La Grande Muraglia, oltre che essere un’opera architettonica dall’incomparabile imponenza, ha ispirato grandi racconti che spaziano dalla realtà alle più mistiche leggende. Si narra che essa sia stata costruita dalla dinastia Qin per tenere fuori i nemici durante il Periodo dei Regni Combattenti. In realtà c’era qualcosa di molto più spaventoso che la Muraglia doveva tenere lontano: questa è una delle leggende.
Con l’intento di rinsaldare la sempre più florida asse cinematografica USA – Cina, l’opera di Zhāng Yìmóu (al suo primo lungometraggio in lingua inglese) pesca direttamente dal mondo attoriale americano ponendo come assoluti protagonisti delle vicende narrate due attori assolutamente complementari nei loro ruoli. Matt Damon, veterano dei film di genere, è infatti affiancato dall’emergente Pedro Pascal, star di Narcos e de Il Trono di Spade. Intorno al fulcro made in USA ruota l’intero mondo orientale, animato da celebri interpreti del cinema cinese nonché da giovani di belle speranze.
Su queste premesse il film si attiene ad una struttura piuttosto semplice, efficace nel ricalcare i capisaldi del film d’azione senza mai discostarsi troppo da essi. La contaminazione orientale è forte e marcata, passando per gli stili di combattimento fino a tradizioni e ambiente scenico. Matt Damon, forse troppo poco consono ad un contesto orientaleggiante, stona con un contorno in cui si cala perfettamente Pedro Pascal, credibile nel suo ruolo di mercante straniero e capace di aggiungere una gradevole punta di ironia e sarcasmo ai 104 minuti di intensità action.
Intensità perfettamente resa da effetti speciali maestosi. I 135 milioni di budget spesi nella realizzazione del film si vedono tutti quando c’è da analizzare l’aspetto tecnico del film. La resa è mozzafiato, il coinvolgimento ne beneficia e catapulta lo spettatore proprio su quella Grande Muraglia che fa da quinta agli eventi. La CGI di qualità ha poi il pregio di non scadere mai nell’eccessivo ma, nella sua ottima fattura, è sempre consona al registro che il film si pone fin dall’inizio.
The Great Wall – Recensione
6
voto
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