E’ stato reso noto il programma ufficiale del 34° Torino Film Festival, che si conferma appuntamento da cinefili e spazio importante per i cortometraggi. Un ritratto di David Bowie che balla in scena, tratto da Absolute Beginners, cult movie diretto da Julien Temple nel 1986, campeggia nel manifesto della nuova edizione, programma dal 18 al 26 novembre prossimi.
Importanti i numeri di questa edizione: sono 158 lungometraggi, 17 mediometraggi e 38 cortometraggi, di cui 46 lungometraggi opere prime e seconde 43 anteprime mondiali 25 anteprime internazionali 8 anteprime europee e 73 anteprime italiane. Selezionati tra più di 4000 film visionati (tra corti, medi e lungometraggi).
Un’importante novità è rappresentata dall prima edizione del Tsfm – Torino Short Film Market, che si terrà dal 18 al 20. Organizzato dal Centro Nazionale del Cortometraggio, in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema e il Torino Film Festival, e con il sostegno della Film Commission Torino Piemonte, il Torino Short Film Market è l’unico mercato internazionale in Italia dedicato al cortometraggio.
La principale sezione competitiva del festival, riservata ad autori alla prima, seconda o terza opera, presenta quindici film realizzati nel 2016, inediti in Italia. I paesi rappresentati sono: Argentina, Austria, Belgio, Cambogia, Canada, Cile, Cina, Francia, Germania, Italia, Messico, Serbia, UK, Stati Uniti.
Come sempre incentrata sul cinema “giovane”, la selezione dei film in concorso si rivolge alla ricerca e alla scoperta di talenti innovativi, che esprimono le migliori tendenze del cinema indipendente internazionale. Nel corso degli anni sono stati premiati autori ai loro inizi come: Tsai Ming-liang, David Gordon Green, Chen Kaige, Lisandro Alonso, Pietro Marcello, Debra Granik, Alessandro Piva, Pablo Larraín, Damien Chazelle. Un cinema “del futuro”, rappresentativo di generi, linguaggi e tendenze.
Questi i film in concorso: AVANT LES RUES di Chloé Leriche (Canada, 2016, DCP, 97’);CHRISTINE di Antonio Campos (USA, 2016, DCP, 119’); LOS DECENTES di Lukas Valenta Rinner (Austria/Corea del Sud/Argentina, 2016, DCP, 100’); LES DERNIERS PARISIENS di Hamè Bourokba e Ekoué Labitey (Francia, 2016, DCP, 106’); I FIGLI DELLA NOTTE di Andrea De Sica (Italia, 2016, DCP, 85’); JESUS di Fernando Guzzoni (Cile/Francia, 2016, DCP, 86’); JUAN ZENG ZHE / THE DONOR di Qiwu Zang (Cina, 2016, DCP, 105’); LADY MACBETH di William Oldroyd (UK, 2016, DCP, 89’); LAS LINDAS di Melisa Liebenthal (Argentina, 2016, DCP, 77’); MAQUINARIA PANAMERICANA di Joaquín del Paso (Messico/Polonia, 2016, DCP, 88’); lA MÉCANIQUE DE L’OMBRE di Thomas Kruithof (Belgio, 2016, DCP, 93’); VETAR / WIND di Tamara Drakulic (Serbia, 2016, DCP, 70’); WIR SIND DIE FLUT / WE ARE THE TIDE di Sebastian Hilger (Germania, 2016, DCP, 84’).
Uno scrittore, regista e attore canadese, il direttore generale di German Films Service, un regista romeno e un’attrice israeliana: ecco la giuria del concorso internazionale Torino 34, formata quindi da Don McKellar, Mariette Rissenbeek, Adrian Sitaru e Hadas Yaron, e presieduta da Edward Lachman, direttore della fotografia statunitense che ha lavorato con registi come Steven Soderbergh, Robert Altman, Sofia Coppola, Werner Herzog, Wim Wenders, Volker Schlöndorff e Jean-Luc Godard, ottenendo due nomination agli Oscar con Lontano dal paradiso (2002) e Carol (2015), entrambi di Todd Haynes, oltre a una per gli Emmy con la miniserie Hbo Mildred Pierce (2011), sempre di Haynes. Lachman ha inoltre codiretto insieme a Larry Clark Ken Park (2002).
La sezione “Festa mobile” presenta soprattutto i film raccolti durante l’anno per portare al TFF le opere più attese o che ci sono piaciute di più tra la produzione mondiale inedita in Italia. I più attesi: Sully, la storia dell’ammaraggio sull’Hudson nel 2009 dell’aereo pilotato da Chelsey “Sully” Sullenberg, diretto da Clint Eastwood e interpretato da Tom Hanks e Aaron Eckhart; Roberto Bolle: l’arte della danza, il documentario diretto da Francesca Pedroni che segue il tour estivo della Bolle &Friends tra Pompei, le Terme di Caracalla e l’Arena di Verona; Free State of Jones di Gary Ross, con Matthew McConaughey, la storia del disertore dell’esercito confederato che alla fine della Guerra di Secessione creò uno stato autonomo antisegregazionista; Absolutely Fabulous, versione cinematografica di Mandie Fletcher della sitcom britannica con Jennifer Saunders e Joanna Lumley; Bleed for This, ritorno alla regia di Ben Younger (Boiler Room) con il biopic sul pugile Vinny Pazienza, con Miles Teller (Whiplash) e Aaron Eckhart; Kate Plays Christine di Robert Greene, docu-fiction in cui Kate Lyn Sheil si prepara per interpretare il ruolo di Christine Chubbuck, la giornalista il cui suicidio in diretta tv nel 1974 ispirò Quinto potere di Lumet; La loi de la jungle, la scatenata commedia demenziale di Antonin Peretjatko, con Vincent Macaigne, Vimala Pons e Mathieu Amalric, grande successo in Francia; Romeo and Juliet, ripresa del recente allestimento londinese di Kenneth Branagh, con Lily James e John Madden (Cenerentola e il Principe in Cinderella), ambientato negli anni ‘50 e piena di suggestioni felliniane; Le fils de Jean, viaggio attraverso due continenti e alcuni segreti familiari firmato da Philippe Lioret (Welcome); Fixeur, il nuovo, serrato dramma morale di Adrian Sitaru, su un tirocinante dell’agenzia France-Presse di Bucarest che scova un caso scottante sul quale fare carriera.
Chi ama Gabriele Salvatores potrà ascoltarlo presentare le proiezioni di “Cinque pezzi facili”, i cinque film per i quali Salvatores è diventato regista e non avvocato: Jules et Jim di François Truffaut (Jules e Jim, Francia, 1962, DCP, 105’); Blow-Up di Michelangelo Antonioni (UK/Italia/USA, 1966, DCP, 111’); If… di Lindsay Anderson (Se…, UK, 1968, DCP, 111’); Alice’s Restaurant di Arthur Penn (USA, 1969, 35mm, 111’); The Strawberry Satement di Stuart Hagmann (Fragole e sangue, USA, 1970, 35mm, 109’)
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