Le confessioni di Thomas Quick è un documentario che ricostruisce la storia di Sture Bergwall, uomo con gravi disturbi psichiatrici e gravi dipendenze da droghe sin da adolescente, il quale adottò il nome di Thomas Quick (riprendendo il cognome dalla madre) in quanto ritenuto più adatto alla carriera di serial killer.
Attraverso una serie di ricostruzioni, interviste, video d’archivio e soprattutto dichiarazioni dello stesso Sture Bergwall, il regista, Brian Hill, presenta un quadro delle vicende che determinarono le confessioni di ben 40 omicidi e la successiva ritrattazione di tutte le sue dichiarazioni, in seguito all’interessamento da parte del giornalista Hannes Råstam al caso dell’ Hannibal Lecter svedese.
Attraverso la ricostruzione dei retroscena familiari e soprattutto medici e terapeutici (il serial killer fu ricoverato presso degli ospedali psichiatrici per 21 anni), sembra emergere una presa di posizione da parte del regista che tende ad attribuire, com’è ovviamente giusto, una notevole responsabilità ai medici e al metodo da loro adottato per ottenere le dichiarazioni del loro paziente e in secondo luogo alla polizia e alla magistratura che condussero le indagini.
Le schermate nere con le scritte che riportano la decisione da parte di alcuni medici e poliziotti di non concedere delle interviste e non prendere parte al documentario risultano particolarmente evidenziate. Sembra che Brian Hill voglia sottolineare con enfasi che la mancata testimonianza sia un’ammissione di colpa codarda, un comportamento moralmente riprovevole.
Le confessioni di Thomas Quick è un interessante quanto ben fatta testimonianza di uno dei casi che più scosse profondamente ed emotivamente il mondo svedese per anni.
Scheda film
Titolo: The confessions of Thomas Quick
Regia: Brian Hill
Cast: –
Genere: documentario
Durata: 94′
Nazione: Regno Unito
Uscita: 19/10/2015 (Festa del cinema di Roma)
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