Nel mondo distopico creato dal regista greco Yorgos Lanthimos siamo di fronte ad una realtà surreale, grottesca dove coloro che non hanno trovato l’amore della loro vita sono costretti a soggiornare in un hotel per un periodo di 45 giorni, soggetti ad un regolamento costrittivo, durante il quale dovranno trovare la loro anima gemella. Pena, il venire trasformati in un animale a loro scelta e mandati nel bosco che circonda la struttura.
David (interpretato da un ottimo Colin Farrell, che in film come Minority Report, Alexander, In Bruges impersonava caratteri più lineari e meno introspettivi) si trova a dover vivere sulla sua pelle questa condizione di carcerazione emotiva, in cui un sentimento naturale come quello dell’amore viene stravolto dalla convenienza e perde tutta la sua sincerità.
Prossimo a terminare la sua permanenza da uomo nell’edificio, il protagonista vedrà come unica soluzione la fuga nel bosco, abitato dai Solitari, individui fuggiti dall’hotel e ora cacciati come prede, che si prefiggono come regola l’abolizione di relazioni sentimentali con altri individui e vivono nella solitudine.
Ma, quando si innamorerà di una solitaria, le cose per lui cambieranno profondamente.
Una pellicola paradossale con una amarezza e una violenza di fondo che portano lo spettatore a domandarsi a quanto possa arrivare la perversione umana.
Il regista greco, qui alla sua quinta opera (coerente con i suoi precedenti lavori), trova nella sceneggiatura uno dei punti di forza, resa al meglio anche grazie all’interpretazione degli attori; da ricordare la presenza nel cast di Lea Seydoux (La Vita di Adele e presto in 007: Spectre), John C. Reilly (Magnolia, Gangs of New York, Carnage) e Rachel Weisz (Oscar alla migliore attrice non protagonista nel 2006 per The Constant Gardener – La cospirazione).
Un film bipartito con un taglio abbastanza netto tra la prima e la seconda parte: la prima metà sviluppa alcuni paradossi sulla vita di coppia, la seconda invece ci mostra l’evoluzione del vero sentimento del protagonista.
Due poli opposti a cui il personaggio andrà incontro inevitabilmente scoprendo forse cosa realmente significa amare.
Lanthimos propone delle domande a cui volutamente non vuole dare risposta ma lascia libero arbitrio allo spettatore. Quanto è profondo e vero l’amore che noi proviamo nei confronti dell’amato/a? E’ così necessario trovare una controparte?
Da inserire nel genere della Fantascienza sociologica, The Lobster evidenzia le capacità del regista dal punto di vista narrativo, mostrando però una tecnica ancora in fase di evoluzione che a tratti può stancare (un chiaro esempio sono le ripetute scene rallenty, che a volte sembrano forzate) ma che vede momenti di puro ingegno creativo.
The Lobster è la raffigurazione di una società devastata dall’egoismo, talvolta gratuito, degli individui che la compongono, il tutto velato da una patina di black humour che ha reso il film sicuramente appetibile alla critica e al pubblico; non a caso, presentato al Festival di Cannes 2015, ha concorso per la vittoria della Palma d’Oro e il regista ha ottenuto il Premio della Giuria.
Scheda film
Titolo: The Lobster
Regia: Yorgos Lanthimos
Cast : Colin Farrell, Rachel Weisz, Léa Seydoux, Ben Whishaw, John C. Reilly, Olivia Colman, Ashley Jensen, Roger Ashton-Griffiths, Ariane Labed, Jessica Barden, Michael Smiley, Ben Whishaw, Angeliki Papoulia
Genere: Fantascienza, Thriller
Durata: 118′
Produzione: Element Pictures, Scarlet Films
Distribuzione: Good Films
Nazione: Grecia, Regno Unito, Irlanda, Olanda, Francia
Uscita: 15/10/15
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