Il docufilm Spes contra Spem, liberi dentro di Ambrogio Crespi , presentato all’ultimo Festival del cinema di Venezia colpisce ancora, garantendosi ormai un ruolo di stimolo sociale e giuridico istituzionale davvero al top. Dopo il successo al Lido, il docufilm di Ambrogio continua a restare sulla scena e anche nel corso dell’ultima Festa del cinema di Roma ha proseguito nella sua intensa e profonda opera di stimolazione delle coscienze.
Ora il 4 novembre alle ore 16 ci sarà una bella iniziativa al Teatro del Carcere di Rebibbia di Roma, in Via Raffaele Majetti, 75.
Una occasione imperdibile a cui saranno presenti il Sottosegretario alla Giustizia Gennaro Migliore, il Capo di Gabinetto del Ministero della Giustizia Giovanni Melillo, il Capo di Gabinetto del Ministero dei Beni Culturali Giampaolo D’Andrea e la Vice dello stesso Ministero Tiziana Coccoluto. Poi ancora il capo del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria Santi Consolo, il Vice Capo Massimo De Pascalis, il Direttore dell’Ufficio Detenuti Alta Sicurezza del DAP Carlo Villani, il direttore del carcere di Rebibbia Mauro Mariani. Infine per l’associazione Nessuno Tocchi Caino vi saranno Rita Bernardini, Sergio D’Elia, Elisabetta Zamparutti, rispettivamente Presidente d’onore, Segretario e Tesoriere dell’associazione. Inutile dire che sarà presente il regista, Ambrogio Crespi.
Il docufilm ha già riscosso un notevole successo di critica sia a Venezia come alla Festa del cinema di Roma, e ha suscitato un enorme interesse anche in RAI, sia da parte della presidente Monica Maggioni che dal Consigliere di amministrazione Carlo Freccero.
In Spes contra Spem si parla di carcere ostativo, cioè di quello che non ha termine, non finisce mai, ed è una occasione davvero imperdibile di riflessione anche da un punto di vista giuridico oltre che sociale sulla funzione della pena in vista di una rieducazione e di una autentica possibilità di “resurrezione” sociale, anche alla luce della nostra Costituzione. Il docufilm rende possibile e attuale la riflessione sulla condizione carceraria, e gli attori del film sono i carcerati stessi condannati ad ergastolo ostativo, assieme ad alcuni addetti ai lavori.
In un Paese che stenta a valutare l’importanza che potrebbero assumere provvedimenti legislativi e non solo in tema di indulto e amnistia in relazione al sovraffollamento carcerario, mentre volge al termine l’Anno giubilare della misericordia voluto da Papa Francesco, anche lui inascoltato in tal senso, il docufilm di Ambrogio Crespi diviene davvero un enorme stimolo e un pungolo di riflessione, ma anche un vero e autentico schiaffo morale per quanti potrebbero in modo rapido far giungere a tale provvedimento.
Lascia un commento