Il film documentario nasce da una idea di Pierpaolo De Sanctis, regista, in collaborazione con Domenico Monetti e Luca Pallanch. Lou Castel è l’interprete di numerosissimi film, ed è indubbiamente da ritenersi il volto simbolo del cinema della contestazione, a partire dal personaggio di Alessandro, del film I pugni in tasca, di Marco Bellocchio (1965)
Lou è vissuto un pò intrappolato tra Alessandro e Giovanni di Gli Occhi, la bocca, del 1982, sempre di Bellocchio. De Sanctis su tutto ciò ha dichiarato quanto segue: “A pugni chiusi è il risultato di un corteggiamento iniziato nel 2008. Un rapporto fatto di telefonate, viaggi, scambi di email, proposte, tentativi abortiti, nuove soluzioni, grandi rifiuti (suoi, di Lou Castel) e tenaci ostinazioni (mie). Fino al punto in cui ci siamo trovati complici, sperimentando un approccio nuovo al Film che avevamo in mente: un metodo di creazione diretta , che ha trasformato lo spessore della recitazione da un recitato storico del passato a un recitato drammatico del presente. Un linguaggio imprevedibile per entrambi, scaturito nell’urgenza di essere ora e qui”.
La sceneggiatura è del regista assieme a Alessandro Aniballi e Giordano De Luca. Lou che fa nel film? Attraversando una Roma sospesa a metà tra archeologia postindustriale e relitti pasoliniani, si apre a un lungo flusso di incoscienza sulla complessità e la contraddizione del suo ruolo di attore e al tempo stesso di militante politico, in un generoso atto di amore verso quello che oggi è il suo mestiere. In sostanza si parla della parabola esistenziale del grande attore. Ma chi è il regista del film? E’ un grande studioso di cinema, soprattutto degli anni sessanta e settanta, con numerose pubblicazioni sull’argomento . Inoltre è coautore di due monografie dedicate a Matteo Garrone e a Paolo Sorrentino, ma anche di un bellissimo volume dedicato alla Pop Film Art. Nel 2015 ha poi fondato l’etichetta Four Files Record, specializzata nella pubblicazione in vinile di musica italiana prodotta per il cinema, la radio e la tv degli anni sessanta e settanta. In precedenza, possiamo menzionare il suo Nell’occhio di Venere, del 2012.
Lou Castel torna in Italia per il Torino Film Festival e sarà presente alla proiezione venerdì 25 novembre.
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