Prodotto da SKY Dancers con RAI Cinema, distribuzione Istituto Luce-Cinecittà, “Crazy for Football” è un vero dono all’umanità sofferente.
Il docu film di Volfango De Biasi verrà presentato alla Festa del cinema di Roma, nella Sezione Riflessi.
Si parla di calcio, e c’è il patrocinio della FIGC, ma si parla anche di salute mentale.
Il cast è originale ed è costituito da un gruppo di pazienti provenienti da vari Dipartimenti di salute mentale, uno psichiatra, Santo Rullo, come Direttore Sportivo, un ex campione di calcio a 5, Enrico Zanchini, come allenatore, un ex campione mondiale di pugilato, Vincenzo Cantatore, come preparatore atletico.
Si parla della prima Nazionale di calcetto che concorre ai campionati mondiali per pazienti psichiatrici di Osaka, in Giappone.
Si inizia con le selezioni per scegliere i convocati. Poi il ritiro, e infine le gare.
In realtà il filo-rosso di tutto ciò è costituito innanzitutto da un viaggio molto più profondo, attraverso la coscienza di chi ha sperimentato lo smarrimento e il disagio propri della malattia psichiatrica.
Si tratta di un percorso in bilico tra sanità e follia, che in realtà appartiene a ciascuno di noi.
E’ un “viaggio” che vuole abbattere i pregiudizi che circondano chi soffre di disagio mentale e far capire che il gioco, il movimento, lo sport sono delle splendide terapie per superare per quanto possibile la sofferenza psichica. Come ricorda Santo Rullo in una scena del film, il calcio può divenire “un’esperienza che richiama alla mente la memoria emotiva di quando non si era malati”.
Rullo oltre che protagonista del film documentario è anche il presidente dell’Associazione Italiana di Psichiatria Sociale, e da tempo, assieme a numerosi suoi colleghi, cerca di portare avanti la battaglia iniziata a suo tempo da Basaglia e dalla sua Riforma, che consiste nella lotta per il reinserimento sociale dei pazienti.
Il calcio si pone proprio come strumento eccezionale di questo recupero, in quanto abbatte le differenze tra sani e malati, sempre ammesso che esista davvero una dicotomia del genere. Il campo di calcio diviene quindi proprio il luogo in cui il paziente compie il primo passo nel ricominciare a vivere con gli altri. Anche la presenza di regole nel calcio è importante, per dare metodo, sistematicità e appunto regole a chi non è più in grado – per problematiche di tipo psichico- di rispettarle.
Già nel 2004 Volfango De Biasi assieme a Francesco Trento aveva realizzato un piccolo documentario sull’argomento, dal titolo “Matti per il calcio”, che venne venduto a tv italiane e europee. Il grande successo ottenuto ha portato molti psichiatri a approfondire la questione e così in pochi anni dalle 30-40 squadre calcistiche esistenti tra sofferenti di problemi psichici si è passati alle migliaia e migliaia di squadre nei cinque continenti, con campionati che spesso si chiamano proprio “Matti per il calcio“. Si pensi che in Giappone ci sono attualmente almeno 600 squadre , quasi tutte finanziate da società sportive di prima divisione.
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