Erano quattro piccoli surfisti e poi non ne rimase nessuno. La banda di ladri di Kathryn Bigelow è stata rimpiazzata con un gruppo di poliatleti estremi, capeggiati da Bodhi che fu il carismatico Patrick Swayze, oggi mediocre Édgar Ramírez.
Il nuovo Point Break cambia ovviamente facce, ma anche rotta, anzi “Punto di rottura”, sradicando il titolo dal nesso originale dei fondali marini sopra cui il giovane Reeves dava la caccia al topo per agganciarlo al precipizio vita/morte su cui oscillano i protagonisti. Ericson Core punta al filosofico, accenna conflitti personali, condivide adrenalina, si avvicina all’amore, azzera il sarcasmo e carica l’action. Tutto nuovo? No, tutto troppo poco. I ribelli sono diventati sportivi giramondo, un po’ Robin Hood, un po’ amici e un po’ opportunisti, con buona pace della Bigelow che nel ‘91 costruiva azione e dramma sui pilastri di un bromance impossibile.
Questo remake incontra la Hollywood del “più grande è meglio”, convinta che le attrazioni possano sostituirsi alle storie senza creare danni. I veri protagonisti sono gli inseguimenti e gli splendidi panorami che vi fanno da sfondo, sono le sequenze straordinarie, pure e reali, opera di professionisti e folli del cielo. Nessuno stunt, niente eccessi di computer grafica, ma free climbers, snowboarder, B.A.S.E. jumper, che con camera in spalla hanno reso tangibili le prospettive eccezionali di prove estreme, nonché la percezione della gravità tanto citata. Il problema è che mentre loro hanno saputo negoziare coi propri limiti Core ha trascurato i suoi, riducendo il film a una serie di lanci vertiginosi con più tatuaggi che espressioni, più spiegoni che legami.
Ironia vuole che proprio lungo la ricerca di un significato profondo, persino ambientalista, si approdi a un vuoto imbarazzante. Il regista scopiazza qui e là qualche scena, ma fraintende tutto ciò che era importante nella pellicola originale. Lascia indietro il gruppo (ché tanto “ci si rivede dopo la morte”), confina l’unica presenza femminile al ruolo di discepola illuminata (addio pure alla tostissima Lori Petty) e sottovaluta il rapporto tra Utah e Bodhi (comprensibile grazie a un passato già scritto, non certo per qualsiasi senso di relazione emotiva). Se non bastasse dimentica Pappas (il personaggio che fu di Gary Busey non è più consistente dello zucchero filato) e consegna a un insipido Luke Bracey il compito di essere l’agente Utah (e se Keanu Reeves interpreta lo stesso ruolo meglio di te, sarebbe il caso di farsi una domanda).
Strada facendo diventano labili i dialoghi, la logica e neppure è facile avvicinarsi emotivamente a qualcuno, visto che i membri del gruppo sono intercambiabili e gli altri sono minimizzati dall’azione. Infine, tanto per rimarcare cosa è stato e cosa non è più, l’ex presidente James LeGros appare per cinque minuti nei panni di un ispettore FBI. Godetevi lo spettacolo perché il cuore è altrove.
Scheda film
Titolo: Point Break
Regia: Ericson Core
Sceneggiatura: Kurt Wimmer
Cast: Edgar Ramirez, Luke Bracey, Teresa Palmer, Ray Winstone, Delroy Lindo
Musiche: Tom Holkenborg
Genere: azione
Durata: 114’
Produzione: Warner Bros., Alcon Entertainment
Distribuzione: Eagle Pictures
Nazione: USA
Uscita: 27/01/2016
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