Alla 62esima edizione del Festival di Taormina c’è grande spazio per il cinema italiano e per la comicità italiana. A rappresentanza di tutto ciò arriva sul palco del PalaCongressi Enrico Brignano. L’attore, che vanta ormai un’esperienza trentennale tra teatro, cinema e televisione ha parlato dei suoi esordi, del ruolo del comico e della sua carriera in generale.
“Non ho fatto alcuna accademia, ma dei laboratori, uno di questi con Gigi Proietti intorno al 1988 – spiega l’artista romano – Ma non si può definire un laboratorio per giovani comici. Non è detto che un bravo comico possa essere anche un bravo attore, le due cose non sono collegate. La particolarità del ruolo del comico è che fondamentalmente può diventare famoso anche solo azzeccando un tormentone. A volte puoi trovarlo ma non riesci a confermarti e diventi ‘stagionale’, a volte rischi di non trovarlo proprio e non riesci ad emergere. Per questo preferisco essere considerato un attore comico, piuttosto che comico”.
Ma quali sono le difficoltà che può incontrare un comico quando sale su un palco? Ce le spiega Brignano: “Sicuramente quando fai un monologo, uno sketch o comunque qualcosa del genere c’è il rischio di rivolgerti solo ad una determinata fascia d’età o a anche ad un determinato gruppo di persone, per esempio per zone geografiche. Io spesso modifico il testo dei miei lavori proprio perché cerco di adattarlo ad un pubblico sempre piu’ ampio, comprese generazioni diverse, e riuscire a dire e fare cose che possano far divertire tutti”.
Brignano parla anche di come è cambiato da un punto di vista storico il ruolo: “Sicuramente l’arrivo dei colori in televisione ha cambiato tante cose, ma per il comico una svolta epocale è stato l’avvento del sonoro: lì è cambiato davvero il modo di fare comicità e alcuni non sono riusciti ad adattarsi e ci hanno rimesso le penne, altri invece sono riusciti a fare fortuna grazie a questo. Poi ci vuole anche una dose di fortuna, indovinare il personaggio giusto, il format giusto: pensate a Rowan Atkinson che con Mr. Bean ha creato una maschera storica ma che oltre a questo non è riuscito ad affermarsi in altri progetti”.
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