Paolo Villaggio ci ha lasciati. Aveva 84 anni. Un grande attore, comico e sceneggiatore, ma ancor prima un grande uomo, che rimarrà per sempre nei nostri cuori.
Era ricoverato da qualche tempo in una clinica privata romana, e da alcuni anni non godeva di buona salute. In realtà era ancora immerso nel mondo del cinema, del teatro, della scrittura, e della televisione.
Molti lo ricordano solo per il personaggio di Fantozzi, da lui creato e peraltro a dir poco fantastico, ma in realtà Paolo ha lavorato con i più grandi registi italiani, come Mario Monicelli, Ermanno Olmi, Federico Fellini, e Lina Wertmüller.
Gli inizi
Paolo Villaggio, nato nel 1932, lavora per qualche tempo in una grossa azienda (la Cosider), in cui comincia a ‘studiare’ alcuni dei personaggi da cui poi trarrà ispirazione per i suoi libri e i suoi film. Proprio alla Cosider si dedica per lavoro alla consegna dei premi e, sotto le feste natalizie, dei relativi regali per il personale, cogliendo aspetti che si tramuteranno in seguito in momenti indimenticabili soprattutto nei primi Fantozzi. Sempre in azienda comincia a studiare il comportamento di un certo rag. Bianchi, personaggio succube e mediocre, da cui poi trarrà enorme ispirazione per il suo capolavoro.
Negli anni ’50 Paolo Villaggio entra in una compagnia di artisti, la celebre Compagnia goliardica Mario Baistrocchi, nella quale si troverà al fianco di Enzo Tortora, Carmelo Bene e Fabrizio De André, che peraltro è l’amico di sempre, conosciuto sin dai tempi in cui il comico faceva il cabarettista sulle navi da crociera.
Negli anni ’60 Paolo Villaggio esordisce con la Radio italiana, anche se ricordiamo che aveva avuto in precedenza esperienze con la BBC. Il programma nostrano è Il Sabato del Villaggio, e Paolo inizia a tal proposito a tratteggiare alcuni aspetti concernenti lo stile tragicomico di quello che poi diverrà il mitico ragionier Ugo.
Nel 1968 approda in tv, con Quelli della domenica, con i due personaggi del Prof. Kranz e di Fracchia. Il primo è un sadico professore che ritroveremo tratteggiato in alcune figure successive interpretate da Villaggio, mentre il secondo per certi versi rappresenta una versione embrionale di Fantozzi, seppur con non poche differenze.
Paolo Villaggio ci ha lasciati. In lutto il mondo del cinema e dello spettacolo
Ricordiamo che in tutto ciò Villaggio suscita sempre più interesse da parte di vari registi e personaggi di alto livello dello spettacolo, tra cui Maurizio Costanzo, che vede quasi subito in lui un soggetto assolutamente da valorizzare.
Nel frattempo soprattutto la rivista L’Europeo, inizia a pubblicare alcuni monologhi del comico. Cominciano così a prendere forma anche gli altri personaggi della vicenda fantozziana, come la signora Pina Fantozzi, la figlia Mariangela, il rag. Filini, la signorina Silvani, il geometra Calboni, nonchè il Megadirettore galattico.
Da qui il passo è breve, almeno in parte, e Villaggio pubblica i primi libri dedicati a Fantozzi. Il successo è immediato, e quasi subito si inizia a progettarne l’uscita in versione cinematografica.
Questo avviene nel 1974, sotto la regia di Luciano Salce, che dirigerà anche Il secondo tragico Fantozzi. In seguito sarà Neri Parenti a dirigere tutti i successivi film dedicati a Fantozzi, tranne Fantozzi 2000 – La clonazione, diretto da Domenico Saverni.
Con i primi due film sul mitico Ragioniere, Villaggio diviene popolarissimo, basti dire che il suo personaggio verrà perfino studiato in numerose università straniere, in primis in Francia, come soggetto per tesi di laurea e ricerche sociali.
Del resto Villaggio ha sempre mantenuto una profonda visione di raro impegno sociale, non di rado politica, anche se stiamo parlando di una politica con la P maiuscola, densa di sostanza e contenuti.
In seguito ricordiamo Fantozzi contro tutti, con al fianco di Villaggio un grande Diego Abbatantuono, ma anche lo splendido Fantozzi subisce ancora. Da questo momento in avanti Villaggio non scrive nuovi libri come base di ulteriori film ma si dedica direttamente alla sceneggiatura, assieme ad altri grandi nomi del settore. Ricordiamo, tra gli altri, Superfantozzi, del 1986, che rappresenta Fantozzi dalla creazione dell’uomo sino al futuro nello spazio, in un percorso storico in cui rappresenta più che mai il mediocre, lo sconfitto, lo sfortunato.
Nel 1988 esce poi il film Fantozzi va in pensione, intensamente comico ma anche ricco di satira sociale sui pensionati, sulla famiglia, su tante problematiche della vita quotidiana. A seguire tanti altri splendidi film.
I riconoscimenti
Non possiamo poi non ricordare alcuni altissimi riconoscimenti che indicano in Paolo Villaggio un personaggio a dir poco importante del mondo del cinema e dello spettacolo. Innanzitutto, nel 1992 Villaggio riceve il Leone d’oro alla carriera al Festival del cinema di Venezia. Poi, nel 1994 riceve il Nastro d’Argento come miglior attore protagonista per Il segreto del bosco vecchio, di Ermanno Olmi, tratto dai racconti di Buzzati.
In seguito ricordiamo il Pardo d’Onore al Festival di Locarno, che l’attore riceve nel 2000.
Per quanto concerne i David di Donatello, nel 2009 Villaggio riceve quello alla carriera, dopo averlo vinto alcuni anni prima come miglior attore, ex aequo con Gian Maria Volonté (premiato per Porte aperte, di Gianni Amelio). Il film interpretato da Villaggio era La voce della luna, per la regia di Federico Fellini, tratto dal poema di Cavazzoni, e che vedeva a fianco di Paolo il grande Benigni. Fellini aveva voluto sotto la sua direzione proprio questa ‘strana’ coppia formata da Roberto Benigni e Paolo Villaggio, nonostante alcuni critici avessero sollevato non pochi dubbi. Fu invece un grande successo e il film venne anche presentato fuori concorso al Festival di Cannes suscitando ammirazione e interesse.
Infine, non possiamo non ricordare anche la grande attività teatrale, sempre ad altissimi livelli, e di scrittore, tanto in stile divulgativo che impegnato. Ma siccome anche solo per elencare quanto ci ha lasciato Paolo Villaggio non basterebbe neppure un libro, non possiamo che chiudere questo articolo con un grosso grazie, di cuore, a un grande uomo che ci ha donato cose davvero sublimi. Grazie Paolo, arrivederci…
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