La seconda guerra mondiale si è da poco conclusa e l’aria che si respira in tutti gli Stati Uniti è decisamente pesante. Con la sconfitta dell’Impero tedesco e l’ascesa di USA e URSS come Paesi vincitori, si profila ben presto la celebre divisione postbellica fra blocco occidentale (unito dal Patto Atlantico) ed il blocco comunista (tenuto insieme dal noto Patto di Varsavia). Il comunismo viene ben presto demonizzato in tutto l’Occidente, così come gli affiliati all’ideologia. Dalton Trumbo, celebre sceneggiatore e scrittore per numerose produzioni hollywoodiane, pagherà a carissimo prezzo i suoi controversi ideali, venendo ostracizzato ed escluso da ogni possibilità lavorativa. Ma non sarà questo a fermarlo.
Non tutti immaginano chi possa esserci dietro al celebre giro per Roma in Vespa di Audrey Hepburn e Gregory Peck. O meglio, molti si fermano a quel Ian McLellan Hunter che gli annali hanno a lungo riportato tra gli sceneggiatori. Eppure dietro il capolavoro vincitore dell’Oscar nel 1954 c’è il soggetto (ai tempi completamente scisso dalla sceneggiatura) realizzato in segreto da Dalton Trumbo, costretto a vendere la sua creazione perché impossibilitato, per i suoi ideali, ad intrattenere qualsiasi tipo di rapporto con il mondo di Hollywood e del cinema americano, poiché identificato come possibile portatore di malsani contenuti ed ideologie sugli schermi dei cinema americani, insieme ai suoi Hollywood Ten, quel gruppo di professionisti del cinema che si rifiutò categoricamente di testimoniare di fronte alla Commissione per attività anti-americane contro Trumbo stesso.
L’ultima parola – La vera storia di Dalton Trumbo è un biopic cinematografico sul cinema stesso e sulle difficoltà da esso incontrate nel secondo dopoguerra. Reclutato un eccezionale Bryan Cranston (che dopo la consacrazione con Breaking Bad non smette più di stupire), Jay Roach, regista che ci aveva abituato a produzione decisamente meno impegnate come Austin Powers e Ti presento i miei/Mi presenti i tuoi?, si ritrova a dirigere una storia dalle enormi potenzialità condita da un cast di assoluto rispetto che, oltre al già citato Cranston, annovera Diane Lane, Helen Mirren, Elle Fanning e Louis C.K. insieme a John Goodman. L’intreccio si snoda attraverso le varie vicissitudini di Trumbo, sottolineando soprattutto l’immensa mole creativa durante il periodo di ostracismo: dalle produzioni indipendenti a capolavori a lungo sommersi, ciò che emerge infatti dal personaggio di Dalton Trumbo è un’incredibile tenacia nel lavorare anche a progetti decisamente non alla sua altezza pur di mantenere la sua famiglia e garantirle un’esistenza dignitosa. Odiato, discriminato e pubblicamente deriso, lo sceneggiatore del Colorado emerge in tutte le sue stranezze, riportate in maniera verosimile e assolutamente fedele dall’emotiva ed empatica prestazione di Bryan Cranston, capace, nella sua interpretazione, di cogliere la duplice personalità di Trumbo tanto da meritarsi nomination al miglior attore ai BAFTA, ai SAG, ai Golden Globe e, dulcis in fundo, agli Oscar.
La scelta vincente è quella di cogliere la vita di Dalton Trumbo non solo nella sua strenua lotta alla libertà di pensiero e di idee, ma anche nella sua assurda quotidianità, nel suo frenetico modo di lavorare (che, nei momenti di più alta tensione richiama l’instabilità di un Walter White, con le dovute proporzioni). L’inserimento nel film di star dell’epoca, contrarie e favorevoli all’operato dello sceneggiatore (da un “americanissimo” John Wayne ad un ben più comprensivo Kirk Douglas) contestualizza perfettamente il soggetto e dona alla pellicola una veridicità storica apprezzabile (variando anche gli schemi classici del biopic). L’opera permette infatti di portare alla luce le altre meraviglie di Trumbo, dall’altro premio Oscar The Brave One alle sceneggiature dello Spartacus di Stanley Kubrick a Exodus di Otto Preminger. I monologhi di Cranston conferiscono infine al film, oltre ad una discreta componente retorica, alti momenti recitativi capaci di toccare le corde più profonde dello spettatore, conscio di trovarsi di fronte ad una personalità controversa e fortemente ostacolata, ma dal contributo cinematografico inestimabile, oltre che faccia a faccia con il fallimento della democrazia e le stridenti contraddizioni del mondo di Hollywood.
Scheda film
Titolo: L’ultima parola – La vera storia di Dalton Trumbo
Regia: Jay Roach
Sceneggiatura: John McNamara
Cast : Bryan Cranston, Diane Lane, Helen Mirren, Louis C.K., Elle Fanning, John Goodman, Michael Stuhlbarg, Alan Tudyk, Adewale Akinnuoye-Agbaje, Dean O’Gorman, Stephen Root, Roger Bart, David James Elliot, Peter Mackenzie, John Getz, Christian Berkel
Genere: Drammatico, Biografico
Durata: 124′
Produzione: Groundswell Productions, Inimitable Pictures, ShivHans Pictures
Distribuzione: Eagle Pictures
Nazione: USA
Uscita: 11/2/16
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