Claustrofobicamente meraviglioso. Può essere definito così Ex Machina, l’opera prima di Alex Garland, sicuramente più conosciuto per le sue sceneggiature, ma che dimostra un certo talento anche per la regia. Caleb (Domhnall Gleeson), giovane programmatore informatico della più grande compagnia di internet al mondo, vince un concorso che gli consentirà di trascorrere una settimana nel rifugio segreto di Nathan (Oscar Isaac), il geniale Ceo della società stessa. Qui, Caleb, prenderà parte ad un affascinante esperimento in cui dovrà interagire con la prima vera forma di intelligenza artificiale ospitata nel corpo di una bella ragazza robot, Eva (Alicia Vikander).
Una casa e tre personaggi, non serve altro ad Alex Garland per costruire un film veramente degno di nota. Anzitutto notiamo sin dai primi minuti due cose. La prima è il senso di isolamento che riveste tutta la pellicola, la regia, le musiche e la sceneggiatura mirano tutte in questa direzione, ovvero far percepire al protagonista ed allo spettatore questa sensazione claustrofobica. La seconda è l’elemento thriller. La tensione rimane alta per tutto il film, sin dall’inizio percepiamo delle anomalie che rivestono la tenuta ed il suo proprietario Nathan. Riguardo a questo, Ex Machina, ha il pregio di prendersi il suo tempo per svelare i suoi, pochi ma efficaci, colpi di scena senza svelare subito le carte in tavola.
La tensione cresce quando entra in gioco Eva, la ragazza robot, il vero elemento scatenante di tutto il film. Il compito di Caleb è quello di testarla per capire se effettivamente si può parlare di intelligenza artificiale oppure se si tratta solamente di un robot più evoluto degli altri. Il rapporto tra Eva e Caleb, inizialmente freddo ed impostato, sfocia nella sfera emotiva/sessuale, si naviga quindi dalle parti dell’Her di Spike Jonze, anche se in Ex Machina l’amore è sempre a servizio del thriller, dunque colpi di scena e secondi fini sono sempre dietro l’angolo.
Sentimenti a parte, Ex machina porta al cinema una nuova visione del robot, spesso usato come mero oggetto utile all’uomo oppure come cattivo della situazione. Alex Garland dimostra invece un enorme rispetto per la sua Eva, non c’è cattiveria nelle sue azioni, forse solo un po’ di cinismo necessario per cercare di invertire il rapporto di forza (emotivo e di “comando”) che lega il robot e l’uomo. Quest’ultimo viene visto solamente come un comprimario, un elemento secondario e poco interessante. La vera protagonista del film, quella che merita maggiormente la nostra attenzione è proprio la macchina.
Una menzione in particolare per Nathan, il proprietario della tenuta. Il suo carattere geniale, cinico ma a tratti anche simpatico lo rende un personaggio veramente enigmatico. Difficilmente riusciamo a leggere e a prevedere le sue azioni. Questo contribuisce ad alimentare l’effetto “thrilling” presente nella pellicola.
Questo è Ex Machina. Un film cinico e freddo in linea con i personaggi ed i temi trattati. Un modo intelligente di fare intrattenimento e che mette in scena un modo di fare fantascienza innovativo ed originale. Se avete Netflix non potete farvi sfuggire questo gioiellino.
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