Da pochi giorni è approdata nelle sale italiane Fai bei sogni, la nuova pellicola diretta dal celebre regista Marco Bellocchio, ormai un veterano dell’industria, tratta dall’omonimo romanzo best seller, scritto dal giornalista Massimo Gramellini. Il film, presentato al Festival di Cannes di quest’anno nella Quinzaine des Réalisateurs, è una storia di una difficile ricerca della verità e allo stesso tempo la paura di scoprirla.
In occasione della presentazione stampa, tenutasi in quel di Milano, abbiamo potuto scambiare quattro chiacchiere con il regista Marco Bellocchio, ed il protagonista della pellicola, Valerio Mastandrea. Ecco il resoconto di quello che ci hanno raccontato:
A prendere la parola è subito Marco che, in maniera molto lucida, ci spiega cosa l’abbia spinto a cimentarsi con l’adattamento cinematografico del romanzo. Il dolore di Massimo, dovuto alla perdita della madre subita alla giovane età di nove anni, lo ha colpito profondamente ed ha ammirato, in particolar modo, la sua ribellione che si è poi tramutata, con il passare del tempo, adattamento per la sopravvivenza. Questa storia si configura come la tragedia dell’indifferenza, dell’anaffettività che è servita a Massimo per difendersi dal dolore, e rappresenta una chiara “fotografia” dell’Italia di quei trent’anni.
Il regista ha poi discusso della fase di crescita di Massimo che, all’interno della pellicola, verrà interpretato da tre attori diversi a seconda della sua età ( Valerio, ovviamente, nella fase adulta). Nel film ci sarà anche il medico di nome Elisa, interpretato dalla splendida Berenice Bejo, un’attrice poliedrica che Marco ha fortemente voluto nel cast e che ha subito trovato la sua sintonia con Valerio. In partcolar modo ha ammirato la sua caparbietà e la volontà di recitare interamente in italiano, studiandolo con dedizione. Elisa è stata una donna fondamentale per la vita di Massimo, capace di rispondergli anche con durezza, e di spezzare la sua incapacità di amare.
Marco Bellocchio ha poi concluso il suo intervento parlando del “fil rouge” che lega i suoi progetti cinematografici, in più di cinquant’anni di carriera. Anche nel suo film d’esordio, I pugni in tasca, si parlava di un dramma familiare legato ad una figura materna. Mentre qui, però, vi era una madre che non dava niente ai figli, in Fai bei sogni si tratta dell’esatto opposto: una madre generosa, affettuosa, che viene “adorata” dal figlio. Quello che unisce le due figure, è sicuramente l’amore che il regista ha dichiarato di non aver mai conosciuto, ed i aver invece sentito a tutto tondo nel libro di Gramellini.
Valerio, invece, ha parlato del rapporto avuto con Marco e di come, nonostante si conoscessero da tempo, si trattava della loro prima collaborazione cinematografica. Ha dichiarato di aver sentito, da subito, il peso di un progetto ambizioso e dello sguardo di ampio respiro, di un regista del genere. Una responsabilità che lo ha fatto confrontare, a tutto tondo, con il suo “io interiore”.
Valerio ha poi discusso della sua volontà di distaccarsi dal personaggio reale, in maniera da restare nel cuore del film nella maniera meno invasiva possibile, nei confronti del pubblico. La costruzione del personaggio ha rappresentato un lavoro interessante dal punto di vista emotivo, difficile ma stimolante, corroborato dall’ottima regia e dall’eccelso cast di supporto. Ha infine ammesso di essersi divertito molto, sul set, con i suoi colleghi nonostante stessero affrontando una tematica così profonda. Queso è il bello del cinema e del loro mestiere incredibile.
L’ultima domanda che gli è stata rivolta, riguardava la capacità di far emozionare il pubblico, a prescindere dal fatto che abbia letto o meno il libro e se, al giorno d’oggi, possa essere possibile interessarsi al cinema d’autore, al di là del diffuso desiderio di disimpegno ed evasione. Valerio ha spiegato che il film assurge alla stessa funzione del libro: mentre quest’ultimo lo immagini, però, il primo lo vedi. Sono due forme strutturali diverse ma ugualmente meravigliose.
Fai bei sogni, al cinema dal 10 novembre, è una produzione IBC Movie e Kavac Film, con Rai Cinema e Ad Vitam. Prodotto da Beppe Caschetto e diretto da Marco Bellocchio, è liberamente ispirato al romanzo di Massimo Gramellini. Nel cast troviamo Valerio Mastandrea, Berenice Bejo, Guido Caprino, Nicolò Cabras, Dario Delpero e Barbara Ronchi.
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