Dopo le proiezioni di Le Acrobate (1997), Pane e Tulipani (2000), Femmine, Folle e Polvere d’Archivio (1993) e Il Fiume Ha Sempre Ragione (2016) di Silvio Soldini, il regista partecipa ad un incontro dove spiega il suo cinema di ricerca e storie di fughe, all’interno del Festival. È presente anche Doriana Leondeff, ed è questa la prima volta che regista e sceneggiatrice dividono il palco ad un evento.
Il cinema di Soldini inizia con un lungometraggio (Drimage, 1982) ed un film, Giulia in Ottobre (1984), diretti dopo un periodo di permanenza a New York. Questo lo porterà in seguito, all’interno delle sue opere, a fare contini riferimenti esteri.
Silvio Soldini racconta che il film Giulia in Ottobre è quasi interamente ambientato di notte (di giorno soltanto nei weekend), poiché erano i momenti liberi delle persone che ci hanno lavorato; infatti, il budget era molto limitato.
Un film, tutto al femminile, con 5 personaggi di donne diverse invece è Le Acrobate, con Valeria Golino. Il regista spiega che la scelta di avere personaggi femminili nei suoi film è data dal fatto che difficilmente si può raccontare qualcosa con un personaggio maschile.
La prima, e unica, commedia invece è Pane e Tulipani, una storia anche d’amore e con molte risate, con protagonista Bruno Ganz, che aveva precedentemente dichiarato di voler lavorare con solo due registi italiani, e uno di essi era proprio Soldini. Questo film lo fa conoscere ad un pubblico più ampio. Il regista stesso è molto timido ma simpatico, e tra una battuta e l’altra, fatte di aneddoti personali, racconta la non consapevolezza delle motivazioni del suo successo, ma avendo vinto nove David di Donatello (con Pane e Tulipani), questo risulta comunque evidente. Inoltre, è uno dei pochi registi al quale piace provare insieme agli attori, poiché secondo lui aggiunge ricchezza al film stesso.
Il Fiume Ha Sempre Ragione, suo ultimo documentario, riporta alla mente il suo primo film, appunto un documentario, chiestogli dalla Provincia di Milano su un day hospital per malati di mente: Voci Celate (1986). Un altro documentario invece, Per Altri Occhi – Avventure quotidiane di un manipolo di ciechi (2013) è stato ‘un viaggio fantastico in questo mondo sconosciuto e diverso per osservare degli “umani”, non attori che recitano’, dichiara lui stesso.
Brucio nel vento (2002), invece, è stato il film più drammatico per Silvio Soldini; tratto da un romanzo che gli aveva spedito per posta Doriana Leondeff.
Ritornando all’ultimo suo lavoro, ne Il Fiume Ha Sempre Ragione, Soldini per la prima volta prende fisicamente in mano la camera da presa. Inoltre, all’interno del film non c’è musica, soltanto i “rumori” dell’ambiente esterno e l’Inno alla Gioia di Beethoven fischiettato alla fine del film, poiché il regista stesso dichiara che in molti film ce n’è perfino troppa.
Come ultima notizia c’è un film in uscita a settembre di quest’anno: ma purtroppo sappiamo poco, poiché il regista è molto riservato. Il protagonista sarà un non vedente, ma non sarà un documentario, bensì un film di finzione. Tema principale, una storia d’amore, trattata con gioia e autoironia. Adriano Giannini e Valeria Golino saranno i protagonisti.
La sera stessa, il regista ha ritirato il Premio Internazionale alla Migliore Sceneggiatura Sergio Amidei, al Parco Coronini Cronberg.
Lascia un commento