David Bowie se n’è andato il 20 gennaio scorso a New York, due giorni dopo il suo compleanno. Quasi a chiudere perfettamente il cerchio di una lunghissima carriera vissuta perennemente all’insegna della metamorfosi. Ora la raccolta a lui dedicata è finalmente disponibile in CD: “Legacy”, che contiene tutte le canzoni più famose di Bowie, da ‘Space Oddity’ del 1969 all’ultima‘Lazarus’.
Per la sua capacità di cambiamento Madonna è stata spesso paragonata a lui, ma un baratro li divide. David aveva lo spessore per poter essere una creatura pirandelliana, la complessità e il talento fusi in un unico individuo capace di essere mille personaggi. Era un artista capace di cimentarsi in tante discipline, artista nel profondo, nel dna.
Era un uomo bellissimo, che poteva sedurre senza differenza di genere. Un giorno un grande fotografo che gli aveva rubato alcuni scatti, forse Avedon, ebbe il modo di descriverlo proprio così: “L’uomo più bello che abbia mai fotografato”.
La notizia della sua morte ha sconvolto tutti, tranne lui, che con quella signora dialogava già da tempo, e a quel giorno, quello in cui sarebbe finalmente stato “as free as a bird”, libero come un uccello, era arrivato pronto, con un capolavoro da mostrare al mondo: “Lazarus”.
Non l’ho conosciuto ma sono certa che fosse un uomo buono, che al di là del suo mostruoso talento possedesse il dono dell’empatia.
Sono milioni in tutto il mondo quelli che con lui hanno cantato, pianto, che si sono sentiti eroi, sono corsi al cinema per vederlo recitare, unico anche sul grande schermo. Difficile vivere senza David, compagno di strada, amico, amante.
Lascia un commento