Dopo la musica, le immagini: è online su Vevo il videoclip di “Quali Alibi“, il brano che anticipa il nuovo disco di inediti di Daniele Silvestri, e che a pochi giorni dalla sua pubblicazione è già in alta rotazione sui principali network radiofonici.
“Il nuovo “sound” trovato con una band inventata dal nulla, la mia personale infatuazione per il gioco quasi enigmistico nell’uso delle parole, il tema più o meno sotterraneo dell’attualità che ci circonda” così Daniele Silvestri aveva “fotografato” questo primo brano.
Nel videoclip, che assume i contorni di un micro-film, questa fotografia viene trasposta con maestria grazie a un’ambientazione a metà tra il passato e il futuro, tra droni che assumono le sembianze di colibrì e operai che si ribellano e non accettano di “abbassare la cresta” davanti al malaffare.
Il tutto con lo stesso Silvestri che si sdoppia e interpreta simultaneamente i due protagonisti.
Non solo il cantautore, ma anche le sue parole, quelle del brano, sono le grandi protagoniste del video: dapprima immortalate ne “La voce del megafono” (titolo di un vecchio quotidiano immaginario ma anche del nuovo sito-giornale di Silvestri), vengono poi utilizzate, scomposte e ricomposte, prestandosi al grande gioco del “demiurgo” Silvestri.
“Il video non racconta in modo didascalico ciò che dice la canzone – spiega Fernando Luceri, il regista – Abbiamo piuttosto cercato di dare vita ad una “realtà ucronica” in cui si usa una società che non esiste per raccontare le deviazioni politiche e sociali della società reale.
L’immaginario a cui ci siamo riferiti è anch’esso figlio di epoche diverse: ci sono Blade Runner e Marlene Dietrich, la computer grafica e una vera fabbrica, vecchi giornali quotidiani e schermi al plasma.”
Il video è stato girato nello stabilimento Colacem di Galatina e nel Castello di Corigliano d’Otranto.
La produzione è stata affidata a “Passo uno”, realtà pugliese molto attiva nel campo dei videoclip, documentari e cortometraggi. La fotografia è di Francesco di Pierro, le scenografie di Gianfranco Protopapa, i costumi di Alessandra Polimeno e il trucco di Paola Rizzo e a Maria Renna. L’organizzazione è stata a cura di Salvatore Caracuta.
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