Ilaria Rastrelli, timida, quasi impacciata. L’abbiamo conosciuta così per la prima volta 3 anni fa quando si è presentata alle audizioni di X Factor. Ma non solo, Ilaria, appena sedicenne ha anche molto talento, che l’ha portata sfida dopo sfida dritta in finale assieme a Lorenzo Fragola, Madh e Mario. In questi anni ha studiato molto, cantato, scritto e collaborato con vari artisti. È maturata, pronta per far sentire qualcosa di interessante al suo pubblico. Noi di InsideTheShow.it (MyReviews) abbiamo contattato Ilaria per parlare con lei del suo percorso e dei suoi prossimi progetti.
Ciao Ilaria, grazie per averci concesso questo intervista. Non hai bisogno di presentazioni, in molti ti conosco soprattutto perché hai partecipato ad X Factor, ed è da qui che vorrei iniziare con la prima domanda. Ilaria prima, durante e dopo X Factor, chi eri, cosa ha significato per te questa esperienza e chi sei ora.
Ciao Davide, grazie a te e a InsideTheShow.it (MyReviews)! È una domanda molto tosta questa, e se mi dilungassi troppo finirei per concentrare tutta l’intervista in questa risposta. X Factor ha significato molto, tutto forse. Ero una normale ragazza prima e per quanto lo sia anche adesso, grazie, o forse per colpa, della partecipazione al programma, la mia vita è cambiata radicalmente. Da quella che sognava di fare la cantante sono diventata quella che prova seriamente ad esserlo. E quando si dice che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare è vero, e io questo mare l’ho attraversato tutto d’un botto senza prender fiato, per poi rendermi conto che però di oceani davanti ce ne sono molti e molti ancora. È stata soprattutto quindi una bella lezione di vita, mi ha fatto crescere e maturare soprattutto come persona, rispetto all’artista. In sintesi adesso sono quella di prima con molte più ansie e preoccupazioni!
X Factor è una vetrina importantissima per chi vive la passione della musica, milioni di persone ti hanno sentito e speravano nella tua vittoria. Pensi possa essere utile per un artista un’esperienza del genere?
Come hai detto tu è una bella vetrina, a volte può diventare anche un trampolino capace di farti fare salti immensi, e credo inoltre che oggi a parte i talent non ci siano molte possibilità per emergere; quindi si, è utile. Un po’ me ne dispiace però, era bello quando dietro ad un artista c’erano anni di lavoro e gavetta, ma adesso il mondo gira troppo veloce per aspettare che l’artista maturi e si formi, e credo perciò si ricorra ai talent. Io in primis vi ho partecipato e non sto sputando nel piatto in cui ho mangiato, anzi ne sono molto felice, ma ho cercato di recuperare in questi anni ciò che nel 2014, a 16 anni scarsi e piena di ignoranza ho voluto provare a fare.
Ho seguito il talent quell’anno e ho pensato subito “ Ilaria è un vero talento ”, credo lo pensassero in molti anche i giudici, ma soprattutto il tuo coach, Victoria Cabello. Siete rimaste in contatto?
Grazie mille, che bello sentire queste parole. Senza Vicky probabilmente niente di tutto quello che è stato sarebbe successo, lei per prima ha creduto in me e le sarò riconoscente a vita. Ci teniamo sempre in contatto e appena possibile ci vediamo, è sempre così carina con me, ed è così figa e fuori dagli schemi, l’adoro. Le voglio un sacco di bene.
Torniamo al talento, e quello che succede dopo X Factor: pensi che il meccanismo televisivo e discografico dietro questi talent possa in qualche modo decidere le sorti (nel bene e nel male) dei cantanti che vi partecipano?
Naturalmente l’aspetto televisivo influisce su come l’artista viene visto, le parole che decidono di far sentire dallo schermo e quelle che nascondono.. ma è la televisione ed è sempre stato così suppongo. Non voglio dire però che l’immagine della persona dipenda solo dalla sorte di questa, se l’artista è vero e sincero questo traspare, e le persone da casa se ne rendono conto ovviamente quando qualcosa non li convince.
Avevi solo 16 anni quando hai scritto My Name, a parer mio una delle più belle canzoni sentite in un talent e non solo: è stato difficile il processo creativo? Che significato aveva per te?
Grazie Davide, che belle parole! Ho cominciato a scrivere My Name a 14 anni e mi ci è voluto un anno intero per farlo. In quel periodo avevo appena cominciato a scrivere e per quanto l’adorassi non ero costante, non gli davo la giusta importanza. Probabilmente per questo ci ho messo così tanto, oltre al fatto che comunque fossi inesperta e incapace. In più era uno dei testi più personali e se devo mettermi a nudo, per quanto già terrorizzante sia, voglio sempre farlo dopo averci rimuginato mille volte sopra e quindi essendone sicura al mille per cento.. sono una maniacale perfezionista.
Cosa è successo dopo X Factor? La tua vita è cambiata?
Come ho già detto, la mia vita ovviamente è cambiata. Ho abbandonato per un anno la scuola, sono entrata nel mondo della discografia e in contatto con milioni di persone ed artisti vari, girato mille studi e avvicinata alla musica non solo dal punto di vista emotivo, quale era la mia sola conoscenza, ma anche da quello più discografico e riguardante il suo commercio.. Ma anche la vita privata di conseguenza è cambiata, per alcuni lati meglio per altri meno, ma tutto gestibile.
L’anno scorso hai provato ad entrare nelle nuove proposte di Sanremo con Parlo al Vento, secondo te che peso ha questa manifestazione nel percorso di un artista?
Credo che forse fino a qualche (o un po’ di più) anni fa Sanremo fosse l’apice della carriera di un artista, ma effettivamente mi son resa conto che adesso non ha lo stesso peso. Sia perché forse i meccanismi sono cambiati, sia perché lo stesso festival penso sia cambiato.
Dopo tre anni, un EP pubblicato subito dopo X Factor e il brano Parlo al Vento, esce Sentiero 103 grazie alla collaborazione con Claudia D’Agnone e Alessio Forlani. Come li hai conosciuti? Parlaci un po’ di questo progetto.
Il brano Sentiero103 è stato scritto da noi tre per un progetto contro la violenza sulle donne e di genere, da tempo io e Claudia avevamo quest’idea e finalmente l’abbiamo tirata fuori. Ne è uscita una cosa molto bella e che speriamo porti un po’ di luce, o almeno un bagliore, di speranza a chi purtroppo l’ha persa per strada. Claudia la conosco da praticamente dieci anni, è una delle persone più importanti e più vicine a me, è stata per tutto questo tempo la mia insegnante di canto e da lei ho imparato ad amare la musica. Anche Alessio lo conosco da tantissimo tempo, ed oltre ad essere nostro amico, è un chitarrista eccezionale ed è con lui che lavoro alla mia musica attualmente. Sono due persone fantastiche e sono grata di averli nella mia vita.
Dal punto di vista artistico, chi ha contribuito alla tua crescita: ci sono dei cantanti, o gruppi che ami e con i quali vorresti collaborare in futuro?
Gli anni dai 60 agli 80 sono per me l’emblema della musica, ho ascoltato e ascolto tutt’ora di tutto, mi piace avere tanti gusti e preferenze e attingere da tutte queste fonti per poi creare qualcosa di nuovo. Se devo dirti un gruppo nel quale avrei follemente voluto essere sono i Fleetwood Mac.
Qualcosa in cantiere? Riusciremo prima o poi ad ascoltare il tuo primo album?
Certo! Ho lavorato tutto questo tempo a perfezionare la mia musica ed i miei testi e sono quasi pronta per farveli sentire. Presto uscirò con un progetto musicale molto interessante, che includerà anche qualche cosa di inedito.. sono ansiosa di farvelo sentire!
Concludo questa intervista ringraziandoti per il tempo che ci hai dedicato.
Grazie a te Davide e grazie a InsideTheShow.it (MyReviews), per me è stato un piacere ed un onore! A presto
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