Applauso assordante nella sala Truffaut gremita, ragazzi e giornalisti in piedi per la vera star di questa 47esima edizione del Giffoni Film Festival, Bryan Cranston. L’attore americano, sicuramente il più simpatico tra gli ospiti stranieri se non in assoluto, ha conquistato tutti con il suo calore e il suo entusiasmo. Altro che i sorrisi imbalsamati di Kit Haringon. Felicissimo, giunto al festival con la moglie con cui è sposato da trent’anni e alla quale ha dedicato parole e gesti molto affettuosi, da uomo innamorato, ha risposto alle domande con una carica vitale incredibile. E ha divertito tutti con il suo grande senso dello humor.
“Che bello avere un pubblico di ragazzi, sono felice”
Ha confessato che è stata una grande gratificazione trovarsi in mezzo ai bambini e agli adolescenti. Prima aveva sfilato per una buona mezz’ora sul blue carpet, firmando autografi, regalando sorrisi e piccoli sketch irresistibili, prestandosi alle decine e decine di selfie. Con una ragazza ha persino fatto finta di andarsene portando via il suo cellulare.
Popolare soprattutto per la sua interpretazione del personaggio di Walter White nella serie televisva “Breaking bad”, Bryan Cranston ha alle spalle una carriera stellare e un palmares ricco di riconoscimenti. A cominciare dalla sua nomination all’Oscar per la sua interpretazione in “Trumbo” (2015) di Jay Roach, accanto a quattro Emmy Awards, un Golden Globe, un SAG e un Tony Award. Attore poliedrico ha spaziato dai ruoli drammatici alla commedia, ricordando che quest’ultima “è più difficile da interpretare, perché una volta che hai letto le tue battute ogni cosa è lasciata all’improvvisazione. Voi ragazzi che volete fare gli attori, ricordate che l’improvvisazione è la cosa più importante”.
Punto da 70mila api, e proprio lì
Regala al pubblico in sala anche una storiella irrestitibile, in cui racconta di quando doveva girare una scena con 70 mila api. “Cosa c’era da aspettarsi? Che ti pungessero, naturalmente, ma sapete, quando arriva una ti dai uno schiaffo sul collo per scacciarla e accusi il colpo, ma quando ti assolgono tutte insieme non senti neanche più dolore. Mi hanno punto sulla spalla – racconta mimando e facendo espressioni irresistibili – e l’apicoltore mi ha tolto il pungiglione. Poi un’altra ape è arrivata in un punto dove non vorresti mai che ti pungesssero. Eh sì, proprio laggiù – indica con il dito – e l’apicoltore mi ha detto; ‘Ah, non questa volta te lo togli tu!'”.
La celebrità in età matura è meglio
Ai giovani giurati che gli hanno chiesto consiglio per intraprendere una carriera cinematografica ha risposto che bisogna avere una passione nel dna per fare qualsiasi mestiere. “Se provate a intraprendere questa strada e non vi divertite, lasciate perdere. Dovete avere una passione che vi brucia nel petto, non il desiderio di diventare famosi. La celebrità per me arriva tardi, quando avevo già una moglie e una figlia, ed è stato senz’altro un bene. Se tutto questo mi fosse accaduto da giovane non sarei così felice”.
Attivo anche dall’altra parte della macchina da presa, ha girato il lungometraggio “Last Chance” (1999), il film tv “Special Unit” e ha diretto molti episodi di serie televisive, tra cui anche “Breaking Bad”.
“Bryan Cranston non poteva resistere a sottoporsi a questa prova a causa – scherza – del suo completo egocentrismo. Gli ho detto: Lascia stare, Bryan, sei un completo idiota, ma non ha voluto ascoltarmi”.
Una filmografia ricca di ruoli comici e drammatici
Ha inoltre interpretato: Why Him? di John Hamburg, The Infiltrator di Brad Furman, Godzilla di Gareth Edwards, Argo di Ben Affleck, il remake di Total Recall di Len Wiseman, Drive di Nicholas Winding Refn, Contagion di Steven Soderbergh, The Lincoln Lawyer di Brad Furman, Little Miss Sunshine di Jonathan Dayton & Valerie Faris, Saving Private Ryan di Steven Spielberg e, fra gli altri, Larry Crown e That Thing You Do! di Tom Hanks. Bryan è stato anche la voce nelle animazioni della DreamWorks Kung Fu Panda 3 e Madagascar 3: Europe’s Most Wanted.
Recentemente ha finito di girare sul set del film di Neil Burger “Untouchable” e “Last Flag Flying” di Richard Linklater, che uscirà nelle sale il prossimo autunno.
Insomma, un attore superlativo ma anche un uomo buono e intelligente. Cranston è anche portavoce nonché sostenitore di lungo corso del National Center for Missing & Exploited Children (NCMEC). NCMEC è una organizzazione non-profit leader negli U.S.A. che si occupa di far rispettare le leggi, nonché di famiglie e professionisti su tematiche legate a bambini scomparsi che hanno subito abusi sessuali.
A Bryan Cranston è stato consegnato il Giffoni Experience Award, che lui ha mostrato felice alla paltea.
Commento finale
Siamo stati abituati a vederlo in mille ruoli, ma soprattutto nella serie che l’ha fatto conoscere in tutto il mondo, “Breaking Bad”. Niente a che vedere con il Walter White pelato e dallo sguardo duro. Bryan Cranston si è dimostrata una persona molto affettuosa e piena di calore. E aveva anche i capelli.
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