Tempi duri in casa degli Avengers. Dopo un incidente nello stato del Wakanda costato la vita a molti civili nel tentativo di Captain America (Chris Evans) e compagni di catturare un famoso ricercato, i Vendicatori non sono più visti di buon occhio come un tempo dalle autorità governative. Messi di fronte alla scelta di firmare un patto con cui si assoggettano al governo degli Stati Uniti, accettando dunque di venire utilizzati “a comando”, i due leader carismatici collidono sulle loro posizioni. Tony Stark (Robert Downey Jr.) predilige la situazione diplomatica, mentre Captain America, dopo la caduta dello S.H.I.E.L.D. e il fallimento di ogni istituzione si rifiuta categoricamente di vendere i servizi degli Avengers al governo. E’ guerra.
Siamo in un periodo in cui i cinecomic hanno deciso di stimolare le fantasie più nascoste di ogni appassionato fumettistico che si rispetti. E’ si bello infatti vedere i propri eroi alle prese con sempre nuove avventure sul grande schermo, ma è ancora più bello evidentemente se gli stessi eroi (super, nel caso in questione) decidono, di punto in bianco, di darsele di santa ragione. Sulla sponda DC Comics ci ha pensato Batman v Superman, benché la maggior parte degli spettatori (noi compresi) sia ancora alla ricerca del motivo scatenante della lite. Nell’universo Marvel la risposta non poteva non esserci e non poteva non essere il fenomeno mediatico che ha avvicinato praticamente chiunque al mondo dei supereroi, svincolandoli dalla nicchia in cui erano da tempo relegati: gli Avengers.
Ospiti infatti di Chris Evans in Captain America: Civil War (ultimo della trilogia del soldato iniziata con Il primo vendicatore) i Vendicatori si ritrovano a combattere fra di loro, con una motivazione (è importante, di questi tempi), malgrado non smetta di esserci sullo sfondo un classico nemico comune, il che già indirizza le vicende nella maniera più ovvia possibile. Alla luce di un film abile nel costruire il conflitto e le ragioni che portano ad esso grazie ad un’analisi di spessore dei personaggi, si instaura fin da subito nello spettatore una fondamentale riflessione. Perché è Capitan America a voler tradire le istituzioni e Iron Man a volerle assecondare, benché il primo sia la più chiara espressione del potere a stelle e strisce? La guerra civile a cui le decisioni dei protagonisti portano non è così banale come si potrebbe pensare, poiché giunge in un periodo dell’universo cinematico Marvel in cui la fiducia nel mondo civilizzato e in chi lo rappresenta è ai minimi termini. Rogers si prende il ruolo, in ciò, di colui che più significativamente può rappresentare il punto di rottura con il passato, colui che ha visto crollare tutte le impalcature governative in cui era stato portato a credere.
I team, motori tutt’altro che immobili del cinecomic, risultano ben assortiti e si delineano con un certo stile. Con reclutamenti da entrambe le parti (tra cui uno piuttosto azzeccato e con un occhio al futuro dei supereroi Marvel) che portano ben presto a due squadre tra cui è oggettivamente difficile scegliere, la selezione degli eroi da affiancare ai classici Avengers è decisamente attenta e abile nello sfruttare le peculiarità sceniche e di combattimento (dai nuovi Ant-Man a Spider-Man ai più “particolari” Scarlet e Visione ripescati da Age of Ultron). Il tutto curato nei minimi dettagli, restituendo un aspetto tecnico di assoluta qualità sia dal punto di vista degli effetti speciali che per l’esperienza visiva. I ritmi alternano brusche accelerazioni a fasi di costruzione narrativa più distese ma sempre interessanti e capaci di creare interessanti retroterra sulle new entry e di sviluppare le solide basi dello scontro, comunque (almeno quello fra tutti i protagonisti) risolto in breve tempo. L’abilità di Civil War sta anche nel seguire più filoni narrativi e nello sganciare i personaggi in “coppie” o “triangoli”, utili sia dal punto di vista dei combattimenti che per la trama, appesantita da una durata considerevole ben oltre le due ore ma comunque strutturata per intrattenere come ogni film Marvel, dall’inizio della Fase Uno del suo universo cinematico, riesce tranquillamente a fare. Pur mettendo contro gli eroi si dà vita a qualcosa che evince dalle mere “botte da orbi” e trova più e più sbocchi per tutta la durata del film, in primis l’ottimo background costruito intorno al winter soldier.
Dallo scontro però non emerge soltanto la “guerra”, ma viene fuori un’insolita umanità dietro le maschere, i costumi, le armature. Civil War sta simbolicamente a rappresentare lo stesso tema che Batman v Superman aveva cercato di affrontare e che i fratelli Russo descrivono con una certa abilità: sono i tempi della caduta dei giganti, del crollo dei miti, della fine delle certezze. Questo aspetto quasi decadente che emerge dai toni epici del film è forse la chiave di lettura di un conflitto che va oltre i dissapori personali e si risolve in uno scontro di valori, di ideologie (e non di idee) di una società in frantumi. La figura dell’eroe, per antonomasia associata ad una positività di fondo, si scontra con un mondo corrotto e devastato che ormai è immobile protagonista dei più crudi istinti dei protagonisti (riassumibili forse nello scontro Rogers-Stark). Si vede chiaramente come lo scontro di questo Civil War voglia mostrare il punto più basso dell’esistenza degli Avengers come gruppo unito e coeso. Beato quel popolo che non ha bisogno di eroi, faceva dire a Brecht al suo Galileo, ma dei Vendicatori avremo ancora bisogno, malgrado la civil war, ancora una volta.
Scheda film
Titolo: Captain America: Civil War
Regia: Anthony e Joe Russo
Sceneggiatura: Christopher Markus & Stephen McFeely
Cast : Chris Evans, Robert Downey Jr., Scarlett Johansson, Sebastian Stan, Anthony Mackie, Don Cheadle, Jeremy Renner, Chadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen, Paul Rudd, Emily VanCamp, Tom Holland, Frank Grillo, William Hurt, Daniel Bruhl
Genere: Azione, Fantascienza
Durata: 147′
Produzione: Marvel Studios
Distribuzione: Walt Disney Studios Motion Pictures Italia
Nazione: USA
Uscita: 4/5/16
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