Allo scoccare del mezzo secolo di attività al servizio della Regina Elisabetta II ( e al 23° capitolo della saga) ecco che perfino l’inossidabile James Bond, l’agente segreto più longevo del cinema, mostra qualche segno di défaillance. Nel senso che anche lui ha commesso qualche piccolo errore di gioventù che, puntuale, si ripresenta come un esattore delle tasse per metterlo alla prova. Daniel Craig ritorna per la terza volta nei panni della superspia britannica James Bond e questa volta 007 deve fronteggiare una terribile minaccia che rischia di fare a pezzi il cuore stesso del controspionaggio britannico.
Come nelle più grandi tradizioni di 007, il film si apre con un inseguimento attraverso Istanbul per cercare di recuperare un hard disk che contiene le identità di tutti gli agenti MI6 che lavorano sotto copertuna in tutte le più importanti organizzazioni terroristiche di tutto il mondo.
Ovviamente, l’operazione fallisce e il disco rigido è perso. Il nuovo proprietario comincia a rivelare tutti i nomi delle spie online e l’MI6 ingaggia Bond per rintracciare il responsabile. Qui vediamo Bond e M (interpretata da Dame Judi Dench) che lottano per adattarsi al nuovo mondo dello spionaggio: le penne che esplodono e l’orologio-laser di vecchia scuola Spycraft hanno lasciato il posto al computer hacking e ad inchieste fastidiose ai parlamentari.
In questa battaglia tra il vecchio e il nuovo, Bond è il dinosauro mentre il nuovo mondo elettronico è rappresentato dal cattivo ragazzo Silva (interpretato da Javier Bardem, perfetto per questo ruolo).
Parlando del film in generale, il regista Sam Mendes ha fatto un lavoro magistrale per mettere insieme questa storia che dura solamente 90 minuti. Non c’è un singolo fotogramma o un dialogo sprecato in questo film poichè l’intero script è ricco di richiami a precedenti indizi, e anche la splendida sequenza dei titoli di apertura è caricata con motivi che diventano importanti durante tutto il corso del film.
Dal brano di Adele scritto apposta per il film al modo in cui il buon vecchio ingegno gioca ancora un ruolo importante nell’azione, Skyfall è un viaggio indietro ai bei vecchi tempi dei film d’azione di James Bond, quando un film veniva progettato per creare uno spettacolo, dandoti un brivido, non prendendosi troppo sul serio ma non essendo neanche troppo divertente. Cosa dire di più? In tanti modi, Skyfall lo fa meglio, restando ancora un Bond film.
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