Il buon vecchio Kevin Smith non ha bisogno di presentazioni. Tra alti e bassi di una carriera fatta di dossi, curve e sensi unici, Kevin ha sempre, costantemente, immancabilmente portato avanti la sua visuale delle cose, privata, personale, grottesca e, spesso e volentieri, politically scorrect.
Re di un certo tipo di commedia americana, a metà strada tra quella di John Landis e quella di Ben Stiller, Smith sa bilanciare dialoghi, presenze, gag e sentimento. Più volte l’ha dimostrato, facendo centro, non di critica ma di incassi (celebre la saga dei “commessi” o Clerks).
Qui lo ritroviamo alle prese con un film che ammicca chiaramente al solito genere che “zittino Bob” ama, pur constatandovi all’interno forti elementi grotteschi e caricaturali, ovviamente voluti, dato anche, probabilmente, il momento particolare vissuto dagli USA.
La dichiarazione di Smith però, provocatoria al 110%, ha segnato forse il giudizio di critici e spettatori, dove quest’ultimo viene da Kevin ammonito con un laconico – forse fintamente adirato?! -: «Non me ne frega più niente del pubblico». Diciamo pure che non è un eccellente biglietto da visita se detto ad una conferenza stampa di presentazione di un prodotto (vedi Sundance 2016) ma la sua nuova creatura, nonostante ciò, lascia comunque il segno per la sua particolarità, in puro stile Kevin Smith.
Yoga Hosers è il secondo capitolo della trilogia True North (adattata da un suo podcast) e parte dal cameo che le figlie di Smith, Johnny Depp, Harley Quinn e Lily-Rose, avevano interpretato nel primo film (Tusk), che a sua volta altro non era se non una citazione al capolavoro Smithiano per eccellenza: Clerks.
Due liceali – commesse di un negozio di Winnipeg, annoiate e apatiche, seguono entrambe i dettami di un guru yoga assai bizzarro e, di tanto in tanto, suonano in una band nel retrobottega. Le due, entrambe di nome Colleen, sognano di andare alla festa del classico “fighetto” della scuola ma devono affrontare l’attacco di un mini (ci si riferisce, in questo caso, alle dimensioni… fisiche e non al quantitativo) esercito di wurstel nazisti assassini. Dopo una battaglia che definire epica sarebbe poco, contro quelli che vengono chiamati “bratzis” – tutta CGI nuda e cruda – spicca un cameo di Johnny Depp (mascherato sotto chili e chili di stucc… trucco! Trucco! Volevo dire trucco!) in accento québécois, chiarissimo il riferimento made in Tusk.
Yoga Hosers – Recensione
6.5
voto
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