Il gruppo Mediaset ha da poco pubblicato i dati finanziari del terzo trimestre 2016, che continuano a segnare conti in rosso: se infatti la pubblicità in ripresa, è il “mattone” della pay tv Premium ad affossare la situazione. E i clienti iniziano a vedere gli aspetti negativi soprattutto sul pacchetto Cinema.
Tutta colpa di Vivendi, o almeno questo è quanto si sostiene dalle parti di Milano. È infatti a partire dal mancato accordo sull’acquisto della pay tv Premium da parte del partner francese che i conti di Mediaset hanno intrapreso un crollo verticale, che non è stato arrestato neppure negli ultimi mesi. Anzi, il bilancio aggiornato al terzo trimestre del 2016 rivela che l’azienda del Biscione ha registrato una perdita di 116,6 milioni di euro, quadruplicata in pratica rispetto ai 36,1 milioni del “rosso” dello stesso periodo 2015.
La battaglia Mediaset – Vivendi. Un peso rilevante sul conto economico lo rivestono i 50 milioni di oneri straordinari che sono stati “sostenuti per impegni assunti con la firma del contratto” che doveva portare alla cessione di Premium a Vivendi, che come noto non si è chiusa e anzi è sfociata in una battaglia legale (ancora aperta e lontana da una soluzione) con la società francese, che si è quasi improvvisamente tirata indietro dall’acquisto e dal contestuale scambio di un pacchetto del 3,5 per cento del capitale. Eppure, le altre voci per Mediaset sono positive, perché i ricavi delle televisioni controllate dalla famiglia Berlusconi hanno raggiunto quota 2.563 milioni di euro, in crescita di 149 milioni rispetto ai primi nove mesi dell’anno scorso.
Bilanci in rosso. È Mediaset stessa a puntare (ancora) il dito contro i francesi, commentando che “i recenti aumenti di capitale varati da Premium, già previsti in sede di budget previsionale, sono stati fino a oggi sottoscritti pro quota anche dal socio di minoranza Telefonica”. La situazione sul mancato acquisto da parte di Vivendi ha creato come effetto secondario anche una incertezza gestionale che, sempre per il Biscione, pesa “sull’andamento dei ricavi delle Attività Pay di Mediaset: cresciuti del 16 per cento circa nei primi sei mesi dell’anno e poi rallentati nel terzo trimestre al più 5 per cento circa”, si legge in una nota diffusa dal gruppo televisivo milanese.
Superare lo stallo. Durante la conference call sui risultati finanziari, il direttore finanziario di Mediaset, Marco Giordani si è molto soffermato su questi ultimi aspetti, spiegando come lo stallo sulla negoziazione abbia “depotenziato l’intera stagione di pay tv in corso”. Tuttavia, ora ci si aspetta anche una progressiva normalizzazione (che ovviamente passa dal superamento di questa situazione), che dovrebbe consentire, “anche attraverso nuove campagne e iniziative di comunicazione in concomitanza con la fase cruciale dei gironi di Champions League e con il periodo natalizio, di supportare nella parte finale dell’esercizio il consolidamento del trend di crescita della base clienti e dei ricavi intrapreso con l’acquisto in esclusiva della Uefa Champions League”.
Abbonati penalizzati? E non è un caso, allora, che gli abbonati guardino con preoccupazione al futuro di questa piattaforma, cercando informazioni online su portali specializzati come Guida Fisco per scoprire cosa prevede il contratto sottoscritto con Mediaset Premium ed eventualmente procedere a una disdetta, con tanto di spiegazione precisa e dettagliata dei passaggi da seguire. A pagare un costo piuttosto alto a questo stallo sono proprio i clienti della pay tv, che hanno iniziato a sperimentare i primi effetti negativi della crisi gestionale. Il problema più evidente è quello del pacchetto “Cinema”, che inizialmente era destinato – almeno nelle intenzioni – a sfidare Sky sul terreno dell’intrattenimento cinematografico, con canali tematici e le esclusive per le produzioni targate Warner e Universal, proprietaria tra l’altro di Studio Universal, che resta visibile solo sulla piattaforma pay del digitale terrestre, oltre che un legame preferenziale con i prodotti a marchio “Medusa”.
Cinema e Calcio in disinvestimento? Oggi però è iniziata una fase di disinvestimento, che ha interessato anche altri canali di intrattenimento (come l’addio alle produzioni Disney), e che ha ridotto di molto la scelta per gli utenti. Più tranquilla per ora è la situazione sul calcio, dove pesa l’investimento cospicuo fatto alcuni anni fa per aggiudicarsi i diritti della Champions League in esclusiva, ma con qualità e servizi che non hanno fatto decollare davvero il progetto “Calcio” della Tv milanese.
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