Un’altra settimana cinematografica sta per giungere al termine ed è dunque giunto il momento di tirare le somme sulle migliori uscite in sala.
The Rock e Zac Efron sono i protagonisti di Baywatch, reboot cinematografico della mitica serie degli anni ’90 che ha reso famosi David Hasselhoff, Pamela Anderson e molti altri. Tra corse al rallenty, corpi statuari e gag continue, le risate sono assicurate.
Martin Provost ritorna in grande stile con Quello che so di lei, una pellicola sagace, mai banale e dall’alto tasso di contemporaneità. Ottimo anche il debutto di Andrea de Sica, nipote dell’indimenticabile Vittorio, con I Figli della Notte, pellicola che esplora le vite nei dormitori e indaga le ragioni di un gruppo di giovanissimi, prigionieri dell’inospitale accademia e del loro stesso lignaggio.
La grande hit della settimana, senza alcuna ombra di dubbio, è rappresentata da Wonder Woman, pellicola diretta da Patty Jenkins che segna il debutto assoluto sul grande schermo della celebre amazzone. Peccato che, come potete leggere dalla nostra recensione, le grandi aspettative non sembrano essere state ripagate.
I Figli della Notte (31 maggio) Genere: Drammatico
Opera prima di Andrea de Sica – nipote di Vittorio – I figli della notte s’inserisce in quel filone di racconti collegiali al maschile, cui fanno capo Il club degli imperatori e L’attimo fuggente. Esplora le vite nei dormitori e indaga le ragioni di un gruppo di giovanissimi, prigionieri dell’inospitale accademia e del loro stesso lignaggio. Dopo l’ennesima bravata, il sedicenne Giulio (Vincenzo Crea), che è un ragazzino allampanato, timido ed emotivamente fragile, viene spedito dalla madre in un collegio d’élite, una fucina di “futuri dirigenti” camuffata da castello asburgico arroccato tra le Alpi. Si accorge presto che è un ambiente freddo e ostile, abitato da rampolli fasciati in pullover stemmati e insegnanti che tuonano rimproveri in continuazione; una scuola con un sistema educativo che rasenta la disciplina militare, con internet imbavagliato, mezz’ora di telefonata al giorno, e frequenti episodi di “nonnismo” patiti in silenzio dagli sprovveduti studenti più giovani.
Gli adulti, al corrente della situazione, accettano la pratica come consuetudine radicata, e nonostante sorveglino gli allievi attraverso videocamere nascoste, scelgono di non intervenire. Nel clima di reticenza generale, stranamente Giulio si rispecchia in una personalità opposta alla sua, quella del coetaneo Edoardo (Ludovico Succio), che invece ha un temperamento ribelle e anticonformista, e nessuna paura di mostrarsi insofferente verso il bullismo imperante. Insieme, i due inseparabili amici architettano fughe notturne dalla scuola, discese negli spettrali corridoi in penombra e corse nel bosco, all’interno del quale si nasconde un luogo proibito e allettante…la parte migliore dell’offerta formativa.
Baywatch (1 giugno) Genere: Commedia, Azione
Il film basato sulla fortunata serie televisiva anni novanta con David Hasselhoff e Pamela Anderson (annunciati i due camei) ripropone le corse al rallenty sulla spiaggia, gli iconici salvagenti rossi e i salvataggi a cavallo di moto d’acqua, in salsa comica e demenziale e per la prima volta sul grande schermo. I guardaspiaggia di Baywatch, lontani dall’essere soltanto un trionfo di bikini e pettorali, si spingono dove nessun altro bagnino osa farlo, compiono i salvataggi più estremi, le imprese più eroiche e arrivano a improvvisarsi poliziotti per sventare il complotto criminale che minaccia la baia.
Il caposquadra Mitch Buchannon (Dwayne Johnson), impegnato ad addestrare le giovani reclute, tra cui il nuotatore medagliato Matt Brody (Zac Efron) e la razionale Summer Quinn (Alexandra Daddario), trascina gli aspiranti bagnini in una lunga serie di folli indagini, che alla fine porteranno a Victoria Leeds (Priyanka Chopra), proprietaria dell’esclusivo Huntley Club, sospettata di usare la sua attività come copertura per traffici di droga e omicidi. Tra nuove gag e omaggi alla serie originale, i Baywatch si preparono al salvataggio più impegnativo della loro carriera.
Quello che so di lei (1 giugno) Genere: Drammatico
Il mestiere dell’ostetrica affascina per la portata simbolica del compito: di guidare la nascita, scortare alla vita. Quello che so di lei è il delicato omaggio, volutamente privo di derive autobiografiche, che Martin Provost dedica all’avvincente professione, attraverso il ritratto di una donna dall’etica ineccepibile e il suo rapporto in divenire con la stravagante matrigna. Conosciamo Claire (Catherine Frot) in una fase di grande cambiamento della sua vita. Vocata al lavoro come pochi ma legata ancora a un metodo che privilegia la cura premurosa e il rapporto empatico con le pazienti, l’infermiera specializzata inizia a mettere in discussione il suo ruolo quando il reparto maternità del piccolo ospedale dove lavora si prepara a chiudere i battenti.
Claire cade vittima dei suoi stessi principi e valori stiracchiati, rifiutando di integrarsi in una moderna struttura ospedaliera che conta migliaia di nascite l’anno, una vera “fabbrica per bambini” che punta soltanto a efficienza e disumanizzazione. A scuotere la rigida visione delle cose, irrompe, come una bizzosa diva d’altri tempi più che un fantasma del passato, la vecchia amante di suo padre, l’eccentrica e frivola Béatrice (Catherine Deneuve). Dopo trent’anni di assenza, la donna cerca di riavvicinarsi alla figlioccia con schiettezza dirompente e battutine sul cattivo gusto, ma finisce per scontrarsi con le resistenze emotive di Claire, che preferisce invece trincerarsi dietro un giustificabile rancore. Pian piano però, l’opposizione si affievolisce e diventa motivo di scambio reciproco, consiglio, confidenza, ricordo di quell’umo che era padre per una e compagno per l’altra, scomparso prematuramente e in maniera brutale. Claire ritrova in Béatrice la seconda madre che ammirava da bambina, e Béatrice si spinge a considerare Claire la figlia che non ha mai avuto.
Tavolo 19 (1 giugno) Genere: Commedia
Se la disposizione dei tavoli a un matrimonio risponde a rigide gerarchie parentali, con qualche gradita eccezione per amici e colleghi, i coperti apparecchiati frettolosamente nell’angolo a fondo sala dicono molto sui commensali ai quali sono destinati. Così la giovane Eloise McGarry (Anna Kendrick) percorre l’intera sala verso il Tavolo 19 come diretta al patibolo, consapevole che la sedia vuota al tavolo degli indesiderati ha il suo nome scritto sopra. L’ex damigella d’onore, sollevata dall’incarico dopo essere stata scaricata con un sms dal fratello della sposa, decide di presentarsi comunque alle nozze per confrontarsi di persona con l’uomo che le ha spezzato il cuore. Lontana dal tavolo dei novelli sposi, esclusa dal vivo dei festeggiamenti, Eloise è sul punto di pentirsi della scelta avventata, ma proverà a dare un senso alla giornata scoprendo nei cinque compagni di sventura un eterogeneo gruppo di supporto.
Il primo a presentarsi, in un’impacciata prova di corteggiamento, è il giovanissimo Renzo Eckberg (Tony Revolori), figlio di amici di famiglia e in quell’età in cui si ha un unico pensiero fisso: le ragazze, anche se non sa ancora bene come approcciarsi a loro. Jerry Kepp (Craig Robinson), trascinato all’evento dalla moglie Bina (Lisa Kudrow), proverà a dispensare consigli, nonostante il suo matrimonio stia lentamente colando a picco. L’ex galeotto Walter (Stephen Merchant), unico componente della famiglia al tavolo dei reietti, fantastica ingenuamente di essere riaccolto nel nucleo a braccia aperte. Mentre la vecchia tata della sposa Jo Flanagan (June Squibb) continua a dirsi ottimista sulle sorprese che il pranzo di nozze può ancora riservare. La compagnia sgangherata proverà a mettere ordine, nelle poche ore rimaste, alla confusione in cui versa la vita di ognuno.
Wonder Woman (1 giugno) Genere: Azione, Avventura, Fantasy
Potenza, grazia, saggezza e meraviglia: qualità ispiratrici intrinseche di una delle più grandi supereroine di tutti i tempi, famosa in tutto il mondo come Wonder Woman. Rinomato e durevole archetipo della DC oltre che simbolo globale di forza ed uguaglianza per oltre 75 anni – come e quando lo è diventata e perché il benessere della razza umana è diventato così importante per lei?
Nata Diana di Themyscira, principessa delle amazzoni, e cresciuta su un’isola paradisiaca al riparo dal mondo esterno, fin da bambina la futura Wonder Woman (Gal Gadot) è stata protetta dalle attenzioni di sua madre, la regina Hippolyta (Connie Nielsen), e del suo popolo. Ma ciò non significa che non abbia dovuto affrontare prove durissime. Il faticoso allenamento tradizionale per diventare una combattente invincibile, per lei è stato cinque, dieci volte più aspro di quello di qualsiasi altra giovane amazzone, eppure le ha permesso di scoprire le sue doti nascoste, abilità innate fuori del comune persino su un’isola di grandi guerriere. I poteri la investono di una responsabilità che sconfina dal suo piccolo regno e l’arrivo del pilota americano Steve Trevor (Chris Pine), costretto a un atterraggio di emergenza sulle coste di Themyscira, la mette di fronte a una verità che non può ignorare: tra gli uomini imperversa un atroce conflitto mondiale e Diana è decisa a intervenire.
Cresciuta con lo spauracchio della storia di Ares, di come il dio della Guerra ha corrotto gli uomini, di come fosse responsabilità delle Amazzoni distruggere lui e tutto ciò che rappresenta, che la loro missione era di portare pace e amore tra gli uomini, Diana è convinta di poter fermare la minaccia, al fianco dell’uomo appena conosciuto, e così lascia la sua casa per la prima volta nella vita, diretta verso il mondo degli uomini di cui ha sentito parlare soltanto nelle fiabe. Armata di scudo, spada, lazo e tiara, sbarca nella Londra del 1918, dove assume l’identità di Diana Prince e viene a patti con gli stretti tailleur militari dell’epoca. Alla fine della farsa, la principessa delle amazzoni si trasformerà nella supereroina Wonder Woman, per sconfiggere il perfido villain Doctor Poison (Elena Anaya), dottoressa assoldata dall’esercito tedesco per sviluppare micidiali composti chimici, e porre fine alla sanguinosa guerra.
Al fianco della statuaria guerriera, per aiutarla a orientarsi prima nella vecchia e polverosa capitale inglese, poi nell’oscura campagna belga, ci sarà l’affidabile e capace segretaria di Trevor, Etta Candy (Lucy Davis), giovane risoluta ed esempio di donna moderna (per il 1918); e la coppia di soldati reietti composta dall’artista della truffa Sameer (Saïd Taghmaoui) e dall’ex cecchino rissoso Charlie (Ewen Bremner). L’attore Danny Huston, invece, interpreta il grande cattivo del film, il maniacale Generale Ludendorff, cuore di tenebra e vero burattinaio di Poison.
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