Grande Depressione. Gli Stati Uniti affrontano la crisi più profonda della loro storia e a risentirne sono, ovviamente, le classi più deboli. Tra esse sopratutto i braccianti (boomers) sono costretti ad accettare salari bassissimi, dopo essere stati attirati dalle false promesse dei proprietari terrieri e aver speso tutti i loro averi nel viaggio che, secondo le loro intenzioni, li avrebbe portati nel luogo dove avrebbero potuto fare fortuna. Gli attivisti del “Partito” Mac McLeod (James Franco) e Jim Nolan (Nat Wolff) decidono dunque di infiltrarsi in un campo di raccoglitori di mele in California. Il loro obiettivo? Organizzare uno sciopero-sommossa per garantire migliori condizioni di lavoro a tutta la valle.
Tratto dall’omonimo romanzo di John Steinbeck del 1936, In Dubious Battle è l’ultima creazione di quella figura eclettica del cinema moderno che è James Franco. Da anni stabilmente alla regia, l’attore californiano dimostra anche quest’anno il suo rispetto e la sua devozione per la letteratura statunitense e, a due anni di distanza dal suo discusso The Sound and the Fury (film tratto da un romanzo di William Faulkner) torna a pescare dall’enorme repertorio. John Steinbeck è un autore che di riscatto sociale ha parlato tanto e a lungo, anche in romanzi come Grapes of Wrath (Furore, dalle nostre parti) ed è proprio sullo spirito di rivalsa che questo film va a concentrarsi, fin dall’inizio.
Uno spirito latente nei braccianti delle valli californiane, dilaniati dalla logica del “meglio di niente”, disposti anche ad accettare paghe misere pur di poter dare qualcosa alle loro famiglie. Inizia dunque una storia fatta di accettazione, di consapevolezza, di arrivare a prendere coscienza della propria situazione di sfruttamento. Questo può avvenire soltanto tramite i due canali di questa nuova mentalità, Mac e Jim, vettori di un messaggio universale che grida alla dignità e al rispetto di ogni tipo di lavoratore.
Ciò che manca a In Dubious Battle non è di certo l’iniziativa, ma forse e soprattutto la capacità di costruire, malgrado la sua chiarissima struttura in capitoli (che scandiscono il ritmo del racconto creando riferimenti temporali), uno sviluppo incalzante per la storia. La lunga e tortuosa strada che attraverso le due ore di pellicola conduce al finale è lenta e compassata. La preparazione ad una conclusione fin troppo ovvia arriva quando ormai il film ha palesemente perso la sua spinta propulsiva. Ciò che il film ci propone come chiusa di un’esperienza di lotta e rivoluzione è qualcosa che non incide, o meglio, non è in grado di incidere visto lo scarso lavoro realizzato sull’impalcatura che regge gli ultimi minuti del film.
Se a ciò aggiungiamo una storia d’amore senza alcuna base solida e assolutamente non funzionale, capiamo cos’è davvero In Dubious Battle, un esercizio cinematografico e stilistico di James Franco dove l’unica caratterizzazione compiuta è quella su se stesso, sul personaggio di Mac. Al di là di qualche tentativo su Jim, non c’è un vero approfondimento psicologico, il passato dei personaggi si basa su semplici eventi che non denotano alcuna caratterizzazione profonda. Un Bryan Cranston limitato ad una comparsata di due minuti può essere dunque considerato come una nota felice in uno spartito confuso e spesso stonato.
Scheda Film
Titolo: In Dubious Battle
Regia: James Franco
Sceneggiatura: John Steinbeck (romanzo), Matt Rager
Cast : Nat Wolff, James Franco, Selena Gomez, Vincent D’Onofrio, Robert Duvall, Ed Harris, Bryan Cranston, Sam Shepard, Zach Braff, Josh Hutcherson
Genere: Drammatico
Durata: 110′
Produzione: AMBI Pictures, Rabbit Bandini Productions, That’s Hollywood Pictures Productions
Distribuzione: –
Nazione: USA
Uscita: –
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