Di Muhammad Ali tutti ricordano il Rumble in the Jungle, lo storico match dove ogni pronostico fu sovvertito con la vittoria per KO di Ali stesso sull’allora imbattuto campione del mondo dei pesi massimi George Foreman. Non molti invece sanno che, all’indomani di quel match, Chuck “The Bleeder” Wepner, campione in carica dei pesi massimi del New Jersey, avrebbe dovuto sfidare George Foreman, che ormai tutti davano per vincitore designato. Il suo match cambia e diventa un incontro titolato contro lo stesso Ali: 15 epici round al Richfield Coliseum, in Ohio, che fecero di Wepner una leggenda trascinandolo in una vita di stravizi e sofferenze.
Se potessimo scegliere due parole per descrivere la vita di Chuck Wepner, sarebbero sicuramente OCCASIONI e SPRECATE. Tutte queste occasioni, capitategli dopo l’incredibile incontro con Ali avrebbero infatti potuto cambiare la vita del Bayonne Bleeder ma, si sa, in questi casi abbandonarsi al proprio successo è la soluzione più facile. Chuck Wepner, la storia di una vita difficile in un luogo difficile, la storia di un uomo che ha sfiorato l’Olimpo e da esso è sceso, in caduta libera.
Con un misto intelligente di immagini di repertorio e di girato il regista Philippe Falardeau (nomination agli Oscar 2011 con Monsieur Lazhar ) mostra il duplice volto di un uomo apparentemente forte ma internamente debole e fragile, incapace di badare a se stesso e agli altri. Calando perfettamente nella parte un Liev Schrieber particolarmente ispirato ci mostra la parabola discendente del “vero Rocky”, di colui che, con le sue mitiche vicende, ha ispirato Sylvester Stallone nello scrivere il film che lo ha portato alla gloria cinematografica (benché Sly abbia avuto una causa legale proprio con Wepner). Mentre però Rocky ci ha insegnato che la vita colpisce sì forte, ma che ci si può sempre rialzare, che sei un vincente se ti rialzi davvero, Wepner non si è mai rialzato dopo essere andato al tappeto. Wepner ha ispirato Rocky e le sue vicende, ma non è Rocky Balboa e mai lo sarà, benché egli abbia continuato a crederlo, per tutta la sua vita.
Solo l’epilogo ci mostra la consapevolezza di Wepner, quella di essere forse più vicino al Luis Rivera di Una faccia piena di pugni che al personaggio stalloniano. E’ una presa di coscienza, un segno forse di una maturità tardiva dopo il baratro. Una storia canonica, quella del Bayonne Bleeder, ma piena di particolarità e di significati, del fatto che forse per raggiungere la vita vera bisogna prima gettare quella che ci è stata data.
Accompagnato da una colonna sonora fresca e adeguata ai mid-seventies in cui la pellicola è ambientata, The Bleeder si mostra per quel che è, un biopic introspettivo sferzante e diretto, senza filtri, con i suoi indubbi difetti narrativi (e nella caratterizzazione dei personaggi che non siano Wepner) e di sceneggiatura, ma comunque capace di raccontare una storia dura, quella di un uomo che voleva essere qualcun altro, finendo per perdere se stesso.
Scheda Film
Titolo: The Bleeder
Regia: Philippe Falardeau
Sceneggiatura: Jeff Feuerzeug, Jerry Stahl
Cast : Liev Schreiber, Naomi Watts, Elisabeth Moss, Jim Gaffigan, Michael Rapaport, Pooch Hall, Morgan Spector, Ron Perlman, Kelvin Hale
Genere: Drammatico, Biografico
Durata: 101′
Produzione: Campbell Grobman Films, Mike Tollin Productions
Distribuzione: Ambi Pictures
Nazione: USA, Canada
Uscita: 15/9/16
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