?
Ricordo l’esempio di Jeff Mills che ci eravamo dimenticati e che inseriva violini nelle sue produzioni.
E’ un’evoluzione naturale per ogni genere musicale, è stato cosi per il jazz con Chet Baker e poi per il rock, per il pop, non soltanto evolversi nella massima aspirazione di riproduzione musicale con un’orchestra sinfonica, ma anche il fatto di confrontarsi in qualità di artista con un’orchestra. E’ una cosa che continuerà.
Hai uno studio fornitissimo, essere circondato da cosi tanti strumenti, tastiere, condiziona l’essere umano e talvolta anche le produzioni o rende indifferente le persone?
Non ho una risposta, però riprendo il fatto che avere tanta tecnologia ci dà la sensazione di non avere limiti in quello che possiamo fare e questo può creare a chi non è pronto un senso di vertigine, la “sindrome del foglio bianco” per voi giornalisti. Va creato in autonomia un proprio limite; la mia sfida maggiore è stata di connettere la mia idea, quello che volevo comunicare, con la scelta dello strumento più adatto per esprimerla, per cui puoi avere a disposizione tanta tecnologia intorno poi devi conoscerla tutta quanta bene per poterla utilizzare al meglio.
Puoi anticiparci qualcosa sul tuo prossimo tour?
La mia idea è di ritornare l’anno prossimo a fare live. Sono interessato ad andare ai festival, un po per stravolgere il concetto di festival, che è un po codificato, chiaro, ci sono dei limiti precisi. Il primo è che la gente pensa di essere libera, ma è li davanti allo stage che è quel rettangolino. Tu sei in quello spazio e devi condividerlo con altri cento artisti e tu non sai se la gente è li per te.
Sto finendo l’album e il passo successivo sarà quello di pensare a come poter stravolgere, appunto in una maniera nuova, il concetto di partecipazione al festival e sto lavorando al mio tour personale.
Comunque il focus, indipendentemente dalla tecnologia, è sempre sulla creazione del contenuto. La tecnologia c’è a disposizione, a portata di tutti. La barriera prima era quella economica, ora tutti possono averla, ma è il contenuto che viene creato con questa tecnologia.
In questo momento le compagnie che stan traendo maggior profitto dai contenuti, quindi le compagnie tecnologiche (google, apple, spotify) dovrebbero in qualche modo rendersi conto che i creatori del contenuto hanno un potere contrattuale maggiore.
Ringraziamo ancora Jean Michele Jarre per l’opportunità concessaci e vi ricordiamo che Electronica 1: The Time Machine sarà disponibile dal 16 ottobre.
https://itunes.apple.com/it/album/electronica-1-time-machine/id1012484745
Questa la tracklist:
- The Time Machine (JMJ & Boys Noize)
- Glory (JMJ & M83)
- Close your eyes (JMJ & AIR)
- Automatic (part 1) (JMJ & Vince Clarke)
- Automatic (part 2) (JMJ & Vince Clarke)
- If..! (JMJ & Little Boots)
- Immortals (JMJ & Fuck Buttons)
- Suns have gone (JMJ & Moby)
- Conquistador (JMJ & Gesaffelstein)
- Travelator (part 2) (JMJ & Pete Townshend)
- Zero Gravity (JMJ & Tangerine Dream)
- Rely on me (JMJ & Laurie Anderson)
- Stardust (JMJ & Armin van Buuren)
- Watching you (JMJ & 3D (Massive Attack))
- A question of blood (JMJ & John Carpenter)
- The train & the river (JMJ & Lang Lang)
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