Grande serata di cinema in quel di Roma. Alessandro Cattelan presenta la 60esima edizione dei David di Donatello.
Inizio col botto per una delle rivelazioni del 2016. Lo chiamavano Jeeg Robot infatti incassa, dopo una breve e simpatica introduzione di Cattelan alla serata, la prima statuetta. Luca Marinelli infatti si aggiudica il premio come Miglior Attore non protagonista. Ma non passano nemmeno cinque miseri minuti che arriva, in rapida successione, la seconda statuetta sempre per il film di Gabriele Mainetti, proprio per Mainetti stesso, in veste di Miglior Produttore per Lo chiamavano Jeeg Robot. Anche sul lato femminile Jeeg Robot non delude. Antonia Truppo porta infatti a casa la statuetta come Miglior Attrice non protagonista. Sul lato attoriale il dominio di Jeeg è incontrastato: Ilenia Pastorelli vince a mani basse ed in preda alla commozione la statuetta come Miglior Attrice. Ma non è finita, Jeeg non ne ha abbastanza e decide di calare il poker in scioltezza: il Miglior Attore è infatti Claudio Santamaria per la sua interpretazione nel film di Gabriele Mainetti. En plein per Jeeg Robot: miglior attore e attrice, miglior attore e attrice non protagonisti. Per non farsi mancare proprio nulla il film di Mainetti porta a casa anche il Mercedes-Benz Award del pubblico che, da casa, ha eletto come suo miglior film Lo chiamavano Jeeg Robot. Eppure non finisce qui, perché Mainetti non si fa sfuggire nemmeno la statuetta al Miglior Regista esordiente.
Non mancano gli awards tecnici però. Jeeg infatti si aggiudica anche il Miglior Montaggio. Il racconto dei racconti di Matteo Garrone non si fa però sfuggire il premio per la Miglior Fotografia: il premio va a Peter Suschitzky. Sempre il film di Garrone si aggiudicherà, più in là nella serata, il premio per la Migliore Scenografia e, immediatamente dopo, i Migliori Costumi, vittorie inevitabili per un film che fa delle due categorie due punti focali dell’opera. Ma non è finita perché l’incetta di premi “stilistici” non si ferma qui. Il racconto dei racconti vince infatti anche i premi per Miglior Truccatore e Miglior Parrucco. Il colpo grosso arriva però alla regia: la Miglior Regia se la aggiudica infatti Matteo Garrone con la sua rivoluzionaria opera. Il David per il Miglior Fonico di Presa Diretta, ultimo tecnico, va ad Angelo Bonanni per il film Non essere cattivo di Claudio Caligari. I Migliori Effetti Speciali vanno a Machinarium per Il racconto dei racconti che straccia l’agguerritissima concorrenza. Tanti i ringraziamenti a Matteo Garrone per questa “bella follia”.
Perfetti Sconosciuti premiato invece per la sua fantastica, frizzante ed innovativa sceneggiatura. E’ suo il premio per la Miglior Sceneggiatura. Il Miglior Documentario va ad Alex Incaselli per S is for Stanley, mentre il Miglior Cortometraggio va ad Alessandro Capitani per il suo Bellissima. Il David Giovani se lo aggiudica il controverso La corrispondenza, di Giuseppe Tornatore.
Youth di Paolo Sorrentino trova il suo primo premio con la Miglior Canzone, Song N°3. Vittoria che spiana la strada a David Lang: il maestro non è però presente alla cerimonia e non ritira dunque il premio, ma è lui ad aggiudicarsi il premio per la Miglior Musicista per la colonna sonora di Youth. Due statuette “musicali” in rapida successione per il film internazionale del regista napoletano.
Sorpresa finale con Perfetti Sconosciuti che, dopo essersi aggiudicato la miglior sceneggiatura ed essere sparito dai radar della cerimonia, film di Paolo Genovese si aggiudica il David per il Miglior Film. Il regista ringrazia tutti e fa salire sul palco l’intero cast e gran parte di coloro che hanno reso possibile una delle commedie più originali dell’intero panorama italiano. L’emozione è forte e tangibile, lo stupore fortissimo. Sulle commosse parole di Genovese si chiude la 60esima edizione dei David di Donatello.
Di seguito le statuette per ogni film.
Lo chiamavano Jeeg Robot 7
Il racconto dei racconti 7
Perfetti Sconosciuti 2
Youth – La Giovinezza 2
Non Essere Cattivo 1
La corrispondenza 1
Bellissima 1
S is for Stanley 1
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