BIM distribuzione assieme a Croce Rossa Italiana e OIM per le vittime senza nome, in occasione dell’uscita nelle sale cinematografiche, il 27 ottobre, del film La ragazza senza nome, dei fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne, si uniscono per sensibilizzare il pubblico sul tema delle vittime senza nome, senza volto.
Tutto questo affinché le persone non muoiano senza nome e non scompaiano dalla nostra memoria, dalla nostra umanità.
I due fratelli registi parlando del loro film hanno peraltro affermato che si tratta di una storia che è soprattutto la ricerca di una identità, raccontata attraverso un’opera cinematografica che si fa specchio e metafora del reale.
Al centro della vicenda c’è Jenny, una giovane dottoressa, che vive attanagliata dal senso di colpa per non aver aperto la porta del proprio ambulatorio a una ragazza trovata poco dopo senza vita. Una volta saputo dalla polizia dell’impossibilità di identificarla, Jenny ha un solo obiettivo: scoprire l’identità della ragazza così che sulla sua tomba possa esserne scritto il nome.
Dalla ricerca messa in atto da Jenny emergerà la storia drammatica della ragazza “senza nome”.
In sostanza il film è una indagine al cuore dell’importanza dell’identità di ogni persona, dove l’interprete principale, Jenny, metterà in gioco tutta se stessa con un impegno rigoroso e intenso pari a quello che sta alla base di realtà come la CRI e l’OIM.
Da sempre attive nella identificazione delle vittime, CRI e OIM sostengono e promuovono varie iniziative tendenti all’identificazione di vittime senza nome e alla protezione dei migranti più vulnerabili.
La CRI attraverso il servizio di restoring family links e grazie alla sua rete mondiale, collabora con le istituzioni al fine di facilitare il processo di identificazione delle famiglie separate a causa di conflitti, disastri naturali e per motivi legati alle migrazioni.
Dare un nome a queste persone che hanno perso la vita tentando di raggiungere l’Europa, significa restituire loro la dignità di persona.
L’OIM per parte sua si occupa da anni di fornire assistenza ai migranti vulnerabili che sbarcano via mare sul nostro Paese. In tal senso il problema-fenomeno delle vittime senza nome è fin troppo attuale, in quanto è molto spesso purtroppo impossibile dare il nome a persone che perdono la vita in mare. In tutto ciò è poi assolutamente da ricordare che i morti in mare non sono numeri, ma persone.
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