Il film documentario Fuocoammare, di Gianfranco Rosi, è stato scelto da una speciale commissione a rappresentare l’Italia per la corsa agli Oscar. Certo il cammino è ancora lungo e complesso, e passa prima per le nomination, ma se poi tutto dovesse procedere per il meglio l’opera di Rosi potrebbe spiccare l’ulteriore volo per Los Angeles.
Al Festival del cinema di Berlino era già stato comunque un grande successo per il docufilm di Rosi e la vittoria dell’Orso d’Oro non è di certo di poco conto, se si pensa che la giuria era presieduta da Meryl Streep e gli altri membri sono stati unanimi con lei nel premiare l’opera per il suo valore cinematografico ma anche perché il messaggio che porta con sé è in perfetta sintonia con quello che vuole trasmettere il festival berlinese, rappresentandone le varie istanze sociali.
Il docu-film è stato girato a Lampedusa e affronta fatti a tutti ben noti, come gli sbarchi, ecc. , filtrandoli con gli occhi di un bambino, Samuele, facendo sì che il suo mondo interiore divenga il punto di vista basilare della vicenda.
Nell’opera di Rosi coesistono poi due storie parallele: da una parte l’isola con i suoi abitanti e dall’altra i migranti. Parallele nel senso che in realtà sono destinate a non incontrarsi, in quanto il popolo dei disperati arriva solitamente nottetempo o mentre è ancora buio pesto e viene accompagnato in centri vari per poi giungere a destinazione lontano dai luoghi di arrivo. Ciò non toglie tuttavia che gli isolani abbiano a più imprese dimostrato una sensibilità e accoglienza gratuita di estremo valore, sotto gli occhi spesso freddi e distaccati dell’Europa.
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