“Non fate domande troppo difficili. E’ una cosa per ragazzi, no?” Margherita Buy conquista subito la platea dei giornalisti con il suo porsi agli altri in bilico tra l’understatement e quello che lei definisce “imbranataggine”. Forse è questa l’interpretazione più vera di se stessa, una splendida attrice che si fa scudo della propria sbadataggine. Ma ci piace così. “Mia madre – spiega schernendosi – continua ancora a chiedermi come ho fatto a diventare attrice. In realtà il mio carattere mi riporta sempre a me stessa, con tutti i miei disagi, naturalmente, ma mi tiene con i piedi per terra. Poi, finito di lavorare, ricomincia sentirmi una sfigata, ma va benissimo”.
La giacca grigia appoggiata sulle spalle, forse un po’ più magra e sempre molto bella, è arrivata al Giffoni Film Festival portandosi dietro quella sua aria indifesa, quella sua fragilità che subito ispira simpatia.
“La mia realizzazione come attrice – spiega ancora pensierosa – è come una barca la cui direzione è determinata dagli incontri, anche dalle circostanze. E tu devi prendere il timone e portarla nella direzione che desideri”.
Pochi mesi fa è uscito nelle sale “Piccoli crimini coniugali”, un film di Alex Infascelli dal bestseller di Éric-Emmanuel Schmitt, dove la Buy duetta con Sergio Castellitto. “E’ stata sicuramente un’esperienza diversa. Chiusa in quella casa tecnologica e modernissima a dirci cose terribili. Adesso mi è venuta una grande di teatro”.
Ai ragazzi che le hanno chiesto cosa si augurasse per i ragazzi di oggi ha una risposta decisa, anche se come sempre arrotondata dalla sua gentilezza e disponibilità: “Spero per loro che vadano al cinema e spengano così per un paio d’ore il cellulare. Cosa che potrebbero fare anche con un libro. Sono spaventati dal mondo in cui vivono, bombardati solo da notizie negative, e il cinema è importante, anche per perdersi in una storia”.
(Foto: Menossi Video Productions)
RobyRubiolo dice
Gli anni passano anche per lei ma Margherita è sempre meravigliosa e rimane il mio sogno.