Anno 33, Gesù Cristo è stato crocifisso sul Golgota ed è spirato sotto i severi occhi del tribuno Clavio (Joseph Fiennes). Temendo rappresaglie dei farisei e la possibilità che i suoi seguaci possano provare a sottrarre il feretro del Messia, Pilato e Clavio decidono, di comune accordo, di far sigillare il sepolcro. Tre giorni dopo la morte il corpo scompare. Clavio e il suo fidato Lucio (Tom Felton) indagano dunque sui possibili responsabili del furto, ignari dell’avvenuta Resurrezione del figlio di Dio.
Quella del Cristo è una figura che, nel cinema , si è spesso prestata a vari adattamenti su grande schermo, il più delle volte per raccontare i toni sacrali ed epici che hanno portato alla sua “passione” e alle sue sofferenze in croce, ultimo sacrificio per la salvezza degli uomini. Risorto di Kevin Reynolds, di cui l’ultima regia risale a dieci anni fa (Tristano e Isotta con James Franco e Sophia Myles), pone infatti l’attenzione sotto un’ottica del tutto diversa e incentrata non tanto sulla vita di Cristo (come hanno fatto in molti, culminando poi nella crocifissione e morte) bensì sulla morte stessa ed il post-mortem. La “Resurrezione”, estremo atto di come Dio abbia sconfitto le tenebre, è infatti la massima dimostrazione della religione cristiana, ciò che è promesso all’uomo insieme al Regno dei Cieli: la vita eterna.
Che del Nuovo Testamento e della Bibbia il cinema abbia fatto sempre un utilizzo piuttosto particolare è cosa nota: difficilmente le produzioni si sono attenute alle Sacre Scritture e l’inevitabile rivisitazione dei fatti narrati ha spesso creato, oltre che incongruenze, una serie di feroci critiche e polemiche (La passione di Cristo). Risorto invece riesce a sottrarsi a qualsiasi tipo di attacco da parte delle autorità ecclesiastiche raccontando di fatti su cui è particolarmente difficile sbagliare, ma non si esime dall’offrirci un mix letale dei vari racconti biblico-evangelici. Archiviata infatti una prima ora convincente nel suo essere poco pretenziosa ed essenzialmente propedeutica a ciò che la pellicola si pone di raccontare, ci ritroviamo ben presto di fronte un registro narrativo che si sgancia dal “terreno” a cui si era ancorato per catapultarci (si fa per dire, visti i bassi ritmi) in una sorta di surreale atmosfera magico-mistica che culmina nell’incontro di rara pateticità emotiva tra il tribuno Clavio e Gesù Cristo.
Da qui in poi si assiste ad un delirante susseguirsi di riferimenti biblici completamente messi a caso, con episodi precedenti alla resurrezione rispolverati ed inseriti in altri, posti invece correttamente (come la pesca nel mare di Tiberiade, in Galilea). Ciò che inoltre colpisce è un approfondimento psicologico dei personaggi prossimo al nulla. Il protagonista Clavio non è altro che lo stereotipo vivente di chi, nato con il dubbio, compie una metamorfosi cognitiva assolutamente inspiegabile, così come il suo fidato Lucio non è altro che l’icona di colui che si rifiuta di credere. A pennellate veloci ed approssimative è descritto anche un Ponzio Pilato dalla rilevanza pressoché nulla, così come appena abbozzata è la figura di un Gesù sporadicamente chiamato in causa solo per morire in croce, pasteggiare con gli apostoli e presenziare su giudaiche spiagge.
A Risorto manca infatti la serietà, la consapevolezza di ciò di cui si parla. Sembra davvero che il film venga raccontato da persone che la cristianità l’hanno appresa e fatta loro esclusivamente per sentito dire. Non c’è credibilità dell’insieme: benché infatti si tratti di fatti tramandati da Scritture la cui affidabilità è rimessa alla fede dell’individuo, qui urge il bisogno di raccontare in modo verosimile ciò che esse riportano. In ciò Risorto fallisce miseramente in una parte finale che sostanzialmente “sconsacra”, rimanendo in tema religioso, l’aderenza al realismo che ne aveva connotato la componente quasi “investigativa” motrice della pellicola. Se a ciò aggiungiamo alcune interpretazioni di contorno piuttosto rivedibili e i terribili toni ultraterreni che il film decide inspiegabilmente di proporre alla ricerca di un epilogo epico-religioso mal sposato con l’insieme, abbiamo Risorto, mediocre prodotto figlio di una concezione nebulosa della cristianità.
Scheda film
Titolo: Risorto
Regia: Kevin Reynolds
Sceneggiatura: Paul Aiello, Kevin Reynolds
Cast : Joseph Fiennes, Tom Felton, Peter Firth, Cliff Curtis, Leonor Watling, Mark Killeen
Genere: Drammatico, Biblico
Durata: 107′
Produzione: LD Entertainment, Big Wheel Entertainment, Affirm Films, TriStar Pictures
Distribuzione: Warner Bros.
Nazione: USA
Uscita: 17/3/16
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