Dopo la battaglia di Corinth del 1862 Newton Knight (Matthew McConaughey), miracolosamente sopravvissuto allo scontro tra Unionisti e Confederati, abbandona la guerra di secessione, disertando. Insieme ad alcuni agricoltori locali decide di opporsi ai soprusi, le angherie e le vessazioni dei soldati della Confederazione operanti in Mississippi, creando un territorio franco apertamente contrario ai Confederati: la libera contea di Jones.
La guerra di secessione è indubbiamente uno dei più classici temi del cinema statunitense. Affrontata in ogni salsa, ha sia fatto da sfondo alle vicende più disparate (ne Il Buono, Il Brutto e Il Cattivo di Sergio Leone o in Gangs of New York di Martin Scorsese) sia rappresentato un vero e proprio topic per la sceneggiatura di moltissime produzioni più o meno di successo (Ritorno a Cold Mountain, Balla coi Lupi, Gettysburg). Metri (e metri) di pellicola sono stati impiegati per raccontare un evento simbolo della storia americana, spesso parlando tanto delle luci e molto poco delle moltissime ombre.
Free State of Jones, diretto da quel Gary Jones capace di portare un film d’esordio e quello immediatamente successivo alla Notte degli Oscar (Pleasantville e Seabiscuits), prova infatti ad essere quello che molti di film di genere non sono mai stati appieno, preferendo magari l’aspetto bellico a quello più squisitamente umano. La pellicola è subito cruenta, esplicita, portando in primo piano perdita e dolore, due temi forti ma che non rimangono affatto isolati. Lo sviluppo del film è lento e ragionato, basato su un doppio binario narrativo funzionale a far cogliere molteplici aspetti delle vicende narrate, evidenziando la capacità degli eventi di andare oltre la propria epoca storica con ripercussioni anche sul lontano futuro. Alla perdita e al dolore si affiancano il disagio sociale, le violenze, i soprusi, gli abusi di una guerra di secessione che molti americani non hanno mai sentito come propria nel suo essere espressione di barbarie senza precedenti.
Gary Jones erge un ispirato Matthew McConaughey (meravigliosamente somigliante al vero Newton Knight) a profeta di profonde idee di uguaglianza, idee semplici ma efficaci all’interno di un’America alla ricerca di libertà, ma prigioniera di se stessa e delle sue stesse malsane idee. La carrellata di temi offerti è ragguardevole: non solo violenze, ma razzismo, segregazione e la celebrazione dell’anelito umano all’autodeterminazione. Non manca la fase del dubbio, del cercare di capire davvero cosa sia giusto e cosa sbagliato, a rendere ancor più credibile Free State of Jones. Si parla di uomini semplici, animati da uno spirito di ribellione che va oltre le fazioni di Unione e Confederazione e finisce per ridursi alla speranza di un’America degli uomini liberi. Quell’America che solo la “libera contea di Jones” può, in un momento come questo, dare ai propri figli.
L’alternanza di ritmi, talvolta troppo tendente alla rilassatezza narrativa piuttosto che all’azione, dona al film una struttura altalenante. A fungere da impulso all’intreccio sono spesso e volentieri forti scosse tramistiche che stimolano il proseguire della pellicola, che però ben assorbe il peso dei suoi 140 minuti. La forza di Free State of Jones risiede nel farci riflettere con ognuna delle sue fasi, volendo raccontare la più classica delle storie americane nel più originale dei modi: non c’è un’America libera? Sono gli uomini che aspirano a questa libertà a crearsene una. Nessun uomo può possedere un figlio di Dio, stabiliva una delle regole della libera contea di Jones. Normale, oggi. Straordinario, in un’America che per anni continuerà a discriminare ed uccidere i propri stessi figli.
Scheda Film
Titolo: Free State of Jones
Regia: Gary Ross
Sceneggiatura: Gary Ross
Cast: Matthew McConaughey, Gugu Mbatha-Raw, Mahershala Ali, Keri Russell
Genere: Drammatico, Storico
Durata: 139′
Produzione: Bluegrass Films, Huayi Brothers Media, IM Global, Larger Than Life Productions, Route One Films, Vendian Entertainment
Distribuzione: 01 Distribution
Nazione: USA
Uscita: 1/12/16
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