La cittadina di Rose Creek è stata presa di mira da Bartholomew Bogue, ricco imprenditore locale che vuole prendere il controllo della vallata così da sfruttare al meglio la vicina miniera d’oro di sua proprietà. Terrorizzati da continui omicidi, ruberie e soprusi da parte degli uomini di Bogue, gli abitanti decidono di rivolgersi a Sam Chisolm (Denzel Washington), ufficiale federale e cacciatore di taglie di passaggio. Prendendo la cosa come una questione d’onore Sam, accettato l’incarico, inizia a reclutare i pochi uomini che dovranno affiancarlo in questa missione suicida. Non degli uomini qualsiasi, ma leggende viventi. In poche parole, i migliori.
Cinquantasei anni. Tanto è passato da quando John Sturges diresse ed interpretò un film destinato ad entrare nella leggenda non solo del mondo western, ma dell’intero panorama cinematografico. Benché sia vigente la regola non scritta per la quale determinati capolavori non debbano essere scomodati con eventuali rivisitazioni, anche stavolta la recente legge del remake ha avuto la meglio su ogni tipo di sentimentalismo. Antoine Fuqua (Training Day), gravato dall’onere di dare nuova vita a questo pilastro cinematografico, recluta immediatamente Denzel Washington, suo attore di fiducia (viste le numerose collaborazioni), e a lui affianca un nutrito e variegato gruppo di attori, dai più navigati Ethan Hawke e Vincent D’Onofrio ad interpreti più recentemente emersi sul grande schermo, uno su tutti: Chris Pratt.
I presupposti più che positivi culminano poi in una sceneggiatura che viene, senza alcuna ombra di dubbio, fin dall’inizio affidata al talento di Nic Pizzolatto (produttore esecutivo nonché scrittore della meravigliosa prima stagione di True Detective con Matthew McConaughey e Woody Harrelson). Tutto sembra far pensare ad un lavoro che nulla vuole lasciare al caso, eppure I Magnifici 7 mostra fin dall’inizio debolezze piuttosto marcate. I personaggi (ed il loro reclutamento), sezione che dovrebbe essere quasi fondante di un film che si basa sulle imprese di sette personaggi principali, è piuttosto sbrigativo e risolto frettolosamente. Tranne qualche caso più “caratteristico”, si assiste ad un tentativo del film, malgrado i suoi 132 minuti, di arrivare subito al nocciolo della questione. La narrazione è comunque fluida ed avvincente e spinge lo spettatore a farsi coinvolgere totalmente dalle vicende. Nessuna pesantezza si avverte per tutta la durata del film grazie anche alla sapiente alternanza tra fasi più concitate e altre ben più “tattiche”.
Ciò che si avverte maggiormente è però una forse troppo estrema semplificazione delle vicende. Lungi dal fare paragoni con il predecessore (visto che ciò comporterebbe un’analisi alquanto riduttiva del remake), manca una complessità della storia che invece tende a risolversi in pochi e appena abbozzati passaggi, per lasciare più spazio possibile all’epico finale. La costruzione non si spertica nell’approfondire i personaggi oltre la loro coltre di stereotipo. Siamo sì indubbiamente di fronte a protagonisti western, dunque caratterizzati per “soprannomi”, “abilità” e a grandi linee, ma ciò non toglie il fatto che non vi sia nemmeno il tentativo di andare ad analizzare quello spirito di giustizia e d’onore che tanto animava gli uomini di Sturges nel lontano 1960. Denzel Washington prova ad essere un “tarantiniano” Samuel L. Jackson, tra battute e proiettili, ma l’ironia arriva da un po’ tutti i “sette”, capitanati da Chris Pratt, quasi incoronato dal film stesso come re delle gag (grazie anche a qualche trovata effettivamente riuscita), diametralmente opposto ad un inadeguato Ethan Hawke.
Insieme alle vicende risente molto dell’impostazione di Fuqua, concentrata sull’aspetto action, l’ambientazione. All’interno di essa il clima western sembra essere alterato, spesso sofferente di fronte alle tendenze moderne da cui il film è fortemente influenzato. Lo spettatore è sì coinvolto, ma tende a non sentirsi immerso sempre in un clima western, ma in un panorama attuale in cui vari personaggi cercano di ricreare, a volte senza successo, il mondo del far-west. Si prova a nascondere queste lacune con musiche potenti ed un sonoro di incredibile qualità, condite da un montaggio serrato che dona dinamismo e un ritmo quasi frenetico alle vicende.
I Magnifici 7 non può non essere considerato un film divertente e coinvolgente, a tratti quasi entusiasmante. Allo stesso tempo è sagace, arguto, magnetico. Inevitabilmente destinato ad attirare il grande pubblico con una sceneggiatura valida e ben scritta, malgrado la sua manifesta semplicità, tenta di occultare con l’intrattenimento mancanze ben più profonde, a testimonianza del fatto che si può essere bravi, ma che per essere magnifici ad un film e ai suoi protagonisti serve davvero ben altro.
Scheda Film
Titolo: I Magnifici 7
Regia: Antoine Fuqua
Sceneggiatura: I sette samurai di Akira Kurosawa (soggetto), Richard Wenk, Nic Pizzolatto
Cast : Denzel Washington, Chris Pratt, Ethan Hawke, Vincent D’Onofrio, Byung-hun Lee, Manuel Garcia-Rulfo, Martin Sensmeier, Peter Sarsgaard
Genere: Azione, Western
Durata: 132′
Produzione: Columbia Pictures, Escape Artists, LStar Capital, Metro-Goldwyn-Mayer, Village Roadshow Pictures
Distribuzione: Warner Bros. Italia
Nazione: USA
Uscita: 22/9/16
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