Già nel 2006 Death Note era stato live action con produzione giapponese e discreta fattura. Ovvero a curare la sceneggiatura di Tetsuya Oishi c’erano facce, luoghi e premesse degne di chi quella storia l’aveva scritta e disegnata anni prima (Tsugumi Ohba, Takeshi Obata – 2003).
Il bisogno di un reboot non era sentito, ma è arrivato, in tv e in pieno stile americano. Sarà difficile, se non impossibile, resettare i capitoli diretti da Shûsuke Kaneko, visto che anche con le loro lacune erano riusciti a estrarre molto dal manga d’origine. Dimentichiamoci perciò anche di Ken’ichi Matsuyama che aveva interpretato magistralmente il personaggio di L, con incredibile somiglianza all’anime e perizia di dettagli; a ricoprire il suo ruolo nella nuova versione c’è Keith Stanfield …che parla al pubblico di Seattle.
Questo Death Note rivela un ritmo più esplosivo in cui le dinamiche tra bene e male appaiono più scenografiche. Tuttavia quando un quaderno sul quale ogni nome scritto condanna a morte qualcuno cade dal cielo …tutto diventa possibile. Alla regia c’è Adam Wingard (You’re the next) che si salva in corner parlando di “adattamento all’America di oggi”. Nell’attesa di scoprire come ha gestito la nuova versione ci si può gustare la risata dello Shinigami Ryuk: il dio della morte doppiato da Willem Dafoe, a quanto si vocifera l’unico personaggio trasposto senza subire mutazioni sceniche.
La canzone del trailer è una cover di Bittersweet Symphony dei Verve, abbiamo atteso un po’ sperando che venisse svelato il nome della cantante, ma al momento resta ignota. Nel cast di Death Note ci sono anche Nat Wolff, Margaret Qualley, Paul Nakauchi e Shea Whigham. La mela è servita dal 25 agosto su Netflix.
(Pronti ad aggiornare l’articolo se sapremo qualcosa in più).
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