A Roma per presentare Captain Fantastic, la storia di una famiglia particolare e della loro altrettanto particolare vita, Viggo Mortensen ha ripercorso con noi la sua carriera, parlato di politica americana, descritto il suo essere padre e la sua idea di genitore nella società odierna.
“FOREVER TRUMP”
Una costante in questo festival quella di chiedere agli attori d’oltreoceano cosa ne pensino di un soggetto su cui è praticamente già chiaro cosa possano pensare la maggior parte dei cittadini americani. E’ terribile – esordisce Mortensen – ritenendola eufemisticamente una scelta difficile e definendo quella attuale come la peggior versione di una campagna presidenziale che posso ricordare. Rincara la dose il regista – E’ imbarazzante come un razzista, sessista e personaggio in nessun modo qualificato per essere lì sia arrivato a questo punto. Imbarazzante.
SPETTATORE, POI ATTORE
Mortensen ha sicuramente belle parole per Matt Ross, grande passato da attore ma ora impegnato con Captain Fantastic nella duplice veste di regista e produttore – Ha fatto un grandissimo lavoro – esclama compiaciuto, riconoscendo i meriti della gestione della regia di Ross ed evidenziandone le sue capacità dettate da un passato da attore. Ha dimostrato di essere eccezionale – aggiunge – grazie alla capacità di capire gli altri, precisando come essere un buon attore non renda automaticamente un buon regista di attori. Loda poi l’ottimo lavoro di gruppo svolto sul set, soprattutto con i cinque ragazzi, che ha dato la possibilità a tutti di conoscersi meglio e di poter lavorare nel modo migliore. Siamo diventati una vera famiglia, una bellissima famiglia – dichiara al pubblico con un convincente italiano.
Interrogato poi sulla sua filosofia lavorativa, è molto chiaro nel definirsi lontano da qualsiasi logica o criterio basato su generi, registi o star system. Voglio essere parte di storie che, a mio parere, andrei a vedere al cinema da spettatore, evidenziando come in passato poteva forse essere più interessato alla paga di quanto, in realtà, possa essere oggi.
CAPTAIN FANTASTIC, OVVERO “COME ESSERE PADRE”
Quanto assomiglia Viggo Mortensen a Captain Fantastic nel modo di educare i figli? Mi piace l’idea di essere onesto con le persone, da padre, anche se non disdegno le bugie a fin di bene. C’è spazio poi per l’accettazione del modello dell’onestà, curiosità e schiettezza nei confronti dei figli, il voler trattare i ragazzi allo stesso modo degli adulti, dando loro la stessa importanza e rivolgendosi loro con gli stessi toni. Mi ci ritrovo praticamente in tutto.
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