Eddie Mannix (Josh Brolin) è un fixer della Hollywood degli anni ’50, ovvero una persona deputata a risolvere i numerosi problemi che insorgono quotidianamente nel magico mondo dello showbusiness cinematografico. Impegnato con la mastodontica produzione di un film sull’antica Roma con protagonista il celebre attore Baird Whitlock (George Clooney) , si ritrova improvvisamente privato della sua star, misteriosamente scomparsa durante le riprese. Parallelamente, durante le ricerche di Baird, dovrà riuscire ad evitare il pressante assalto della stampa, oltre a trasformare Hobie Doyle (Alden Ehrenreich), un attore western inespressivo, in un maestro del film drammatico.
Che il mondo di Hollywood, del cinema americano e dello spettacolo sia un microcosmo particolare nelle sue assurdità e stranezze è probabilmente noto ai più. Ciò che è meno conosciuto è in che cosa consistano davvero queste stranezze, qual è la vera vita di un attore ma, soprattutto, chi è che mette la cosiddetta “pezza” alle complicazioni che questo microcosmo prevede? Ave, Cesare! è un progetto di lunga data, rivelato dai fratelli Coen già nel lontano 2004, salvo poi essere accantonato come ipotetico seguito dell’arcinota numbskull trilogy con George Clooney dopo Fratello, dove sei? e Prima ti sposo poi ti rovino.
Definire un film di Joel ed Ethan Coen non è mai semplice, così come inquadrarlo in un genere ben definito. L’opera infatti oscilla costantemente tra una sorta di dramma a tinte comiche fino a diventare, a tratti, una vera e propria commedia con gag tipiche della comicità dei due fratelli del Minnesota. Il rapimento stesso non si prende mai troppo sul serio, così come nessuno dei protagonisti di Ave, Cesare! è da prendere sul serio riguardo il modo in cui vive la quotidianità hollywoodiana. Tutti i personaggi, da un Hobie Doyle stereotipo del cambio d’immagine repentino tipico di molti attori, ad una DeeAnna Moran (Scarlett Johansson) archetipo della vera diva più impegnata sul fronte sentimentale e del gossip che su quello attoriale-recitativo, rappresentano un dipinto caricaturale di una serie di figure tipiche dell’immaginario collettivo, ma presentate in modo geniale, tagliente e dissacrante. Dietro l’ironia di fondo si nasconde però, in ogni protagonista, una nostalgia di fondo, una sorta di malinconica rappresentazione di vite intense ma vuote, di caratteri esternamente forti ma internamente privi di qualsiasi spessore.
Il film non si trattiene dall’approfondire, sempre con lo stile tipico dei Coen, anche tematiche socialmente più impegnate ed impegnative. Grande spazio è infatti riservato all’aspetto socio-politico, talvolta in modo semiserio, altre volte in modo assurdamente surreale. E’ la caricatura di una già grottesca visione del pensiero politico del tempo, oltre che di una serie di ideali che, seppur giusti, vennero portati avanti nel modo sbagliato. La riflessione politica permette infatti una duplice critica: ai fautori di certi tipi di ideologie e di politiche in sè, e a coloro che da ciò rimasero influenzati, incapaci di discernere e di farsi una propria opinione venendo facilmente abbindolati da chiacchiere deliranti aventi solamente una parvenza di senso. Proprio perché Ave, Cesare! ha, come motore, una vuotezza generale delle menti ed un concetto di società in cui la superficialità è padrona di tutti e, in particolare, del mondo dello spettacolo. Siamo di fronte ad una monumentale satira che colpisce indistintamente politica, gossip, scandali, personalità e guai di una società talmente inverosimile da sembrare distopica (ma, nei suoi tratti, fortemente reale).
Ad Ave, Cesare! non manca sicuramente il messaggio. Ciò che delude è invece una pesante mancanza di organicità, l’incapacità di legare i vari filoni che il film pretende di portare su schermo e allo spettatore e, soprattutto, l’incapacità di mantenere una linea comica ed ironica costante. La pellicola si perde facilmente nei meandri delle sue elucubrazioni ritrovando con estrema difficoltà le redini del contorto discorso dei Coen solo in un finale in cui molto forzatamente i personaggi trovano tutti, in un modo o nell’altro, una sorta di “vuota realizzazione”. Non c’è però collante, non vi è una vera e propria linea che l’opera si imponga di seguire in modo coerente. Mai si immagina di affiancare ai Coen un aggettivo insapore come “scialbo”, eppure, malgrado trovate di assoluta genialità (la scena tra Fiennes e Ehrenreich può tranquillamente valere il prezzo del biglietto nel suo essere la più pura espressione di grande cinema) non si capisce davvero se si possa andare oltre la serie di filoni più o meno autoconclusivi di cui il film si compone. Ben venga la decadenza, la critica al cinema di ieri e di oggi (in assoluto riassunto nel Channing Tatum ballerino anni ’50) e una visione di un mondo così fortemente permeato dalle apparenze da slegarsi da ogni possibile concezione di realtà, ma, conoscendo le indiscutibili capacità dei fratelli Coen, stavolta non possiamo non parlare di un eterno incompiuto, smarrito nella frammentarietà del mondo che vuole descrivere.
Scheda film
Titolo: Ave, Cesare!
Regia: Joel e Ethan Coen
Sceneggiatura: Joel e Ethan Coen
Cast : Josh Brolin, George Clooney, Alden Ehrenreich, Ralph Fiennes, Jonah Hill, Scarlett Johansson, Frances McDormand, Tilda Swinton, Channing Tatum, Alison Pill
Genere: Commedia, Drammatico
Durata: 106′
Produzione: Mike Zoss Productions, Working Title Films
Distribuzione: Universal Pictures Italia
Nazione: USA, Regno Unito
Uscita: 10/3/16
Lascia un commento